Credito di imposta ricerca, formazione, beni strumentali: il Piano Transizione 4.0

Alessio Mauro - Incentivi alle imprese

Credito di imposta ricerca, formazione 4.0, beni strumentali: guida MISE al Piano Transizione 4.0. Incentivi anche per innovazione, investimenti nell'ambito della sostenibilità ambientale e per le attività di design. Dettagli e istruzioni nella nuova sezione del portale del Ministero dello Sviluppo Economico.

Credito di imposta ricerca, formazione, beni strumentali: il Piano Transizione 4.0

Credito di imposta ricerca, formazione 4.0, beni strumentali: guida MISE al pacchetto di incentivi previsti dal Piano Transizione 4.0. Agevolazioni previste anche per le aziende che investono nell’ambito dell’innovazione, della sostenibilità ambientale e del design.

Dettagli e istruzioni per l’accesso nella nuova sezione ad hoc del portale del Ministero dello Sviluppo Economico.

“Le principiali azioni che sono state introdotte, su impulso del Ministro Stefano Patuanelli, con la Legge di Bilancio 2020 puntano a incentivare e supportare le imprese attraverso il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali, in ricerca e sviluppo, in innovazione e design e nella formazione 4.0”.

Così si legge nella notizia pubblicata sul portale il 14 febbraio 2020.

In particolare, ammontano a 7 miliardi le risorse a disposizione e sono tre le misure previste per le aziende che agiscono in ambiti diversi:

  • credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design;
  • credito d’imposta per investimenti in beni strumentali;
  • credito d’imposta formazione 4.0.

Credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design: gli incentivi MISE del piano Transizione 4.0

Favorire i processi nell’ambito dell’economia circolare, della sostenibilità ambientale e della transizione digitale e sostenere la competitività delle aziende è l’obiettivo del credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design. Uno dei tre strumenti del Piano Transizione 4.0.

Accesso libero a tutto le imprese residenti nel territorio dello Stato, comprese le stabili organizzazioni di soggetti esteri, a prescindere dalla loro natura giuridica.

Il valore dell’agevolazione varia in base all’ambito delle spese effettuate:

  • il credito d’imposta ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico è pari al 12% delle spese agevolabili nel limite massimo di 3 milioni di euro;
  • il credito d’imposta innovazione prevede due diverse tipologie:
    • se le attività sono finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati è pari al 6% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro;
    • per le attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0 l’incentivo è più vantaggioso ed è pari al 10% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro;
  • il credito di imposta design e ideazione estetica per la concezione e realizzazione dei nuovi prodotti e campionari nei settori tessile e della moda, calzaturiero, dell’occhialeria, orafo, del mobile e dell’arredo e della ceramica, e altri individuati con successivo decreto ministeriale è pari al 6% delle spese agevolabili nel limite massimo di 1,5 milioni di euro.

L’agevolazione è fruibile solo in compensazione in tre quote annuali dello stesso importo a partire dal periodo d’imposta successivo a quello di maturazione.

Chi ha intenzione di beneficiare degli incentivi previsti dalla Legge di Bilancio 2020 deve seguire precise istruzioni:

  • effettuare le spese nel periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019;
  • indicare nella certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti l’effettivo sostenimento delle spese (per i soggetti che non hanno l’obbligo della revisione legale dei conti si prevede aumento del credito d’imposta per un importo non superiore a 5.000 euro a sostegno delle spese di certificazione);
  • redigere una relazione tecnica che illustri le finalità, i contenuti e i risultati delle attività ammissibili svolte;
  • inviare una comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico, secondo le indicazioni che saranno fornite.

Tutti i dettagli nella pagina dedicata specificamente al credito d’imposta ricerca, sviluppo, innovazione e design.

Credito d’imposta beni strumentali: gli incentivi MISE del piano Transizione 4.0

Con il credito di imposta beni strumentali, invece, il Ministero dello Sviluppo Economico sostiene le imprese che investono in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi destinati a strutture produttive che si trovano sul territorio dello Stato.

