Quali imposte e tasse verranno ridotte nel 2024?

Panoramica sulle ultime novità fiscali della settimana, con particolare riferimento alle diverse ipotesi di agevolazioni fiscali che verranno introdotte in favore di lavoratori, pensionati, professionisti e aziende

Quali imposte e tasse verranno ridotte nel 2024?

In queste settimane si è iniziato a parlare insistentemente delle novità fiscali del prossimo anno, complice anche la recente nota di aggiornamento al DEF.

Ma in concreto, quali sono le nuove agevolazioni fiscali che realisticamente avremo nel 2024?

L’ultima settimana è stata effettivamente ricca di novità in ordine ai diversi interventi in cantiere per sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e intervenire contro l’inflazione e il caro prezzi.

Dalla Legge di Bilancio 2024 si attende la proroga del taglio del cuneo fiscale del 6 e del 7 per cento, ma anche la riforma dell’IRPEF con l’accorpamento delle prime due aliquote.

La riforma fiscale, poi, prevede anche misure agevolative in tema di IRES, a partire dall’ipotesi di una riduzione dell’aliquota del 24 per cento per chi assume nuove risorse e investe.

Novità in arrivo anche per quanto riguarda le tredicesime dei lavoratori e dei pensionati.

IRPEF 2024: risparmi medi mensili di 22 euro con l’accorpamento delle prime due aliquote e taglio del cuneo fiscale

La prima novità dal cantiere della Legge di Bilancio 2024 riguarda la riforma dell’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche.

Si tratta di una delle misure allo studio del MEF per ridurre la pressione fiscale sui contribuenti, uno degli obiettivi primari annunciati in vista della prossima Manovra. L’intento è quello di concentrare gli sforzi sui titolari di redditi medio-bassi per sostenere le famiglie contro l’inflazione e l’erosione del potere d’acquisto.

La novità per il prossimo anno sarebbe quella di accorpare le prime due aliquote IRPEF per garantire un concreto risparmio.

Nel dettaglio, l’operazione di revisione porterebbe a 28.000 euro il limite di reddito per l’applicazione dell’aliquota del 23 per cento. Si eliminerebbe quindi l’aliquota del 25 per cento che ad oggi è prevista per chi supera i 15.001 euro.

Non cambierà nulla per chi guadagna meno di 15.000 euro, il vantaggio di un simile intervento interessa tutti i contribuenti il cui reddito supera tale soglia ma è inferiore a 28.000 euro, con un risparmio massimo di circa 22 euro al mese.

Complementare alla revisione dell’IRPEF è il rinnovo del taglio del cuneo fiscale e contributivo del 6 e del 7 per cento che garantisce aumenti in busta paga fino a circa 100 euro per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti.

Un intervento atteso e già annunciato dal Governo per il quale saranno impiegate la maggior parte delle risorse previste per la Legge di Bilancio.

La conferma è arrivata anche dallo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, durante la presentazione della Nota di Aggiornamento al DEF il 27 settembre.

“Per l’anno 2024 abbiamo previsto un indebitamento del 4,3 per cento sul Pil che ci permetterà di confermare la decontribuzione già decisa l’anno scorso, di confermare e di potenziare gli interventi a favore della famiglia e di avviare l’applicazione della delega fiscale con il primo scaglione del 23 per cento.”

L’obiettivo per il 2024, quindi, è anche quello di confermare l’esonero contributivo che riguarda la quota dovuta dai lavoratori pari al 6 per cento per le retribuzioni fino a 35.000 euro e pari al 7 per cento per quelle fino a 25.000 euro.

Non ci sono ancora dettagli né sulla durata né sulla misura. Quello che è certo è che si tratta di due interventi che occupano i primi posti nella lista di priorità della Legge di Bilancio 2024.

IRES: ipotesi riduzione nel 2024 per chi assume e investe

La legge delega per la riforma fiscale prevede diverse novità anche in materia di IRES, l’imposta sul reddito delle società.

La legge n. 111 del 9 agosto 2023, infatti, introduce agevolazioni che prenderanno forma concretamente con l’approvazione dei decreti attuativi.

In particolare, si prevede una riduzione dell’aliquota dell’IRES ora la 24 per cento per:

  • le nuove assunzioni;
  • investimenti qualificati;
  • schemi stabili di partecipazione dei dipendenti agli utili.

Un’agevolazione prevista nel caso in cui si impieghi una somma che corrisponda in tutto o in parte al reddito entro i due periodi d’imposta successivi alla sua produzione.

Per le imprese che non possono accedere alla riduzione dell’imposta, viene prevista la possibilità di beneficiare di diversi incentivi relativi agli investimenti qualificati. Questi possono riguardare il potenziamento dell’ammortamento o la deducibilità dei costi relativi alle nuove assunzioni.

La detassazione delle tredicesime e la proroga per i forfettari

Tra le novità previste dalla riforma fiscale per il 2024 c’è anche la detassazione delle tredicesime.

Sulla scia degli altri interventi, l’obiettivo è quello di contrastare la perdita del potere d’acquisto di stipendi e pensioni, sostenendo così non solo i lavoratori dipendenti, ma anche i pensionati.

Si tratta di una detassazione tramite l’applicazione di un’aliquota del 15 per cento in favore dei titolari di redditi non superiori ai 35.000 euro annui.

Anche in questo caso restano da definire tempi e modalità. Se in primo momento sembrava che la novità si potesse attuare già da questo dicembre, ora non è più così, i numeri non lo permettono. Con tutta probabilità si dovrà aspettare il prossimo anno per poter beneficiare dell’intervento.

Si ricorda che il taglio del cuneo fiscale, anche quello potenziato al 6 e al 7 per cento, non si applica sulle tredicesime, che dunque per dicembre 2023 non dovrebbero subire variazioni in aumento.

Per quanto riguarda, poi, i contribuenti in regime forfettario, novità sono arrivate con la pubblicazione del nuovo decreto proroghe.

Il testo, infatti, decreta la proroga al 30 novembre 2024 della scadenza prevista per integrare i dati della dichiarazione dei redditi dei forfettari che, nelle ultime settimane, si sono visti recapitare le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate relative alla dichiarazione dei redditi 2022.

La norma, dunque, permette il rinvio della regolarizzazione dei dati omessi nel quadro RS.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network