Per garantire alle lavoratrici madri con almeno due figli o figlie il bonus mamme fino a 480 euro è servita una colletta. Dal fondo per la povertà al turismo, da dove arrivano i fondi?

Per garantire il bonus mamme 2025 alle lavoratrici nella nuova formula di un contributo mensile, fino a un massimo di 480 euro, è servita una “colletta”.
Nonostante la ridefinizione dell’agevolazione, prevista in principio come un esonero contributivo, i 300 milioni di euro stanziati dalla Legge di Bilancio 2025 per le madri con almeno due figli non bastano.
Bonus mamme 2025, dalla povertà al turismo: i fondi per il contributo da 480 euro
Abbiamo aggiunto un “ulteriore stanziamento di 180 milioni” per individuare una “modalità diversa” di riconoscimento del bonus mamme, anticipava la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone parlando delle novità appena approvate lo scorso 20 giugno.
In totale, alla luce della revisione contenuta nell’articolo 6 del DL n. 95 del 2025, serviranno 480 milioni di euro per l’anno 2025 e in 13 milioni di euro per il 2026.
Ma da dove arrivano i fondi aggiuntivi?
La parte dei 13 milioni viene prelevata dal Fondo per il sostegno alla povertà e per l’inclusione attiva dove sono stata indirizzate le risorse che derivano dalla soppressione del reddito di cittadinanza.
Mentre gli altri 180 milioni di euro rientrano, insieme al rinvio della sugar tax e alla riduzione dell’IVA sugli oggetti d’arte, tra le spese del Decreto Economia che saranno coperte con una colletta di risorse da più fonti.
La lista è lunga e, tra le altre, vengono prelevate delle quote:
- dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, in linea con le regole approvate durante il periodo Covid sugli apporti di liquidità, e tramite la riduzione degli stanziamenti per una serie di programmi già previsti:
- partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE;
- oneri per il servizio del debito statale;
- fondi di riserva e speciali;
- dalle somme versate all’entrata del bilancio dello Stato e non ancora riassegnate alla data del 15 giugno;
- con la riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica e la compensazione degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente;
- dal Fondo unico nazionale per il turismo.
Anche grazie a questa colletta fatta tra fondi e ministeri, le lavoratrici madri, dipendenti, autonome, professioniste, potranno accedere alla fine del 2025 a un contributo mensile di 40 euro, fino ad arrivare a un massimo di 480 euro. L’importo sarà netto e non avrà un impatto sull’ISEE.
Bonus mamme 2025, da esonero a contributo di fine anno: si prende tempo?
L’agevolazione prevista in principio aveva una natura del tutto diversa: doveva assumere la forma di un parziale esonero della quota dei contributi previdenziali, sulla falsa riga di quella già prevista in via sperimentale dal 2024 per le lavoratrici con almeno tre figli o figlie e con un contratto a tempo indeterminato.
L’agevolazione contributiva è pari al 100 per cento della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, nel limite massimo annuo di 3.000 euro riparametrato su base mensile.
Il valore massimo delle due misure, quindi, è molto diverso. Così come diversi sono i requisiti: dal 2025 il bonus mamme spetta a un numero più ampio di lavoratrici.
E se è vero che già sulla carta, con le disposizioni della Manovra 2025, la nuova decontribuzione appariva meno vantaggiosa e più ampia, è anche vero che la riscrittura dell’agevolazione, associata alla necessità di recuperare risorse da più fronti per garantire un contribuito massimo di 480 euro e al ritardo sul decreto, fa supporre una difficoltà di attuazione di quanto previsto.
L’esigenza di ridefinire in corsa la misura sembra più che altro un modo per prendere tempo, e forse anche risorse, per tradurre in pratica una decontribuzione che appaia quantomeno una variazione su tema di quella approvata in principio. Per ora, il confronto è rimandato al prossimo anno quando i due esoneri dovranno convivere.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus mamme 2025: una “colletta” per garantire il contributo di 480 euro