Fondo di previdenza complementare per le nuove nascite: cos’è e come funziona?

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Cos’è il fondo previdenziale per i nuovi nati previsto da uno degli emendamenti segnalati alla Legge di Bilancio 2026?

Fondo di previdenza complementare per le nuove nascite: cos'è e come funziona?

Non solo età pensionabile e riscatto dei periodi di stage: il “pacchetto previdenza” della Legge di Bilancio 2026 potrebbe prevedere anche un’altra novità.

Si tratta del Fondo di previdenza complementare per le nuove nascite, una misura volta a favorire la cultura previdenziale e a promuovere i fondi pensione.

Non si tratta di una novità assoluta: un sistema simile è stato introdotto recentemente in Trentino Alto Adige ed è già realtà in altri Paesi UE.

In pratica alla nascita del bambino o della bambina i genitori possono creare un fondo pensione in cui versare regolamentare con il contributo dell’INPS. Potranno poi essere riscattate a partire dalla maggiore età del beneficiario.

Fondo di previdenza complementare per le nuove nascite: cos’è e come funziona?

Sul fronte pensioni la Legge di Bilancio 2026 continua a riservare sorprese. Se da una lato non si ferma la discussione sul possibile stop all’aumento dell’età pensionabile a partire dal 2027 e sull’ipotesi di conferma anche per il prossimo anno di Quota 103 e opzione Donna, dall’altro gli emendamenti segnalati propongono anche altre novità in materia di previdenza.

Oltre alla nuova possibilità di riscattare ai fini pensionistici i periodi di stage e tirocinio, tra le proposte che saranno portate in discussione in Parlamento è spuntata anche quella di un fondo di previdenza complementare per le nuove nascite.

Si tratta di una misura già discussa in tempi recenti, soprattutto da quando è diventata realtà a livello locale, quando è stata introdotta in Trentino-Alto Adige seppure con modalità apparentemente diverse.

La misura consiste in un contributo per i nuovi nati da destinare ad un fondo di previdenza complementare.

L’obiettivo è quello di promuovere la cultura previdenziale, supportare e agevolare la formazione e l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, promuovendo in particolare il lavoro autonomo.

Come si legge nel testo dell’emendamento a firma FdI, per i nati dal 2026 viene istituito, a partire dal 1° gennaio, presso l’INPS il Fondo di previdenza per i Giovani (FPG).

Tale fondo ha natura individuale, quindi per ogni nuovo nato, e può essere attivato da parte dei genitori o di un parente entro il terzo grado o affine entro il secondo grado, entro i primi tre mesi di vita del bambino o della bambina.

La posizione previdenziale si attiva con un primo versamento volontario iniziale di minimo 100 euro.

All’attivazione del Fondo, l’INPS contribuisce con il versamento di 50 euro.

Come funziona il fondo di previdenza complementare per i nuovi nati?

Gli interessati possono poi procedere al versamento periodico di somme per incrementare la dotazione del fondo previdenziale in relazione alla posizione del figlio/parente.

A partire dal diciottesimo anno di età del beneficiario, le somme accantonate nel Fondo possono essere interamente riscattate.

Le risorse possono essere utilizzate per il pagamento delle spese universitarie o di formazione professionale oppure per l’avvio di un’attività d’impresa o di lavoro autonomo, che può essere svolta sia in forma individuale che di partecipazione.

Le modalità e la frequenza dei versamenti e i requisiti per il riscatto, anche anticipato, saranno definiti da un apposito decreto di Ministeri del Lavoro e dell’Economia, sentiti l’INPS e la COVIP. Tale decreto definirà in dettaglio anche la decadenza dai versamenti e le finalità per l’utilizzo delle somme.

Questo il contenuto dell’emendamento segnalato che sarà portato in discussione in Parlamento. Resta da vedere se la misura riuscirà a trovare spazio nel testo definitivo della Legge di Bilancio 2026.

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