Bonus pubblicità 2022, l’importanza del commercialista nella programmazione aziendale

Tommaso Gavi - Imposte

Bonus pubblicità 2022, il credito d'imposta per gli investimenti su quotidiani, periodici, emittenti televisive radiofoniche locali e nazionali sulla carta è del 50 per cento. Tuttavia, negli ultimi due anni, non è arrivato nemmeno al 12 per cento, a causa delle scarse risorse economiche a disposizione. Per questo è importante il supporto di un commercialista nella fase di programmazione finanziaria delle imprese.

Bonus pubblicità 2022, l'importanza del commercialista nella programmazione aziendale

Bonus pubblicità 2022, nella programmazione finanziaria aziendale è importante il supporto di un commercialista.

Lo è, tra gli altri casi, in vista della scadenza del 31 marzo prossimo: entro tale data dovranno essere trasmessi i dati degli investimenti effettuati o da effettuare nel corso dell’anno su giornali quotidiani e periodici ed emittenti televisive e radiofoniche locali e nazionali, sia analogiche che digitali.

Per tali spese è infatti previsto un credito d’imposta del 50 per cento in favore di professionisti e imprese.

Tuttavia, le risorse complessive a disposizione sono ripartite tra i soggetti che richiedono l’agevolazione. Negli ultimi anni, a fronte di un credito del 50 per cento, nei fatti gli investitori hanno recuperato poco meno del 12 per cento delle spese.

Resta sicuramente un’agevolazione importante per i soggetti che intendono investire ma occorre una corretta programmazione finanziaria aziendale, per evitare sorprese. In questo il supporto di un professionista può fare la differenza.

Bonus pubblicità 2022, sulla carta il credito d’imposta è del 50 per cento

La prima scadenza del bonus pubblicità 2022 è alle porte: entro il 31 marzo devono essere trasmessi i dati degli investimenti effettuati o da effettuare nel corso dell’anno.

Le somme impiegate su giornali quotidiani e periodici ed emittenti televisive e radiofoniche locali e nazionali, sia analogiche che digitali, danno diritto a un credito d’imposta del 50 per cento degli importi impiegati (per il 2020, 2021 e 2022).

Rispetto agli anni precedenti, la misura è stata semplificata e non è più necessario rispettare il vincolo dell’incrementalità degli investimenti, che in precedenza era fissato all’1 per cento.

In altre parole, con le modifiche del decreto Sostegni ter (così come per l’anno precedente) non si deve effettuare investimenti con un incremento di oltre l’1 per cento e l’agevolazione negli ultimi anni è stata più semplice da richiedere.

Posto quindi che la misura è stata oggetto di semplificazione, imprese e liberi professionisti devono valutare correttamente l’ammontare degli investimenti da effettuare.

Come segnalato da alcuni lettori alla redazione di Informazione Fiscale, negli ultimi due anni a fronte di un credito d’imposta sulla carta del 50 per cento, gli investitori hanno recuperato poco meno del 12 per cento delle spese investite.

Questo perché le risorse vengono ripartite proporzionalmente alle somme richieste: in altre parole i fondi messi a disposizione non sono sufficienti a “finanziare” il 50 per cento delle somme investite ma solo il 12 per cento.

Resta comunque un’agevolazione importante per recuperare parte delle somme. Tuttavia è necessario valutare correttamente gli importi da investire ma soprattutto quelli che si prevede di recuperare.

Se nella programmazione aziendale viene “messo in conto” di recuperare il 50 per cento delle somme e se ne recuperano effettivamente solo il 12 per cento, aziende e liberi professionisti possono trovarsi in seri problemi in virtù dell’errata previsione in fase di programmazione.

Bonus pubblicità 2022, l’importanza del commercialista nella programmazione economica aziendali

Per “evitare sorprese” può essere importante affidarsi a un professionista del settore. Un commercialista può aiutare le imprese a calcolare correttamente le risorse economiche da investire e quelle che verranno recuperate attraverso il credito d’imposta.

Al momento, infatti, non è possibile stabilire con certezza la percentuale di tale credito.

Le risorse per quest’anno ammontano a 90 milioni di euro, ripartiti nel modo seguente:

  • 65 milioni di euro destinati alla copertura del bonus pubblicità per gli investimenti effettuati su giornali quotidiani e periodici, anche online;
  • 25 milioni di euro per le imprese e i lavoratori autonomi che investono su emittenti televisive e radiofoniche locali e nazionali, sia analogiche che digitali.

Analogo ammontare era stato previsto per l’anno 2021. Per il 2020, invece, i fondi ammontavano a 85 milioni di euro.

In assenza di un eventuale rifinanziamento della misura è difficile pensare che il credito d’imposta possa essere concesso in percentuale piena. Appare più probabile un importo simile a quello dei due anni precedenti.

Il tema mostra con chiarezza quanto sia importante il supporto di un professionista in fase di consulenza preliminare alla programmazione aziendale.

Un commercialista può aiutare aziende e liberi professionisti a districarsi nel complesso quadro normativo delle agevolazioni ma soprattutto fornire consigli alle imprese su diversi aspetti che spaziano dalla finanza aziendale all’ingegneria societaria.

Il tema è stato al centro dell’approfondimento di Notizie Oggi - Linea Sera, che è andato in onda venerdì 18 marzo scorso.

L’esempio del bonus pubblicità è stato portato nell’intervento del direttore di Informazione Fiscale, Francesco Oliva, ad evidenziare l’importanza della figura del commercialista.

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