Contratti a termine, Calderone: “occorre rivedere le causali dei rinnovi e semplificare”

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Serve un cambio di paradigma per i contratti a termine. La Ministra del Lavoro è intervenuta nel corso del 6° Forum Nazionale Dei Commercialisti ed Esperti Contabili illustrando la nuova strategia. Bisogna rivedere le causali di rinnovo con particolare attenzione a quelle derivanti dalla contrattazione collettiva

Contratti a termine, Calderone: “occorre rivedere le causali dei rinnovi e semplificare”

C’è bisogno di rivedere le causali dei contratti a termine, dando priorità a quelle nate dall’esperienza dei CCNL e non a quelle di difficile applicazione.

Questa la posizione che la Ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha esposto durante il suo intervento presso il 6° Forum dei commercialisti ed esperti contabili del 23 gennaio 2023.

L’obiettivo è la semplificazione per consentire ai lavoratori e alle lavoratrici di trovare un nuovo rapporto in tempi brevi dopo la conclusione del contratto a termine.

Le regole stringenti stabilite dal Decreto Dignità, spiega Calderone, portano a considerare il contratto a temine come una forma di precarietà. La flessibilità, però, non va intesa solo in termini negativi, esiste anche una flessibilità necessaria, che permette alle imprese e ai lavoratori di uniformarsi alle diverse situazioni di mercato.

Questa tipologia contrattuale se usata in modo sapiente non comporta forme di precarizzazione.

Contratti a termine 2023, Calderone: bisogna rivedere le causali dei rinnovi e semplificare

La Ministra del Lavoro, Marina Calderone, è intervenuta nella prima giornata il 6° Forum dei commercialisti ed esperti contabili che si tiene a Milano il 23 e il 24 gennaio 2023.

Nel corso del dibattito è stata toccata la tematica dei contratti a termine, in particolar modo il loro rinnovo.

La Ministra Calderone si è espressa soprattutto sulla necessità di semplificazione, per permettere ai lavoratori e alle lavoratrici di accedere a nuovi contratti di lavoro in tempi brevi e sul rinnovo con causali.

Questa tipologia di contratto prevede che il rapporto di lavoro subordinato debba avere una durata determinata che non superi i 12 mesi.

Per fronteggiare l’emergenza sanitaria, il Decreto Sostegni bis aveva previsto che, fino al 30 settembre 2022, la durata del contratto potesse essere superiore a 12 mesi, senza superare i 24, in presenza di specifiche esigenze previste dai contratti collettivi.

L’Ispettorato del Lavoro, poi, tramite la nota n. 1363 del 14 settembre 2021, ha chiarito come il rinnovo e la proroga oltre i 12 mesi per esigenze indicate nei CCNL non siano sottoposti ad alcun limite temporale.

Tale limite, infatti, vale solo per la stipula del primo contratto con durata superiore ad un anno e non per le eventuali proroghe o rinnovi.

Secondo la Ministra Calderone, le causali di rinnovo devono essere riviste:

“una cosa sono le causali che nascono dall’esperienza della contrattazione collettiva e che per me sono buone e una cosa quelle che in sé che portano ad una tipizzazione di condizioni che poi sono di difficile applicazione. Dal mio punto di vista sono foriere di possibile contenzioso.”

Contratti a termine: flessibilità non significa necessariamente precarietà

Come dichiarato dalla Ministra del Lavoro al 6° Forum dei commercialisti ed esperti contabili, c’è bisogno di meno vincoli sui contratti a termine. Questa tipologia contrattuale se usata in modo sapiente non comporta forme di precarizzazione.

“Credo che si parta da un assunto sbagliato, quello di considerare la flessibilità come precarietà.

Credo che esista una flessibilità che come tale è necessaria, perché consente a imprese e lavoratori di uniformarsi alle situazioni di mercato.

E poi ci sono norme flessibili che vengono male utilizzate.”

Secondo la Ministra Calderone, dunque, bisogna semplificare le norme stringenti sul contratto a termine introdotte dal Decreto Dignità, che inquadrano il contratto a termine sotto una luce negativa, presupponendo che sia una forma di precarizzazione.

Rimettere mano alla normativa permetterebbe anche a lavoratori e lavoratrici, sottolinea la Ministra, di accedere a nuove offerte di lavoro in breve tempo non appena si conclude un contratto a termine.

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