POS obbligatorio: regole, sanzioni e agevolazioni

Anna Maria D’Andrea - Leggi e prassi

Consentire ai propri clienti di pagare con il POS è obbligatorio per artigiani, commercianti e professionisti. Un focus sulle regole e sulle sanzioni, ma anche sulle agevolazioni applicate alle commissioni

POS obbligatorio: regole, sanzioni e agevolazioni

Dotarsi di POS, e quindi consentire di pagare con carte e bancomat, è obbligatorio ormai da alcuni anni per tutti gli artigiani, commercianti e professionisti.

Dopo un periodo in cui l’obbligo è stato di fatto solo su carta, nell’ambito dell’attuazione del PNRR sono state introdotte specifiche sanzioni per le partite IVA sprovviste di POS e in caso di rifiuto di pagamenti tracciabili.

In parallelo, resta in campo un’agevolazione pensata per alleggerire il peso delle commissioni per gli esercenti, strutturata nella forma di credito d’imposta.

Nonostante non si tratti di una normativa recente, sono ancora molti i dubbi sul perimetro effettivo dell’obbligo, così come sull’esistenza o meno di un limite di importo al di sopra del quale è necessario accettare pagamenti con mezzi diversi dal contante.

Analizziamo quindi di seguito le regole da seguire per non incorrere in sanzioni.

POS obbligatorio da più di 10 anni: una legge datata ma resa effettiva dal PNRR

La discussione sull’obbligo di POS per tutte le partite IVA che effettuano operazioni nei confronti dei consumatori finali non è recente, ma al contrario se ne parla da anni.

Partendo dalla legge che ha previsto l’obbligatorietà di strumenti utili a garantire pagamenti con carte e bancomat, è bene evidenziare che la normativa di riferimento è contenuta nel DL n. 179/2012, convertito con modificazioni nella legge n. 221 del 17 dicembre 2012.

L’articolo 15, commi da 4 a 5, prevede che a decorrere dal 30 giugno 2014 tutti i soggetti che effettuano vendita di prodotti o prestazioni di servizi - anche professionali - sono tenuti ad accettare pagamenti mediante carte di debito, carte di credito o prepagate.

Accettare i pagamenti con POS è quindi un obbligo di legge e, nonostante derivi da una norma più che decennale, capita ancora di trovarsi di fronte a situazioni in cui al contrario si “preferisce” l’uso del contante.

Il motivo è legato anche a un avvio per fasi della norma, che fino a qualche anno fa non era accompagnata da una disciplina sanzionatoria chiara. Solo nell’ambito del PNRR l’obbligo è diventato effettivo, con la previsione di una doppia multa in caso di mancata accettazione di pagamenti con mezzi tracciabili.

Artigiani, commercianti e professionisti: obbligo di POS senza eccezioni

Prima di analizzare le conseguenze per chi non si dota di POS, è bene specificare che l’obbligo non prevede eccezioni.

Artigiani, commercianti, professionisti: chiunque effettui operazioni di vendita di prodotti o prestazioni di servizi B2C (nei confronti di consumatori finali) deve necessariamente consentire ai propri clienti di utilizzare questa modalità di pagamento.

L’unica deroga è prevista in caso di “oggettiva impossibilità tecnica”, come ad esempio in caso di malfunzionamenti o di assenza di connessione ad internet. Ovviamente, non si tratta di una scappatoia dall’obbligo, bensì di una tutela prevista in caso di “emergenza”.

Pagamenti con carte e bancomat, nessuna soglia minima

Non esiste una soglia minima per i pagamenti con mezzi diversi dal contante. Che si tratti di 1 euro, 10 euro, 100 euro o 1.000 euro, è obbligatorio consentire che il clienti usi carte o bancomat.

La doppia sanzione per chi rifiuta pagamenti digitali

Scendiamo quindi nell’analisi delle conseguenze per le partite IVA senza POS.

Secondo quanto previsto dal decreto legge n. 36/2022, adottato nell’ambito dell’attuazione del PNRR, dal 30 giugno dello stesso anno è prevista una doppia sanzione per chi rifiuta pagamenti con carte o bancomat.

Ad una multa di importo fisso, pari a 30 euro, si aggiunge una somma variabile pari al 4 per cento del valore della transazione.

La previsione di una specifica disciplina sanzionatoria è stato di fatto l’ultimo tassello per l’avvio a pieno regime dell’obbligo di POS, dopo 8 anni dalla sua effettiva decorrenza.

Per le sanzioni applicate in caso di violazione dell’obbligo di POS non sarà possibile procedere al pagamento in misura ridotta, ossia all’oblazione amministrativa, che consente, entro 60 giorni dalla contestazione immediata o dalla notificazione della violazione, di pagare una somma pari alla terza parte del massimo della sanzione o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento.

Credito d’imposta sulle commissioni POS

Il tema dell’accettazione di pagamenti con carte e bancomat si lega da sempre alla questione del peso delle commissioni per gli esercenti.

Su questo fronte è bene evidenziare che, sulla base delle transazioni effettuate, è possibile beneficiare di un’agevolazione fiscale nella forma di credito d’imposta.

Il bonus POS, disciplinato dall’articolo 22 del decreto legge n. 124/2019, garantisce un rimborso pari al 30 per cento delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito o prepagate.

Ad averne diritto sono gli esercenti attività di impresa, arte o professioni con ricavi e compensi relativi all’anno precedente di importo fino a 400.000 euro.

Il calcolo dell’importo spettante è effettuato sulla base dei dati trasmessi direttamente all’Agenzia delle Entrate da parte dei prestatori di servizi di pagamento a cadenza mensile. L’importo spettante può essere usato in compensazione, con il codice tributo 6916, dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa.

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