Il 4 ottobre tornerà ad essere festa nazionale, si celebrerà San Francesco. Come sarà indicata la festività in busta paga?

Una nuova data si aggiungerà al calendario delle festività dell’anno scolastico e lavorativo.
Il 4 ottobre tornerà ad essere festa nazionale: si celebrerà San Francesco, patrono d’Italia e più in particolare i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà.
A prevedere la novità è la proposta di legge approvata in Commissione alla Camera e che sarà votata in Assemblea nei prossimi giorni. La PdL mira ad introdurre la festa nazionale di San Francesco d’Assisi in prossimità delle celebrazioni per la ricorrenza, nel 2026, dell’ottavo centenario della morte.
Al pari delle altre festività previste dalla Legge anche questa giornata sarà trattata in modo particolare per quanto riguarda la retribuzione di lavoratori e lavoratrici. Vediamo come cambia la busta paga.
Il 4 ottobre torna ad essere festa nazionale
La giornata del 4 ottobre tornerà ad essere festa nazionale. La proposta di legge che istituisce la festa nazionale di San Francesco d’Assisi è all’esame dell’Assemblea della Camera dei deputati e, dopo aver ricevuto l’approvazione da parte delle Commissioni interpellate, sarà votata a breve. Passerà poi all’esame del Senato.
Una proposta che si intreccia con la ricorrenza, nel 2026, dell’ottavo centenario dalla morte del patrono d’Italia che, si legge nel testo della PdL, incarna i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà.
Il testo si compone di tre articoli che disciplinano rispettivamente l’istituzione della festa nazionale il 4 ottobre, le celebrazioni istituzionali previste per l’occasione e le relative disposizioni finanziarie e finali.
La giornata del 4 ottobre è attualmente considerata solennità civile ma la disciplina relativa alla sua celebrazione è stata più volte modificata negli anni. Da ultimo nel 1977 quando fu abolita dalla legge n. 54. La nuova proposta di legge ripristinerebbe appunto la festività.
In occasione della giornata del 4 ottobre di ogni anno, si legge all’articolo 2, le scuole, le amministrazioni pubbliche e gli enti del Terzo settore possono favorire l’organizzazione di eventi, di manifestazioni e di celebrazioni che promuovano i princìpi e gli insegnamenti di San Francesco d’Assisi.
“Le istituzioni pubbliche a livello nazionale, regionale e locale possono promuovere in collaborazione con gli enti locali e le associazioni culturali e religiose, iniziative culturali, sociali ed educative, con particolare riguardo ai temi della pace, della fraternità tra i popoli, dell’inclusione sociale e della tutela dell’ambiente.”
Anche le scuole di ogni ordine e grado possono promuovere, nell’ambito della propria autonomia, la realizzazione di attività didattiche e di progetti educativi dedicati.
Il tutto, però, senza che ne derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le uniche spese autorizzate, come vedremo anche più avanti, sono quelle che derivano dal pagamento delle indennità e delle maggiorazioni dei compensi corrisposte a lavoratori e lavoratrici del settore pubblico (comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico e sanità)che svolgono attività nel giorno festivo.
Come cambia la busta paga?
La novità non si applicherebbe dalla prossima ricorrenza ma a partire dal 2026, come detto, in occasione dell’ottavo centenario dalla morte del santo (1226-2026).
Ma come si traduce il nuovo giorno festivo nella busta paga di lavoratori e lavoratrici?
Attualmente, ricordiamo, come previsto dalla legge n. 260/1949, sono considerati giorni festivi nazionali, oltre alle domeniche:
- il 1° gennaio: Primo giorno dell’anno; Maria Santissima Madre di Dio;
- il 6 gennaio: Epifania del Signore;
- il lunedì dopo Pasqua;
- il 25 aprile: Anniversario della Liberazione;
- il 1° maggio: Festa del lavoro;
- il 2 giugno: Festa nazionale della Repubblica;
- il 15 agosto: Assunzione della Beata Vergine Maria;
- il 1° novembre: Tutti i Santi;
- l’8 dicembre: Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria;
- il 25 dicembre: Natale;
- il 26 dicembre: Santo Stefano.
Il 4 ottobre si andrebbe, dunque, ad aggiungere a questo elenco. Di conseguenza, i lavoratori e lavoratrici dipendenti del settore privato, al pari degli altri giorni festivi, troveranno in busta paga la giornata festiva retribuita come se fosse lavorata. La retribuzione durante le festività è la normale retribuzione di fatto giornaliera, compresi gli accessori.
Chi viene pagato a ore, allo stesso modo, ha diritto alla normale retribuzione globale di fatto giornaliera compreso ogni accessorio e ragguagliata ad un sesto dell’orario settimanale di lavoro.
Chi, invece, sarà comunque impegnato nello svolgimento dell’attività lavorativa riceverà la maggiorazione prevista dal CCNL per il lavoro festivo.
Il ritorno del 4 ottobre come giornata di festa nazionale rappresenta quindi una buona notizia per lavoratori e lavoratrici dipendenti, dato che potranno godere di un giorno di festa retribuito o di una maggiorazione se svolgono comunque l’attività.
Come detto, è previsto uno stanziamento di fondi a copertura delle spese per i dipendenti della pubblica amministrazione impegnati nella giornata festiva, stimato in poco più di 10,6 milioni di euro.
Da segnalare, però, come la giornata di festa sarà effettivamente tale solo a partire dal 2027. Questo perché, come detto, la legge sarà in vigore dal prossimo anno ma nel 2026 il 4 ottobre cade di domenica. Anche l’autorizzazione di spesa, dunque, è disposta a partire dal 2027.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Anche San Francesco entra in busta paga