Decreto Sicurezza 2025: apprendistato per detenuti e internati, novità anche per le imprese

Ginevra Franzoni - Leggi e prassi

Nel Decreto Sicurezza 2025 arriva anche l'estensione degli incentivi per i contratti di apprendistato volti all'assunzione di detenuti e internati. Agevolazioni alle imprese anche fuori dal carcere

Decreto Sicurezza 2025: apprendistato per detenuti e internati, novità anche per le imprese

Il Decreto Sicurezza 2025 introduce una serie di misure volte a rafforzare la sicurezza pubblica, migliorare la gestione delle carceri e favorire il reinserimento sociale dei detenuti.

Tra le novità approvate in via definitiva il 4 giugno c’è anche l’estensione dell’apprendistato professionalizzante a detenuti e internati, con la conseguente possibilità per le aziende pubbliche e private di beneficiare delle agevolazioni previste.

Questa iniziativa ha l’obiettivo di offrire strumenti di reinserimento sociale attraverso il lavoro e la formazione. Secondo le stime ufficiali, i beneficiari di questa misura potranno essere circa 1.300 detenuti ogni anno.

Apprendistato per detenuti e internati, cosa cambia con l’articolo 36 del DL Sicurezza 2025

Il provvedimento interviene sul Testo unico sull’apprendistato (D.lgs. n. 81/2015), modificando l’articolo 47, comma 4.

Grazie a questa modifica, viene estesa la possibilità di stipulare contratti di apprendistato professionalizzante anche per i detenuti che svolgono lavoro all’esterno del carcere, come previsto dall’articolo 21 della legge sull’ordinamento penitenziario (legge n. 354/1975).

In pratica, l’estensione riguarda sia gli internati sia i condannati che stanno scontando la pena usufruendo di misure alternative alla detenzione, tra cui ad esempio:

  • l’affidamento in prova al servizio sociale,
  • la semilibertà.

Questa misura non riguarda invece i detenuti in carcere non ammessi a misure alternative come ad esempio gli arresti domiciliari, salvo che vengano impiegati da cooperative o aziende dentro l’istituto penitenziario.

Fino ad oggi, l’apprendistato per i detenuti era di fatto limitato alle attività svolte dentro il carcere, spesso gestite da cooperative sociali. Con l’articolo 36, invece, questa possibilità si estende anche alle aziende pubbliche e private fuori dagli istituti penitenziari.

Va ricordato che la legge n. 193 del 2000 aveva già previsto importanti agevolazioni per favorire l’occupazione dei detenuti e internati.

In particolare, agevolava le aziende pubbliche e private che organizzano attività produttive e di servizi all’interno degli istituti penitenziari.

Incentivi per le imprese, gli sgravi contributivi arrivano anche fuori dal carcere

Accanto alla possibilità di assumere, l’articolo 36 prevede agevolazioni contributive per i datori di lavoro che impiegano queste categorie di lavoratori in apprendistato.

Con la nuova norma, anche le aziende private e gli enti pubblici che assumono detenuti fuori dal carcere potranno beneficiare della riduzione dei contributi, e non solo.

Il contratto di apprendistato professionalizzante, disciplinato dal Decreto legislativo n. 81/2015 è una particolare forma di contratto a tempo indeterminato a contenuto formativo, rivolto principalmente ai giovani tra i 18 e i 29 anni.

Tuttavia, è bene ricordare che, ai sensi dell’articolo 47, comma 4, dello stesso decreto, può essere utilizzato anche per i lavoratori disoccupati over 29, se beneficiari di indennità di mobilità o di trattamento di disoccupazione, ai fini della riqualificazione professionale.

Le imprese che assumono con questo tipo di contratto possono beneficiare di numerosi vantaggi come ad esempio sgravi contributivi del 100 per cento per i primi 3 anni (per aziende fino a 9 dipendenti), o retribuzioni iniziali più leggere dal momento che è prevista la possibilità di gestire in modo percentuale le assunzioni, crescenti in base all’anzianità.

I percorsi formativi sono finanziabili e i datori di lavoro possono essere esclusi da alcuni obblighi normativi e vantaggi fiscali come l’esclusione del costo dell’apprendista dal calcolo dell’IRAP.

Inoltre in caso di conferma del rapporto al termine dell’apprendistato, sono previsti ulteriori incentivi come ad esempio nel caso di una stabilizzazione a tempo indeterminato, è previsto un esonero del 50 per cento dei contributi per 12 mesi, fino a un massimo di 3.000 euro.

Quanto costa l’apprendistato per detenuti allo Stato

Il costo stimato per lo Stato è progressivo, partendo da 600.000 euro nel 2025 fino a quasi i 2 milioni annui dal 2029 in poi. Tuttavia, gli effetti positivi, anche in termini di gettito fiscale e riduzione della recidiva, sono considerati significativi.

Il nuovo apprendistato ha l’obiettivo di contribuire alla rieducazione e al reinserimento sociale beneficiando anche di vantaggi fiscali, ma per tutto il sistema penitenziario.

Si vuole superare una logica puramente punitiva, avvicinando il carcere al mondo reale del lavoro, con l’obiettivo di abbattere la recidiva e promuovere un rientro dignitoso nella società.

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