Bonus partite IVA e altre misure del DL Cura Italia insufficienti per l’86% dei lettori

Rosy D’Elia - Lavoro

Bonus partite IVA, sospensione dei versamenti fiscali e contributivi a più corsie, interruzione del pagamento delle rate del mutuo. Sulle misure inserite nel DL Cura Italia a sostegno delle partite IVA, arriva una bocciatura netta da parte dell'86% dei lettori di Informazione Fiscale, che hanno partecipato al sondaggio sul tema.

Bonus partite IVA e altre misure del DL Cura Italia insufficienti per l'86% dei lettori

Bonus partite IVA, sospensione dei versamenti fiscali e contributivi a più corsie, interruzione delle rate dei mutui prima casa sono i principali interventi del DL Cura Italia per sostenere i titolari di partita IVA e contrastare gli effetti economici dell’emergenza coronavirus.

Ma per l’86% dei lettori di Informazione Fiscale risultano insufficienti. La bocciatura è netta e le motivazioni pongono l’accento su diversi aspetti, dal loro valore alla platea di beneficiari coinvolti, passando per la durata.

Ma spostano il punto di vista critico sul futuro, che desta le maggiori preoccupazioni.

Bonus partite IVA e altre misure del DL Cura Italia insufficienti per l’86% dei lettori

25 miliardi di euro sono le risorse stanziate per dare forma concreta al pacchetto di “misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”.

Attesissimo, il provvedimento economico sull’emergenza coronavirus ha scontentato parecchi e ha acceso le polemiche.

Quale strategia è stata messa in campo col DL Cura Italia per supportare le partite IVA che devono fare i conti con lo stop forzato, e necessario per arginare i casi di contagio di coronavirus?

Tre sono gli strumenti principali:

Sulla loro efficacia, la maggior parte dei lettori di Informazione Fiscale che hanno partecipato all’indagine condotta sul tema non ha dubbi: l’86% le ritiene insufficienti.

Soltanto l’8% le approva, mentre il restante 6% sospende il giudizio: troppo presto per stabilirlo.

Bonus partite IVA, sospensione versamenti e mutui: le misure per le partite IVA bocciate dai lettori

Le critiche si concentrano soprattutto sulla definizione del bonus 600 euro destinato alle seguenti categorie di lavoratori:

  • liberi professionisti e collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla gestione separata INPS;
  • lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali del’Assicurazione generale obbligatoria;
  • lavoratori stagionali dei settori del turismo e degli stabilimenti termali;
  • lavoratori agricoli;
  • lavoratori dello spettacolo.

Per i professionisti non iscritti all’INPS, ma alle Casse di previdenza e agli Ordini di categoria, è stato istituito un reddito di ultima istanza.

Restano, quindi, esclusi dal bonus 600 euro e hanno diritto a un’altra forma di indennità di cui, però, ancora non si conosce il valore.

Proprio sulle esclusioni dalla platea di beneficiari dell’indennità, come delle altre misure, si concentrano molte critiche dei lettori:

“Tra i soggetti a cui è destinato il bonus di 600 euro sono esclusi i professionisti iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria che non siano la gestione separata INPS (es. commercialisti, avvocati...).

La sospensione di solo alcuni dei versamenti e adempimenti e non la totalità di essi comporta poca chiarezza e scelte lavorative non coerenti con la necessità di stare a casa”.

Commenta Chiara P., anche sul fronte della sospensione, infatti, la decisione di escludere dai benefici chi ha un fatturato superiore ai 2 milioni di euro fa discutere:

“Anche le aziende oltre i due milioni hanno problemi di liquidità, dovuta principalmente a mancati incassi e/o insoluti”.

Sottolinea Simonetta A. Ma l’insoddisfazione per le misure inserite nel DL Cura Italia riguarda anche la loro portata, definita troppo stretta.

Sul bonus 600 euro c’è chi avrebbe voluto almeno 1.000 euro, chi paragona la cifra al reddito di cittadinanza aggiungendo la proposta di bloccarlo in questo periodo di emergenza, e chi si vorrebbe un sostegno pari a più del doppio della somma stabilita: servirebbero 1.500 euro per il mese di marzo 2020.

Sul fronte dei versamenti, diversi avrebbero voluto una sospensione totale dei pagamenti per tutti, indistintamente. E anche sulla possibilità di mettere in stand by il pagamenti delle rate dei mutui, per qualcuno non è stato fatto abbastanza:

“Dovrebbe essere esteso a tutti i mutui, non solo la prima casa. La maggior parte dei mutui sono stati fatti anche per le ristrutturazioni”.

Commenta Massimo D. Infine, la bocciatura da parte dei lettori si riferisce anche alla durata delle misure:

“Non basta, è un inizio”

Sottolinea Valeria L. Un’affermazione in linea con quanto annunciato dal governo: ad aprile ci sarà un nuovo Decreto con le misure per il secondo mese di emergenza e con molta probabilità l’indennità di 600 euro, ad esempio, sarà replicata.

Ma i lettori chiedono di guardare ben oltre i mesi che si avvicinano:

“I provvedimenti devono essere non temporanei - un mese? - ma almeno sino al 31.12 del corrente anno”

Azzarda Luigi V.

È il futuro quello che suscita più timori e perplessità. La bocciatura delle misure dipende anche da questo: oltre i mesi dell’emergenza, sarà difficile ripartire per le partite IVA, come per tutte le altre categorie di lavoratori colpiti in prima linea dall’emergenza coronavirus.

Alla politica si chiede una ricetta efficace. E sugli ingredienti indispensabili c’è anche chi, al momento, sospende il giudizio. Alla domanda diretta sull’efficacia delle misure del DL Cura Italia, Antonio S. risponde:

“vorrei dire “Sì” mettendomi nei panni del Governo, ma tutto dipenderà dalla durata della sospensione del lavoro. Certo, se dovesse prolungarsi bisognerà escogitare ulteriori misure, ma sarebbe un grosso guaio e non solo per le partite IVA”.

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