Lotta all’evasione: gli obiettivi del triennio 2024 2026

Tommaso Gavi - Fisco

La lotta all'evasione fiscale è tra gli obiettivi del triennio 2024 2026. Nonostante sia stata registrata una diminuzione del tax gap rispetto al passato, la strada da fare è ancora molta

Lotta all'evasione: gli obiettivi del triennio 2024 2026

Sulla lotta all’evasione c’è ancora tanto lavoro da fare. L’obiettivo è stato inserito nell’“Atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2024-2026”.

Il documento, firmato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti il 28 dicembre scorso, fornisce le linee di indirizzo della politica fiscale e della gestione tributaria.

Oltre alla riduzione della pressione fiscale e alla promozione della compliance, uno dei pilastri è il contrasto all’evasione.

Una questione su cui sono stati fatti passi avanti anche se la strada da percorrere è ancora lunga.

Lotta all’evasione: gli obiettivi del triennio 2024 2026

Sulla lotta all’evasione fiscale si devono fare nuovi e ulteriori passi in avanti.

Sull’importanza di contribuire anche fiscalmente, facendosi carico della comunità, si è espresso anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel tradizionale discorso di fine anno.

Sergio Mattarella ha spiegato che:

“L’evasione riduce, in grande misura, le risorse per la comune sicurezza sociale. E ritarda la rimozione del debito pubblico, che ostacola il nostro sviluppo.”

Dopo aver chiarito gli effetti negativi dell’evasione, il Presidente della Repubblica ha sottolineato quanto di seguito riportato:

“Contribuire alla vita e al progresso della Repubblica, della Patria, non può che suscitare orgoglio negli italiani.”

Proprio il contrasto all’evasione è uno dei pilastri delle linee di indirizzo della politica fiscale e della gestione tributaria, inseriti nel “Atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2024-2026”.

MEF - Atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2024-2026
Documento firmato dal Ministro dell’Economia il 28 dicembre 2023.

Il documento è stato firmato dal Ministro dell’Economia, Giorgetti, e dopo una parte dedicata agli indirizzi generali, si sofferma sui pilastri di intervento del prossimo triennio:

  • riduzione della pressione fiscale;
  • promozione della compliance;
  • contrasto all’evasione.

Tra le raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea per l’Italia c’è, infatti, la riduzione della pressione fiscale grazie alle risorse ottenute da una revisione delle agevolazioni fiscali e dal recupero degli importo legato alla lotta all’evasione.

Il contrasto all’evasione e la riduzione strutturale del “tax gap” dovranno quindi essere funzionali all’attuazione della riforma fiscale.

A riguardo, come si legge nel documento:

“In particolare, è previsto come obiettivo la riduzione della ‘propensione all’evasione’ in tutte le imposte, escluse accise ed IMU, del 5 per cento nel 2023 rispetto al 2019 (target M1C1-116) e del 15 per cento nel 2024 rispetto all’anno d’imposta 2019 (target M1C1-121).”

Lotta all’evasione: la fotografia aggiornata

Per contrastare l’evasione fiscale, nella riforma del sistema tributario, il governo intende promuovere la prospettiva di controlli preventivi ex-ante.

Tale prospettiva verrebbe resa concreta dall’adempimento spontaneo attraverso il concordato biennale per le imprese di minore dimensione e la cooperative compliance per le imprese più grandi.

I controlli saranno indirizzati verso:

  • i casi di evasione totale;
  • le frodi IVA;
  • l’evasione fiscale internazionale.

I controlli saranno indirizzati:

“verso coloro che realizzano schemi frodatori per sottrarsi agli obblighi fiscali ovvero per percepire contributi a fondo perduto e aiuti non spettanti”.

Nell’indicare le linee di intervento dei prossimi tre anni, il documento fornisce anche una fotografia dei risultati della lotta all’evasione.

Viene richiamata la “Relazione sull’Economia Non Osservata e sull’Evasione Fiscale e Contributiva 2023”.

Nel triennio 2018-2020 sono stati fatti registrare miglioramenti nelle stime del tax gap , rispetto ai 109,3 miliardi di euro del 2017.

Nel complesso la riduzione è stata di 14,2 miliardi di euro: la fetta più grande di risorse recuperate è legata al gap dell’IVA, che è passato da 31,1 miliardi di euro nel 2018 a 22,9 miliardi di euro nel 2020.

Nel documento si sottolinea che la riduzione del 36 per cento del tax gap è stata legata principalmente a due fattori:

Quest’ultima azione è stata prevista per la quasi totalità dei soggetti, ad esclusione di medici e operatori sanitari per i quali è stato prorogato di un anno il divieto, per effetto delle disposizioni del decreto Milleproroghe 2024.

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