La TARI continua la sua corsa, con un nuovo aumento registrato nel 2025. Il motivo è legato anche al debutto del bonus sociale atteso nel 2026, che nell'immediato porta a un balzello sulla tassa rifiuti per tutti
Nuovo aumento della TARI nel 2025: non si arrresta la corsa della tassa sui rifiuti, che continua a pesare sui conti di famiglie e imprese.
Stando ai dati pubblicati da Cittadinanzattiva, l’aumento è del 3,3 per cento: il valore della TARI è salito da 329 euro a 340 euro in media, e restano profonde le differenze tra Nord, Centro e Sud Italia.
La nota positiva è che cresce in parallelo anche la raccolta differenziata, ma i servizio nel complesso continua ad essere ritenuto inadeguato dal 43 per cento degli italiani.
La TARI torna quindi al centro dell’attenzione e sugli aumenti incide anche il bonus sociale annunciato nel 2025 ma che partirà dal punto di vista operativo nel 2026. Per finanziarlo è stato introdotto un “nuovo balzello”, a carico di tutti e anche degli stessi destinatari dello sconto sulla tassa rifiuti.
La TARI aumenta ancora nel 2025: 340 euro in media per famiglia, differenze tra Nord e Sud
A far tornare in auge il tema della TARI e, più in generale, dei costi di gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, è il Rapporto 2025 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva.
La spesa media nazionale nel 2025 è salita del 3,3 per cento, per un valore passato dai 329 euro del 2024 a 340 euro in media per famiglia (considerando un nucleo composto da 3 persone e una casa di 100 mq).
Lo scenario non cambia guardando alle diverse regioni e ai capoluoghi di provincia. Tranne che in Molise, Valle d’Aosta e Sardegna, il peso della TARI è aumentato ovunque, sebbene con differenzi territoriali marcate.
La spesa media al Nord è di 290 euro, valore che al Centro sale a 364 euro e che al Sud è pari a 385 euro. Puglia, Campania e Sicilia sono le regioni più costose, mentre all’estremo opposto si collocano il Trentino Alto Adige, la Lombardia e il Veneto.
Le differenze si riflettono anche sul dato relativo alla raccolta differenziata, altro elemento messo in evidenza nel Report sulla TARI 2025: al Nord raggiunge il 73 per cento dei rifiuti prodotti, dato che scende al 62 per cento al Centro e al 59 per cento al Sud.
| Regione | Tari 2025 | Tari 2024 | Variazione % | Raccolta differenziata 2023 |
|---|---|---|---|---|
| Abruzzo | 358 € | 352 € | 1,7% | 64,6% ↑ |
| Basilicata | 327 € | 318 € | 2,7% | 64,9% ↑ |
| Calabria | 353 € | 348 € | 1,2% | 55,1% ↑ |
| Campania | 418 € | 407 € | 2,8% | 56,6% ↑ |
| Emilia Romagna | 284 € | 275 € | 3,2% | 77,1% ↑ |
| Friuli Venezia Giulia | 274 € | 270 | € 1,7% | 72,5% ↑ |
| Lazio | 383 € | 376 € | 1,8% | 55,4% ↑ |
| Liguria | 370 € | 359 € | 2,9% | 58,3% ↑ |
| Lombardia | 262 € | 254 € | 3,1% | 73,9% ↑ |
| Marche | 279 € | 265 € | 5,5% | 72,2% ↑ |
| Molise | 254 € | 254 € | 0% | 60,8% ↑ |
| Piemonte | 318 € | 308 € | 3,3% | 67,9% ↑ |
| Puglia | 445 € | 427 € | 4,4% | 59,0% ↑ |
| Sardegna | 348 € | 350 € | -0,6% | 76,3% ↑ |
| Sicilia | 402 € | 390 € | 3,1% | 55,2% ↑ |
| Toscana | 397 € | 373 € | 6,5% | 66,6% ↑ |
| Trentino Alto Adige | 224 € | 203 € | 10,8% | 75,3% ↑ |
| Umbria | 391 € | 371 € | 5,1% | 68,8% ↑ |
| Valle d’Aosta | 334 € | 365 € | -8,4% | 69,4% ↑ |
| Veneto | 290 € | 275 € | 5,4% | 77,7% ↑ |
| Italia | 340 € | 329 € | 3,3% | 66,6% ↑ |
(Fonte: Cittadinanzattiva – Osservatorio Prezzi&Tariffe, Novembre 2025)
A confermare i divari territoriali sono inoltre i dati relativi ai capoluoghi di regione: in cima alla classifica si collocano Catania (602 euro), Pisa (557 euro), Genova (509 euro) e Napoli (496 euro). All’estremo opposto invece Cremona (196 euro), Udine e Trento (199 euro).
Perché la TARI aumenta nel 2025: è anche l’effetto del bonus sociale sui rifiuti
Indagare i motivi dell’aumento della TARI non è semplice, anche perché la gestione della tassa sui rifiuti segue le regole specifiche previste a livello locale. Una delle motivazioni è però legata all’avvio del bonus sociale.
Paradossalmente, l’introduzione di uno sconto sul valore della tassa rifiuti porta all’effetto collaterale di un balzello per tutti.
Il motivo è legato all’assenza di un fondo specifico per il finanziamento della misura, introdotta nel corso del 2019 ma divenuta operativa solo nel 2025 con la pubblicazione della delibera ARERA 133/2025/R/rif.
Il bonus TARI consentirà alle famiglie con ISEE fino a 9.530 euro (20.000 euro per quelle numerose) di accedere a uno sconto del 25 per cento sul valore della tassa rifiuti. L’avvio è previsto dal 2026, ma ad anticiparlo è stata l’introduzione di una componente perequativa, un nuovo aumento applicato a livello nazionale su tutti i bollettini di pagamento.
Il valore è pari a 6 euro a utenza e già nel 2025 è stato applicato erga omnes, compreso ai cittadini che poi nel 2026 potranno contare sulla riduzione della TARI.
L’obiettivo è finanziare il bonus sociale, agevolazione prevista da una norma nazionale ma al cui finanziamento concorreranno i titolari di utenze domestiche e non. Un paradosso, che contribuisce ad appesantire l’impatto della TARI sui conti di famiglie e imprese.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: La TARI aumenta ancora nel 2025. Perché? È “colpa” anche del bonus sociale