Cos’è il dumping fiscale di cui l’Italia è “accusata”?

Rosy D’Elia - Fisco

Meloni risponde alle accuse della Francia sul dumping fiscale: cos'è e come funziona?

Cos'è il dumping fiscale di cui l'Italia è “accusata”?

Con una nota pubblicata nella serata del 31 agosto, la premier Giorgia Meloni difende l’Italia dalle accuse di dumping fiscale che arrivano dalla Francia. Ma di cosa si tratta?

Il termine dumping deriva dal verbo inglese “to dump”, ovvero scaricare. In ambito economico definisce una pratica commerciale scorretta per cui si garantiscono prezzi più vantaggiosi sui mercati esteri rispetto a quelli che si praticano nel mercato interno.

Applicato al Fisco, si usa per definire un dislivello tra sistemi fiscali che genera una perdita di gettito per alcuni paesi.

Un accordo storico in questo senso è stato raggiunto nell’ambito della riforma fiscale globale che, tra le altre novità, prevede l’introduzione della global minimum tax, un’imposta su scala globale che le società sono chiamate a pagare e su cui anche l’UE ha raggiunto un’intesa per l’applicazione concreta.

Queste pratiche scorrette senza interventi normativi possono “minare le fondamenta della stessa costruzione europea”, sottolineava qualche anno fa Roberto Rustichelli, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, durante l’audizione alla Camera sul Programma di lavoro della Commissione europea e sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia alla Unione europea, tracciando un quadro del funzionamento della concorrenza fiscale sleale tra i paesi UE e delle sue conseguenze, che è ancora del tutto utile per comprendere le dinamiche alla base del dumping fiscale.

AGCM - Audizione presso la Camera dei Deputati - XIV Commissione del 2 luglio 2020
Audizione del Presidente Rustichelli in relazione al Programma di lavoro della Commissione europea per il 2020 e alla Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia alla Unione europea nell’anno 2020.

Dumping fiscale, che cos’è e come funziona

In linea generale con il termine dumping si fa riferimento a pratiche di concorrenza sleale che assumono caratteristiche specifiche in base al contesto in cui si applicano.

In ambito fiscale evidenzia l’esistenza di sistemi di tassazione capaci di garantire, rispetto ad altri, un trattamento fortemente più vantaggioso ai contribuenti. La conseguenza? Una disparità tra gli Stati da diversi punti di vista, anche nell’attrarre investimenti esteri.

Questo tipo di asimmetria può riguardare anche altri contesti. Si parla, ad esempio, anche di dumping salariale per indicare lo sbilanciamento tra lo stipendio percepito da un lavoratore in base alle regole del mercato del lavoro estero, che lo svalutano, rispetto a quello a cui si avrebbe diritto con i parametri del paese di origine.

Dumping fiscale: l’Italia si difende dalle accuse francesi

Nello specifico i riflettori sul tema si sono accesi sul perimetro fiscale, dopo le dichiarazioni arrivate nella giornata del 31 agosto 2025 dalla premier Giorgia Meloni in risposta alle affermazioni del primo ministro francese François Bayrou rispetto a una politica italiana di dumping fiscale a danno della Francia.

Il riferimento è alle agevolazioni fiscali previste per chi arriva dall’estero, come la cosiddetta flat tax dei paperoni, che però dall’agosto dello scorso anno risulta raddoppiata, e il regime impatriati, che dall’inizio del 2024 risulta meno accessibil e meno vantaggioso.

“L’Italia non applica politiche di immotivato favore fiscale per attrarre aziende europee e, con questo Governo, ha addirittura raddoppiato l’onere fiscale forfettario in vigore dal 2016 a carico delle persone fisiche che trasferiscono la residenza in Italia. L’Italia è piuttosto, da molti anni, penalizzata dai cosiddetti “paradisi fiscali europei”, che sottraggono alle nostre casse pubbliche ingenti risorse. Confidiamo che, dopo queste affermazioni del suo primo ministro, la Francia voglia finalmente unirsi all’Italia per intervenire in sede di Unione Europea contro quegli Stati membri che applicano da sempre un sistematico dumping fiscale, con la compiacenza di alcuni Stati europei”.

Ha sottolineato Meloni.

Dumping fiscale, che cos’è e quali sono le conseguenze per l’Italia e per l’Europa

Un esempio utile per comprendere come funziona e quali effetti derivano dal dumping fiscale è il panorama tracciato sul fronte europeo da Roberto Rustichelli, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, durante l’audizione alla Camera dei Deputati del 2 luglio 2020 sul Programma di lavoro della Commissione europea per il 2020 e sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia alla Unione europea nell’anno 2020.

“Paesi come l’Irlanda, l’Olanda e il Lussemburgo sono veri e propri paradisi fiscali nell’area Euro, che attuano pratiche fiscali aggressive che danneggiano le economie degli altri Stati membri e che, anche grazie a queste pratiche, registrano elevatissimi tassi di crescita”.

Con queste parole, Rustichelli forniva esempi concreti, evidenziando anche le conseguenze del dumping fiscale per l’Italia e per l’Europa: un danno dai 5 agli 8 miliardi di dollari ogni anno.

“Alcune ricerche stimano che, a causa della concorrenza fiscale sleale a livello europeo, il fisco italiano perde la possibilità di tassare oltre 23 miliardi di dollari di profitti: 11 miliardi di profitti vengono spostati in Lussemburgo, oltre 6 miliardi in Irlanda, 3,5 miliardi in Olanda e oltre 2 miliardi in Belgio”.

Ma le conseguenze negative si estendono oltre i singoli stati. Dalle stime sui fenomeni di dumping fiscale, nei 20 anni precedenti, emergono minori entrate per circa 35-70 miliardi di euro all’anno per l’Unione Europea.

Nel confronto tra l’Italia e i paradisi fiscali europei, i dati parlano chiaro: dalla crescita del PIL al livello di attrattività di investimenti esteri.

- Italia Irlanda Lussemburgo Olanda
Crescita del PIL negli ultimi 5 anni 5% 60% 17% 12%
Reddito Pro capite 2019 28.860 60.350 83.640 41.8702
Investimenti esteri diretti 19% del PIL 311% del PIL 5.760% 535%
Imposte sulle società 2% del PIL 2,7% del PIL 4,5% del PIL Dato non disponibile

Nella panoramica fornita da Rustichelli i dislivelli tra gli Stati europei non si fermano al sistema fiscale, ma si estendono anche a quello contributivo con conseguenze importanti anche sulle tutele e sulle retribuzioni dei lavoratori.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network