Si tratta di un incentivo a cui possono avere accesso tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti a prescindere dalla natura giuridica che le contraddistingue. Solo per gli investimenti in altri beni strumentali materiali le porte sono aperte anche ai liberi professionisti.

L’agevolazione è riconosciuta in misura diversa in base alla tipologia e al valore degli investimenti:

  • credito di imposta beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati:
    • 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
    • 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro;
  • credito di imposta beni strumentali immateriali funzionali ai processi di trasformazione 4.0:
    • 15% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 700.000. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute tramite soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza;
  • credito di imposta per investimenti in altri beni strumentali materiali:
    • 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro.

Il credito d’imposta si può utilizzare esclusivamente in compensazione in tre quote annuali dello stesso importo per gli investimenti in beni immateriali e in cinque quote annuali negli altri casi.

Chi ha intenzione di beneficiare delle agevolazioni deve seguire le istruzioni indicate dal MISE:

  • le agevolazioni sono applicabili dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2020, o entro il 30 giugno 2021. In questo ultimo caso entro il 2020 l’ordine deve risultare accettato dal venditore e deve essere avvenuto il pagamento di acconti pari almeno al 20% del costo di acquisizione;
  • per i beni tecnologicamente avanzati e immateriali, è necessario presentare una perizia tecnica rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale. Se il costo unitario di acquisizione non è superiore a 300.000 euro, basta invece una dichiarazione resa dal legale rappresentante;
  • le aziende interessante devono inviare una comunicazione al Ministero dello Sviluppo Economico, secondo le indicazioni che saranno fornite.

Tutti i dettagli per l’accesso sul portale MISE nelle pagine dedicate al Piano Transizione 4.0.

Credito d’imposta formazione 4.0: gli incentivi MISE del piano Transizione 4.0

Nel programma di incentivi, non mancano le agevolazioni per le imprese che intendono investire sulle nuove competenze del personale: il credito di imposta formazione 4.0 ha, infatti, l’obiettivo di sostenere la formazione sulle materie che riguardano le tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese.

Come negli altri due casi, al credito di imposta formazione 4.0 hanno accesso libero tutte le aziende a prescindere dalla loro natura giuridica.

Le dimensioni dell’impresa sono rilevanti per determinare il valore dell’incentivo:

  • piccole imprese: 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di €. 300.000;
  • medie imprese: 40% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di €. 250.000:
  • grandi imprese: 30% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di €. 250.000.

Sul portale MISE si leggono alcune precisazioni sul valore dell’agevolazione:

“La misura del credito d’imposta è aumentata per tutte le imprese, fermo restando i limiti massimi annuali, al 60% nel caso in cui i destinatari della formazione ammissibile rientrino nelle categorie dei lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati, come definite dal decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali del 17 ottobre 2017.

Sono ammissibili al credito d’imposta anche le eventuali spese relative al personale dipendente ordinariamente occupato in uno degli ambiti aziendali individuati nell’allegato A della legge n. 205 del 2017 e che partecipi in veste di docente o tutor alle attività di formazione ammissibili, nel limite del 30% della retribuzione complessiva annua spettante al dipendente”.

Come negli altri due casi, le somme possono essere utilizzate solo in compensazione e per l’accesso è necessario seguire specifiche istruzioni:

  • le spese devono essere effettuate nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019;
  • rispettare gli obblighi di documentazione contabile certificata;
  • rispettare l’obbligo di conservazione di una relazione che illustri le modalità organizzative e i contenuti delle attività di formazione svolte;
  • inviare una comunicazione ad hoc al Ministero dello Sviluppo Economico, secondo le specifiche indicazioni che saranno stabilite.

Dettagli e istruzioni sul portale MISE nella pagina dedicata al credito di imposta formazione 4.0.

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