Assegno unico, come funziona quando i figli compiono 18 anni? L’integrazione della domanda

Giuseppe Guarasci - Leggi e prassi

Assegno unico, come funziona quando i figli compiono 18 anni? Per continuare a beneficiarne i neomaggiorenni devono rispondere a specifici requisiti e, per questo motivo, è necessario procedere con l'integrazione della domanda per ottenere i pagamenti. Dall'INPS le istruzioni da seguire.

Assegno unico, come funziona quando i figli compiono 18 anni? L'integrazione della domanda

Assegno unico, come funziona quando i figli compiono 18 anni dopo che i genitori hanno inviato già la richiesta? Fino a 21 anni si ha diritto ai benefici, ma solo in presenza di specifiche condizioni (non richieste in caso di disabilità).

Per questo motivo, quando i ragazzi e le ragazze diventano maggiorenni bisogna procedere con l’integrazione della domanda per continuare a ricevere i pagamenti. In alternativa il figlio o la figlia in prima persona possono richiedere direttamente gli importi a cui hanno diritto.

Dall’INPS le istruzioni da seguire.

Assegno unico, come funziona quando i figli compiono 18 anni? Necessaria l’integrazione della domanda

L’assegno unico, entrato in vigore lo scorso 1° marzo, è il nuovo strumento a sostegno della genitorialità per le famiglie che hanno figli a carico a partire dal 7° mese di gravidanza senza limiti di età in caso di disabilità e fino al compimento dei 21 anni.

Le condizioni per riceverlo, però, cambiano quando le ragazze e i ragazzi compiono 18 anni. L’importo mensile, che va da un minimo di 50 euro a un massimo di 175 euro considerando solo la cifra base, si riceve per i tre anni successivi al compimento della maggiore età solo in presenza di uno dei seguenti requisiti:

  • frequenza di un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
  • svolgimento di un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
  • registrazione come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
  • svolgimento del servizio civile universale.

Ma cosa succede quando il figlio o la figlia compie 18 anni dopo che la domanda è stata già presentata?

A spiegare come funziona l’assegno unico quando si diventa maggiorenni è l’INPS nel messaggio numero 1714 del 20 aprile 2022.

Due sono le ipotesi:

  • i ragazzi e le ragazze presentano una nuova domanda in prima persona che fa decadere quella presentata dai genitori in precedenza e ottengono i pagamenti direttamente;
  • gli interessati e le interessate non procedono in autonomia, e la richiesta inoltrata all’INPS in principio viene posta in stato di “Evidenza”: per continuare a ricevere gli importi previsti è necessaria una integrazione per dichiarare di essere in regola con i nuovi requisiti richiesti.
Messaggio INPS numero 1714 del 20 aprile 2022
Assegno unico e universale per i figli a carico di cui al decreto legislativo n. 230/2021. Ulteriori chiarimenti su maggiorazioni per il nucleo per figli maggiorenni e genitori separati

Assegno unico, cosa succede quando i figli compiono 18 anni? Istruzioni su come funziona l’integrazione della domanda

Soffermandoci sul secondo caso, se ad esempio la domanda è stata regolarmente presentata a marzo ma il figlio compie 18 anni a luglio, a partire da questo mese la domanda verrà messa in stato “Evidenza” per consentire al genitore di integrare le informazioni già fornite in base alle regole previste dalla normativa.

Per continuare a ricevere i pagamenti dell’assegno unico, sarà necessario procedere come segue:

  • accedere alla domanda on line, nella sezione “Consulta e gestisci le domande che hai presentato”;
  • selezionare la “scheda” relativa al figlio neomaggiorenne;
  • entrare nella nuova pagina e selezionare la presenza di una delle condizioni alternative previste per i ragazzi e le ragazze fino a 21 anni.

L’INPS specifica:

“Dopo il salvataggio dei dati inseriti, la domanda integrata è posta nuovamente in istruttoria per le necessarie verifiche, con riconoscimento, in caso di esito positivo, delle somme arretrate spettanti (dal mese successivo a quello di compimento della maggiore età)”.

In linea con il periodo di copertura dell’assegno unico, 12 mesi a partire da marzo, l’integrazione è possibile solo fino alla scadenza del 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui è stata presentata la domanda.

Una volta scaduta la richiesta originaria, non sarà più possibile integrare i dati mancanti.

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