Rientro a scuola, si parte ufficialmente il 14 settembre. Banchi, DAD e organici, è polemica

Stefano Paterna - Scuola

Rientro a scuola il 14 settembre 2020, è ufficiale. Un'ordinanza del ministero dell'Istruzione ha fissato anche al 1° del mese le attività di recupero per l'anno scolastico 2019-20. Nel frattempo la questione dei banchi singoli, della didattica a distanza e degli organici aggiuntivi di docenti e ATA sono al centro delle polemiche tra il ministro Azzolina, i media e i sindacati.

Rientro a scuola, si parte ufficialmente il 14 settembre. Banchi, DAD e organici, è polemica

Rientro a scuola per il nuovo anno scolastico fissato ufficialmente per il 14 settembre 2020.

A garantirlo è l’ordinanza del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina del 24 luglio nella quale si precisa che la data vale per gli istituti di ogni ordine e grado, mentre saranno poi le Regioni a fissare un vero e proprio calendario, tenendo però presente la necessità di garantire almeno 200 giorni di lezione.

Peraltro, a partire dal 1° settembre inizieranno anche le attività di integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico precedente.

Tutto a posto quindi? Neanche per idea, dato che appunto di certo sulle modalità di svolgimento della didattica, sugli organici a disposizione delle scuole (docenti e ATA) e perfino sugli arredi regna per ora l’incertezza e di conseguenza le polemiche più aspre: da quelle sul’utilità dei nuovi banchi singoli a rotelle a quelle sull’impiego della didattica a distanza (Dad) e sulla durata delle lezioni.

Rientro a scuola il 14 settembre 2020. Banchi e Dad al centro del mirino

Far ripartire la scuola dopo il periodo di chiusura dovuto all’epidemia di COVID-19 sarà un’impresa.

Deve essersene resa conto la Azzolina che in questi giorni è al centro di roventi polemiche da parte dei media e dei sindacati di categoria.

La quadratura del cerchio consiste nel riaprire i cancelli di tutti gli istituti scolastici a settembre, garantendo spazi sufficienti per il distanziamento fisico previsto dal Comitato Tecnico Scientifico, più personale docente e ATA per ridurre il numero degli alunni in classe e tenere aperte le scuole in orario prolungato.

Nello specifico l’attenzione generale si è fissata in queste ore su alcuni aspetti particolari: innanzitutto i banchi singoli a rotelle che sono stati bersaglio di critiche sia per il loro costo, sia per la loro effettiva utilità. Tuttavia, il ministro Azzolina ha respinto al mittente le accuse, smentendo il supposto costo di 300 euro e ribadendone l’utilità rispetto ai dubbi avanzati dall’economista Tito Boeri in questi termini:

“Il banco singolo” - dice la Azzolina in un post sul suo profilo Facebook - “aiuta il dirigente scolastico ad organizzare lo spazio per garantire il distanziamento e, in molti casi, a lasciare unito il gruppo classe. È anche abbastanza intuitivo, per la verità. Ma, ripeto, è indicazione precisa, nero su bianco, del Cts”.

Rimane, pero, il fatto che sarà difficile soddisfare una richiesta di 2,4 milioni di banchi arrivata dalle scuole nel tempo che intercorre tra ora e il 14 settembre.

L’altro terreno di scontro è quello sull’utilizzo della didattica a distanza e sui turni per evitare il sovraffollamento delle classi, consentendo a una parte di studenti di seguire le lezioni via computer.

Si tratta di un’ipotesi legata alle linee guida sulla didattica digitale che a breve dovrebbero essere inviate al Consiglio superiore della pubblica istruzione e uscita sulle pagine dei giornali e smentita anch’esse recisamente dal ministro insieme a quella della riduzione della durata delle lezioni a 45 minuti:

“Le linee guida sulla didattica digitale integrata non dicono questo. Nessuno studente starà una settimana a casa e una settimana a scuola. Diffondere queste notizie false scatena solo panico ingiustificato alle famiglie, agli studenti e al personale scolastico”.

Rientro a scuola a settembre, la questione degli organici

Ma la Azzolina non dorme sonni tranquilli nemmeno sul versante sindacale in relazione alla questione degli organici della scuola: sia docenti, sia ATA.

La novità in questo senso è venuta dall’incontro del 29 luglio tra il ministero dell’Istruzione e le organizzazioni di categoria per la presentazione dell’Ordinanza sul riparto delle risorse per “le dotazioni organiche aggiuntive per l’anno scolastico 2020/2021 previsto nel decreto Rilancio per far fronte alle esigenze legate all’emergenza sanitaria”.

Questi fondi pari a quasi un miliardo di euro verranno assegnati agli Uffici scolastici regionali (Usr) per incarichi temporanei di personale insegnante e amministrativo con priorità alla scuola dell’infanzia e primaria e sulla base del numero degli alunni e delle richieste avanzate dagli Usr. Una misura che nell’intenzione del ministero mira a derogare il numero minimo e massimo di alunni per classe per evitare il sovraffollamento.

Si tratta però di personale che a causa di un eventuale blocco delle attività dovuto a una nuova insorgenza di Coronavirus potrebbe essere licenziato per giusta causa in corso d’anno. Ipotesi che non piace affatto ai sindacati.

“L’orientamento sembra quello di assegnare subito il 50% delle risorse a tutti” - si legge in un comunicato della Uil Scuola - “sulla base del numero degli alunni e, successivamente, il restante 50% sulla base delle richieste motivate degli Uffici scolastici regionali. Si andrebbe a garantire solo un organico di emergenza, legato alla condizione pandemica.
Nessun cambio di passo rispetto agli anni precedenti.
Si dice di voler usare le risorse del Recovery Found per investire e poi si fa il contrario: organico ballerino e banchi. Stessa politica, stessa storia.
Siamo nel momento in cui – se si vuole veramente rientrare in classe a settembre – bisogna passare dalla politica dei banchi alla politica degli organici”
.

Insomma, la quadratura del cerchio è ancora lontana, mentre il 14 settembre si avvicina sempre più.

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