Porte chiuse al condono fiscale: non si passa dalla tregua alla pace

Rosy D’Elia - Fisco

La settimana dal 17 al 23 luglio si è aperta con le dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini sulla necessità di una nuova pace fiscale e si è avviata al termine con la chiusura del viceministro Leo sull'ipotesi di un condono: la priorità sono i lavori della riforma fiscale. Sul fronte del Lavoro, poi, sono partite le prime lettere di assegnazione della social card dedicata a te e l'emergenza caldo ha imposto regole straordinarie: una sintesi

Porte chiuse al condono fiscale: non si passa dalla tregua alla pace

Serve “una grande e definitiva pace fiscale”: con questo leit motiv pronunciato da Matteo Salvini nei primi giorni della settimana cominciata il 17 luglio, si sono accesi i riflettori sulle ipotesi di un nuovo condono fiscale.

Dal direttore dell’Agenzia delle Entrate al viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo, tra i promotori della tregua fiscale appena ai nastri di partenza, le reazioni fuori e dentro alla maggioranza sono si sono fatte attendere.

Tutto questo mentre il Governo monitora l’andamento dei lavori sulla riforma fiscale per arrivare (ormai a ritmi record) all’approvazione definitiva del testo della legge delega entro la pausa estiva.

Non sono mancate le notizie anche da altri fronti: dopo mesi di stand by, secondo la tabella di marcia stabilita dall’INPS, dai Comuni sono partite le prime lettere di assegnazione della social card “dedicata a te”.

Fatti e notizie si sono avvicendate giorno dopo giorno nella settimana più calda dell’anno: un’emergenza che impone regole particolare anche per lo svolgimento delle attività lavorative.

Porte chiuse al condono fiscale: le priorità al momento sono altre

A scaldare ulteriormente gli animi in una settimana già rovente dal punto di vista climatico ci ha pensato il vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che già dal week end ha portato in campo l’ipotesi di una nuova “grande e definitiva pace fiscale”.

Durante una visita allo stabilimento Mermec-Ferrosud di Matera, il 15 luglio ha parlato della necessità di “liberare milioni di italiani ostaggio da troppi anni dell’Agenzia delle entrate”.

Il vicepremier ha mostrato di avere le idee chiare sul condono fiscale, o meglio sul saldo e stralcio, che vorrebbe mettere in campo:

“Sto parlando di italiani che hanno fatto la dichiarazione dei redditi e non sono riusciti a pagare tutto quello che dovevano, cioè gli evasori totali per me possono andare in galera e buttare la chiave, ma se qualcuno ha un problema fino a 30 mila euro che si trascina da anni, chiudiamola. Gliene chiediamo una parte e azzeriamo tutto il resto”.

Ha dichiarato, per poi tornare ancora nei giorni successivi sull’argomento e rafforzare la sua posizione.

Le reazioni non sono mancate, a partire dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, che ha subito precisato: “il contrasto all’evasione non è volontà di perseguitare qualcuno”.

Ma anche dai colleghi di Governo le risposte sono arrivate puntuali. In particolare il viceministro all’Economia e alle Finanze, Maurizio Leo, ha sottolineato:

“Personalmente ragiono sull’esistente, che sono oggi la delega fiscale e la rottamazione che deve fare il suo corso, le istanze sono state presentate entro il 30 giugno, l’Agenzia delle entrate deve entro settembre mandare la proposta e poi si devono fare i pagamenti”.

Un concetto espresso con chiarezza anche durante i lavori che si sono svolti alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato del 20 luglio sulla riforma fiscale.

“In merito a ventilate ipotesi di condono generalizzato (Maurizio Leo) dichiara che non sono previste e dà viceversa informazioni circa l’andamento delle procedure di rottamazione sostenendo che il numero delle istanze pervenute all’amministrazione finanziaria ne testimonia la sostanziale validità”.

Si legge nel resoconto stenografico della seduta.

Niente condono: basta la tregua e serve la riforma fiscale

La richiesta e la chiusura rispetto a un nuovo condono fiscale vanno inquadrate nella cornice dei fatti.

Guardando indietro, c’è l’approvazione recente di una tregua fiscale che prevede una serie di strumenti per fare pace con il Fisco, tra cui una nuova rottamazione delle cartelle e lo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro.

Gli effetti delle novità che sono state inserite nella Legge di Bilancio, primo lavoro importante per il Governo di cui lo stesso Salvini è vicepremier, sono solo agli inizi: per quanto riguarda la rottamazione, ad esempio, gli esiti delle domande arriveranno entro fine settembre e i pagamenti partiranno in autunno.

Guardando in avanti, c’è la necessità per il Governo di arrivare entro la pausa estiva del Parlamento all’approvazione della legge delega per la riforma fiscale per tenere fede alle previsioni fatte.

La priorità in questo momento è una: puntare su uno spirito di collaborazione che coinvolga anche l’opposizione per procedere a ritmo serrato e ottenere il via libera sul testo che deve ripassare da Montecitorio.

Si corre, però, su un filo sottile e fin dal primo giorno di attività al Senato si sono registrati i primi rallentamenti.

Arrivano le lettere di assegnazione della social card “dedicata a te”

Mentre il Parlamento lavora alla definizione della cornice in cui si inserirà il nuovo Fisco, dopo mesi di stop, diventano concrete le misure approvate alla fine dello scorso anno.

Tutto pronto per le lettere di assegnazione della carta risparmio spesa che il Governo ha rinominato social card “dedicata a te”.

Oltre 1,3 milioni di famiglie con i requisiti previsti, primo fra tutti un ISEE fino a 15.000 euro, riceveranno una postepay con un importo di 382.50 euro per l’acquisto dei beni alimentari di prima necessità.

Per ritirarla non sarà necessario presentare domanda, ma basterà recarsi negli uffici postali dopo aver ricevuto la comunicazione dal proprio Comune.

Stando alla tabella di marcia indicata dall’INPS, le convocazioni per il ritiro della social card “dedicata a te” sono partite in questa settimana, a partire da martedì 18 luglio.

Emergenza caldo, regole eccezionali per le attività lavorative

Ed è proprio martedì 18 luglio che in Italia si sono registrate temperature record con il termometro che in alcune città ha toccato i 40 gradi, una condizione climatica che può avere un impatto sulla salute di lavoratrici e lavoratori e fa scattare procedure d’emergenza.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha sottolineato l’importanza dell’informazione e della prevenzione per limitare al massimo le conseguenze negative delle temperature estreme negli ambienti di lavoro.

Ulteriori interventi a tutela dei lavoratori devono tenere in considerazione gli orari, le mansioni, il luogo di lavoro e le caratteristiche del singolo lavoratore.

Ma non solo, l’INL ha ricordato anche che con l’aumento delle temperature oltre i 35 gradi è possibile accedere anche alla cassa integrazione per eventi meteo.

E l’INPS, con il messaggio numero 2729 del 20 luglio, ha chiarito che anche sotto questo limite si può far partire la richiesta, facendo leva sulla valutazione anche della temperatura c.d. “percepita”, che è più elevata di quella reale.

Come anticipato dalla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, poi, il Governo sta pensando anche di semplificare le procedure per lo smart working.

Le temperature sembrano essere già in lieve calo, ma l’agenda delle notizie, in particolar modo per quanto riguarda la riforma fiscale, si prospetta caldissima anche per le prossime settimane: appuntamento sulle pagine di Informazione Fiscale per gli aggiornamenti quotidiani e per la panoramica del weekend.

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