Flat tax a tre vie

Francesco Oliva - Irpef

La flat tax al centro dei temi fiscali affrontati dalla Legge di Bilancio 2023

Flat tax a tre vie

La Legge di bilancio 2023 conterrà tre diverse forme di flat tax.

È iniziata così la conferenza stampa da Palazzo Chigi di Giorgia Meloni, organizzata per la presentazione della Legge di Bilancio 2023. Informazione Fiscale ha seguito in diretta la conferenza stampa del Governo dalla Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma per aggiornare in tempo reale le lettrici ed i lettori rispetto alle ultime novità.

La Legge di Bilancio 2023 interverrà, come sempre accade in questi casi, su una molteplicità di settori: flat tax, reddito di cittadinanza, revisione della Legge Fornero, caro energia, concorrenza.

La conferenza si è aperta con Giorgia Meloni e per gran parte della sua iniziale presentazione si è concentrata sulla flat tax.

La parziale sorpresa qui è che non si parla di flat tax per i soli contribuenti che attualmente operano nel regime forfettario, ma ce ne saranno anche altre due.

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Flat tax sul reddito incrementale delle partite IVA

La prima flat tax di cui ha parlato Giorgia Meloni si riferisce all’incremento di reddito e ad oggi sembrerebbe riguardare tutte le partite IVA, operanti anche nel regime ordinario, oltre che nel regime forfettario.

Siamo ovviamente nel campo delle ipotesi, tuttavia ciò che emerge dalla conferenza stampa è un’ipotesi di tassazione incrementale ad aliquota fissa e pari al 15% per tutti i contribuenti operanti con partita IVA e che si applicherebbe all’incremento di reddito conseguito nel 2022, rispetto alla media dei redditi fiscali conseguiti nel triennio 2019-2021.

Qui si attende il testo ufficiale per comprendere soprattutto:

  • quali siano i soggetti interessati ovvero se tutte le partite IVA, in forma individuale o collettiva, e con quale regime contabile di riferimento ovvero ordinario, semplificato o forfettario;
  • quale sarà il meccanismo di calcolo ed il periodo esatto (dalla presentazione della Legge di Bilancio sembra che si voglia applicare il nuovo meccanismo dal periodo d’imposta 2022, tuttavia sarebbe più corretto immaginare l’applicazione di questa agevolazione fiscale dal 2023).

Flat tax potenziata per il regime forfettario

La seconda flat tax di cui ha parlato Giorgia Meloni si riferisce al potenziamento dell’attuale regime forfettario.

Qui l’ipotesi è di estendere per tutti i titolari di partita IVA nel regime agevolato i limiti di ricavi, passando da 65.000 ad 85.000 euro.

Altra modifica di rilievo sarà quella relativa all’uscita del regime.

Il Governo è intenzionato a prevedere una duplice situazione:

  • uscita immediata nel periodo d’imposta per coloro che sforano il limite di ricavi oltre una certa soglia da definire (in pratica è la stessa regola che si applicava in passato al vecchio regime dei minimi per il quale il superamento della soglia di 45.000 euro di ricavi comportava l’uscita immediata dal regime). Con conseguente ripresa a tassazione IRPEF ed IVA dei compensi percepiti;
  • uscita dall’anno successivo a quello in cui superano i limiti nel caso in cui il superamento sia al di sotto di determinate soglie (si era parlato di 40.000 euro come ipotesi).

La flat tax sui premi di produttività

La terza flat tax citata dal Presidente del Consiglio è relativa alla tassazione agevolata al 5% sui premi di produttività destinati ai lavoratori dipendenti.

Tuttavia, pur rimanendo sempre nel campo delle ipotesi, possiamo già affermare che tecnicamente è assolutamente improprio parlare di nuova flat tax per i lavoratori dipendenti.

La norma già esiste e prevede una tassazione di favore sui premi di produttività o di risultato, attualmente pari al 10%.

Non è uno strumento agevole, soprattutto per le PMI.

Il regime fiscale di favore previsto per i premi di produttività, per esempio, è strettamente legato al recepimento del regolamento nell’accordo collettivo aziendale o territoriale, mediante il quale le parti regolano in maniera condivisa gli aspetti del lavoro in azienda. E questo aspetto non è diffuso ma soprattutto immediato da porre in essere.

Si tratta, inoltre, di una misura che riguarda statisticamente pochi lavoratori e non incide sul cuneo fiscale complessivo, sul quale in ogni caso la Legge di Bilancio 2023 prevederà comunque altri interventi ad hoc.

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