Flat tax, superbonus e limite contanti: perché FMI boccia l’Italia sul Fisco

Dalla flat tax fino all'aumento del limite per l'uso dei contanti, ma anche il superbonus: il FMI boccia l'Italia sul Fisco, guardando sia alle misure introdotte negli ultimi anni che a quelle in divenire. I perché nel report del 26 luglio

Flat tax, superbonus e limite contanti: perché FMI boccia l'Italia sul Fisco

Flat tax, aumento del limite all’uso dei contanti ma anche superbonus: dal Fondo Monetario Internazionale arriva una bocciatura decisa sul Fisco italiano.

Le criticità del sistema fiscale sono contenute nel rapporto del FMI pubblicato il 26 luglio 2023, che scandaglia punto per punto lo scenario economico del Paese, soffermandosi tra le altre cose sul fronte delle misure fiscali e in materia di lavoro e previdenza.

Le osservazioni fornite dagli economisti del Fondo Monetario Internazionale si inseriscono nella discussione sulle misure della riforma fiscale che, tra le novità, prevede il passaggio graduale ad una flat tax per tutti. Per il FMI si tratta però di una misura costosa e rischiosa sul fronte della progressività del sistema.

Critiche anche le osservazioni sulle sanatorie fiscali, sull’aumento del limite all’uso dei contanti e sul superbonus del 110 per cento, ritenuto inefficace.

Flat tax, superbonus e limite contanti: perché FMI boccia l’Italia sul Fisco

L’Italia ha retto l’urto causato dalla guerra tra Russia e Ucraina e nel 2022 è cresciuta del 3,7 per cento, con un aumento dei consumi privati trainati dalla ripresa dell’occupazione.

Il rapporto del FMI del 26 luglio delinea uno scenario positivo del Paese, ma evidenzia quelli che sono i rischi che potrebbero minare alla crescita a lungo termine, anche a fronte dell’inflazione, dei ritardi nella riduzione del debito pubblico e dell’accesso ai fondi del PNRR.

Tra le criticità evidenziate spiccano quelle relative alle politiche fiscali, con le osservazioni che si inseriscono nell’ambito della discussione sulle misure in cantiere nell’ambito della delega fiscale.

Il gettito dell’Italia è uno dei più alti, pari al 45 per cento del PIL e con entrate pari a 125 miliardi di euro. Altissimo secondo i dati del Fondo il cuneo fiscale, pari al 45 per cento, valore che scoraggia l’offerta di lavoro.

L’evasione fiscale, in particolare in materia di IVA, resta elevata ed è pari al 20,8 per cento del debito complessivo, valore di gran lunga superiore alla media europea che è pari al 9,1 per cento.

Ed è da questi dati che parte quindi l’analisi delle criticità sul Fisco italiano, che nonostante le misure introdotte negli anni per il contrasto all’evasione, tra cui la fatturazione elettronica obbligatoria e gli incentivi per i pagamenti elettronici, continua a presentare problematiche per le quali al momento non si intravedono soluzioni concrete.

Al contrario, il Fondo Monetario Internazionale punta il dito sugli interventi introdotti che potrebbero contribuire a indebolire ulteriormente la disciplina fiscale italiana e, tra questi, vengono menzionati l’incremento al limite per l’uso dei contanti, portato a 5.000 euro dalla Legge di Bilancio 2023, e le sanatorie fiscali previste nell’ambito dell’ampio progetto della tregua fiscale.

L’obiettivo di rafforzare le politiche antievasione previsto dal PNRR si scontra quindi con le recenti novità, ed è questo uno dei rischi posti in evidenza dal rapporto del FMI del 26 luglio.

Il documento guarda però anche al futuro, dedicando un capitolo specifico alle misure rientranti nell’ambito della riforma fiscale.

Fondo Monetario Internazionale - Rapporto sull’economia italiana del 26 luglio 2023
Clicca per scaricare il report completo del FMI

Flat tax, costi elevati e progressività a rischio. La riforma fiscale sotto la lente del FMI

Tra gli obiettivi della legge delega sul Fisco, attualmente all’esame del Senato, vi è la riduzione del carico fiscale su imprese e famiglie con il fine di stimolare la crescita economica, abbattere l’evasione e aumentare la competitività del Paese.

Le misure in cantiere però non convincono gli economisti del Fondo Monetario Internazionale che, in particolare, ritengono sconveniente il passaggio graduale ad una flat tax sostitutiva dell’attuale sistema IRPEF per aliquote e scaglioni.

La flat tax sarebbe “costosa in termini di entrate e metterebbe a rischio la progressività”. Nel mirino quindi da un lato le risorse da mettere in campo per il progetto ambizioso dell’imposta unica per tutti e, in parallelo, i rischi sul fronte della progressività del sistema che prevede che ciascuno paghi in relazione alle proprie effettive possibilità.

Ma oltre alla flat tax, il report analizza anche le ulteriori misure in cantiere.

L’obiettivo di utilizzare agevolazioni e crediti d’imposta per ridurre il carico fiscale è ritenuto una buona pratica, ma il sistema previsto ad oggi presenta alcune criticità. Il rapporto fa riferimento alla detrazione sul coniuge a carico, che disincentiva l’offerta di lavoro in quanto avvantaggia le famiglie in cui uno dei due coniugi non è occupato.

La proposta è quindi di sostituire la misura con un credito d’imposta sul lavoro.

Estremamente difficile da gestire, invece, l’applicazione di due aliquote differenti sugli utili aziendali, a favore degli utili non distribuiti utilizzati per assunzioni o investimenti. Secondo il FMI l’Italia dovrebbe invece soffermarsi su misure efficaci ed efficienti per incoraggiare investimenti ed occupazione nel rispetto dei criteri di progressività, ridurre il carico fiscale sul reddito da lavoro riducendo le aliquote marginali e razionalizzando i crediti e le detrazioni fiscali, a favore di famiglie con redditi bassi e medi.

Si torna poi sul tema del catasto: anche il Fondo Monetario Internazionale punta il dito sui valori non aggiornati ed evidenzia come sia necessario reintrodurre l’imposta sulle prime case, per aumentare le entrate in modo efficiente.

Superbonus, costo elevato ma inefficiente secondo il FMI

Un occhio poi al superbonus, misura finita nel mirino del FMI in quanto ha contribuito ad aumentare notevolmente la spesa pubblica.

Secondo quanto evidenziato nel rapporto il superbonus del 110 per cento è inefficiente in quanto finanzia investimenti che sarebbero avvenuti anche in assenza di benefici. Si tratta inoltre di una misura regressiva ed è stato soltanto modesto l’abbattimento delle emissioni di carbonio.

Bocciatura totale quindi, sia sul fronte dell’efficacia dal punto di vista del contribuente che per la tutela ambientale.

Sul fronte delle criticità successive alla sua introduzione, il FMI bacchetta l’Italia sulle procedure di controllo adottate e invita a rafforzare le verifiche preventive all’approvazione di misure di agevolazione fiscale.

Obiettivo futuro da perseguire, secondo il Fondo, è mirare a famiglie a basso reddito e ridurre la percentuale di agevolazione riconosciuta, per limitare sforamenti di bilancio e quelle che vengono definite nel rapporto come “spese inutili”.

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