SPID a pagamento a partire dal mese di luglio 2025: cosa cambia, per chi e perché si parla del possibile addio all'Identità Digitale gratuita

L’Identità digitale cambia. Dal 28 luglio 2025, InfoCert, uno dei principali gestori SPID in Italia, introdurrà un canone annuale di 5,98 euro (IVA inclusa) per chi vorrà mantenere attiva la propria identità digitale.
La comunicazione è arrivata in questi giorni agli utenti, che dovranno dare esplicito consenso al rinnovo e accettare le nuove condizioni economiche.
Una svolta significativa per un sistema che, dal 2014, è stato gratuito per i cittadini e che ora rischia di non esserlo più.
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SPID a pagamento, non solo InfoCert: il precedente di Aruba e i costi di Poste Italiane
InfoCert segue così le orme di Aruba, che ha già introdotto una quota simile negli scorsi mesi. Anche Poste, il gestore di oltre il 70 per cento degli SPID attivi, prevede una quota a carico degli utenti per alcune modalità di attivazione.
La mossa di InfoCert arriva in ogni caso in un contesto delicato.
Per anni, i gestori SPID hanno lavorato in regime di proroga, senza convenzioni attive e senza fondi pubblici. Solo a marzo 2025 sono stati sbloccati 40 milioni di euro stanziati dal Governo, ma InfoCert ha deciso comunque di rendere il servizio a pagamento.
La motivazione? Garantire standard “elevati di sicurezza e qualità”.
Cambio di paradigma? Verso l’addio graduale allo SPID
La decisione di InfoCert, apparentemente commerciale, si inserisce in un progetto istituzionale più ampio, ovvero l’uscita di scena graduale dello SPID a favore della Carta d’Identità Elettronica (CIE) e, in prospettiva, dell’IT Wallet europeo, previsto per il 2026.
Il governo ha da tempo annunciato l’intenzione di superare il sistema SPID, pur non fissando una data ufficiale. La coesistenza di due sistemi (SPID e CIE) genera infatti duplicazioni e costi. La digital wallet europea punta a centralizzare i servizi di identità, sanità, patente e firma in un’unica app, con la CIE come chiave d’accesso.
SPID gratuito: ancora possibile, ma non per tutti
Chi ha già un’identità SPID attiva con InfoCert o intende crearne una dal 28 luglio 2025, dovrà quindi decidere se pagare o cambiare gestore.
Per ora, non tutti i provider hanno introdotto costi, ad esempio Poste Italiane in caso di attivazione via SMS (se hai un cellulare certificato) o usando Passaporto Elettronico, Carta d’Identità Elettronica con PIN, Carta Nazionale dei Servizi con PIN o Firma Digitale, non fa pagare nulla.
Se invece si opta per l’identificazione in ufficio postale, il costo è di 12 euro. In alternativa, si può fare tramite l’app PosteID per 10 euro, pagando con bonifico o usando la Carta d’Identità Elettronica (anche senza PIN). Quello che però è il timore è che la strada tracciata da InfoCert venga seguita anche dagli altri, che limiteranno sempre di più le alternative gratuite.
Rimane la possibilità di rivolgersi a operatori che mantengono la gratuità, almeno per ora, oppure valutare direttamente l’uso della CIE, che comporta però costi legati al rilascio di circa 22 euro.
Transizione in corso, con costi (non solo economici)
La decisione di InfoCert potrebbe essere il primo segnale concreto del cambiamento, dallo SPID gratuito come servizio pubblico, alla CIE come identità digitale unica e integrata in un portafoglio europeo.
Una transizione tecnologica, ma anche politica, che punta alla semplificazione, ma che almeno per ora chiede ai cittadini di pagare di più per avere lo stesso accesso.
Chi non vuole pagare potrà cambiare gestore o attendere ulteriori sviluppi, ma il messaggio è chiaro: l’era dello SPID gratuito per tutti potrebbe essere al capolinea.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: SPID a pagamento, cosa cambia e per chi. Verso l’addio all’ID gratis?