Scuola senza pace, la didattica digitale integrata divide ministero e sindacati

Stefano Paterna - Scuola

Didattica a distanza, le Linee guida del ministero dell'Istruzione prevedono il ricorso alla didattica digitale in modalità integrativa per la sola scuola secondaria di secondo grado, e nel caso di una «seconda ondata» di COVID-19 per tutti gli istituti. Le critiche della Flc Cgil: necessari investimenti per nuovi locali e nuovo personale.

Scuola senza pace, la didattica digitale integrata divide ministero e sindacati

Scuola, didattica digitale integrata al centro della polemica tra ministero e sindacati.

Il nuovo fronte di battaglia tra sindacati e ministero dell’Istruzione riguarda le Linee guida per la didattica digitale integrata che il dicastero guidato da Lucia Azzolina ha inviato il 30 luglio al Consiglio superiore della pubblica istruzione in vista del rientro in aula previsto per il 14 settembre.

Dopo l’espressione del parere dell’organo di garanzia, il documento sarà inviato alle scuole e reso pubblico.

Tuttavia, le “voci di corridoio” poi smentite e anche il comunicato ufficiale hanno già suscitato la critiche del fronte sindacale della scuola, già in agitazione per tanti altri motivi: ad esempio, le modalità del Concorsone e la necessità di assumere più docenti e personale ATA per rispondere alle nuove esigenze di distanziamento fisico degli alunni per prevenire una nuova ondata di COVID-19.

Ma cosa contengono queste contestate linee guida?

Il documento in realtà include le indicazioni operative per i diversi istituti perché possano realizzare un loro Piano scolastico per la didattica digitale integrata, a partire dalle esperienze fatte nei lunghi mesi della chiusura delle aule e del massiccio ricorso alla Dad, la didattica a distanza.

In questo caso, tuttavia, il ricorso a questo tipo di strumento riguarda principalmente la scuola secondaria superiore.

La Dad potrà essere adottata in forma “integrata” con la didattica in presenza, mentre per le scuole che vanno dall’infanzia alla secondaria di primo grado solamente “qualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti”, come si legge nel comunicato del ministero.

Il Piano scolastico per la didattica digitale integrata sarà poi allegato al Piano triennale per l’offerta formativa di ciascuna scuola.

Scuola, i punti principali delle Linee guida per la Didattica digitale integrata

Il comunicato del ministero dell’Istruzione indica anche i punti chiave delle linee guida nel modo seguente:

  • le scuole dovranno realizzare una rilevazione del loro fabbisogno di strumenti informatici (tablet, pc, connessioni) per rendere evidente la eventuale necessità di integrarlo in relazione all’arrivo degli studenti delle prime classi e alla presenza di docenti a tempo determinato che non hanno la possibilità di fare ricorso alla Carta del docente per acquisti di questo tipo;
  • le lezioni effettuate attraverso la Ddi (Didattica digitale integrata) dovranno tenersi nello stesso orario di quelle in presenza;
  • nel caso di nuova chiusura generalizzata delle scuole per l’arrivo di una “seconda ondata” di Coronavirus le lezioni in Ddi dovranno essere effettuate in modalità sincrona per tutti gli studenti di una classe e con un orario minimo che va da almeno 10 ore per gli alunni delle prime classi della primaria, alle almeno 15 del primo ciclo (primarie tranne le prime classi e le secondarie di primo grado), alle almeno 20 per il secondo grado;
  • una particolare attenzione è infine riservata agli studenti disabili della secondaria di secondo grado per i quali andrà privilegiata la didattica in presenza con il docente di sostegno, anche nel caso che venga attivata la Ddi per tutti gli altri studenti in modalità integrata.

Scuola, le critiche di parte sindacale sulla didattica digitale integrata

Al momento, la prima “levata di scudi” contro le nuove linee guida è quella della Flc Cgil per la quale il documento svela le reali intenzioni del ministero dell’Istruzione, ovvero quello di utilizzare una didattica mista (a distanza e in presenza) per poi rivolgersi solo a quella “digitale” nel caso di nuove difficoltà legate al diffondersi dell’epidemia.

Il sindacato di categoria ricorda infatti che ad oggi non sono state garantite assunzioni tempestive di docenti e di personale aggiuntivo e il reperimento di nuovi locali per garantire il buon andamento di un anno scolastico straordinario, data la necessità di ridurre le classi e mantenere il distanziamento fisico tra le persone.

“In questi lunghi mesi di confronto - scontro con il Ministero” - ha dichiarato in proposito il segretario generale della Flc Francesco Sinopoli - “abbiamo sempre sottolineato, inascoltati, il fattore tempo, adesso è chiaro perché le soluzioni che abbiamo proposto non sono state approntate: la didattica a distanza è una soluzione a basso costo già sperimentata in emergenza e oggi proposta addirittura come innovazione. Chiediamo il ritiro delle Linee guida che propongono una didattica inefficace per chi è in difficoltà e incapace di raggiungere la totalità degli studenti. C’è bisogno di forti e immediati investimenti per affrontare la riapertura e, soprattutto, per restituire alla scuola tutte le risorse tagliate negli anni”.

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