I commercialisti italiani vedono i redditi in aumento, ma la professione affronta un calo di iscritti e praticanti, serve una riforma per attrarre i giovani

I redditi dei commercialisti continuano a correre. Secondo il nuovo Rapporto annuale sull’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, pubblicato il 9 giugno 2025 dalla Fondazione nazionale di Ricerca della categoria, il reddito medio professionale ha registrato un aumento del 10,1 per cento nell’anno d’imposta 2023, salendo a 80.648 euro.
“La professione di Commercialista, anche attraverso i numeri di questo Rapporto, giunto ormai alla 18° edizione, appare in netta controtendenza rispetto ad altre realtà professionali ed è più solida che mai” ha commentato il presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili Elbano de Nuccio, oggi 10 giugno impegnato nell’evento dedicato alla professione che è in corso alla Nuvola di Fuksas, a Roma.
“L’indicatore chiave è il reddito professionale medio”, aggiunge. “Negli ultimi due anni, 2022-2023, è aumentato addirittura del 18,5 per cento, superando perfino la crescita del PIL e sovraperformando anche rispetto alle altre professioni economico-giuridiche”.
Ma resta un tema importante da affrontare: l’Albo si restringe sempre di più.
Commercialisti: crescono i dati sui redditi, aumenti soprattutto al Sud
Negli ultimi tre anni, si è verificata una crescita complessiva del 29,4 per cento, un risultato che supera l’aumento del PIL nominale nello stesso periodo (27,6 per cento) e acquista maggiore rilevanza se confrontato con il PIL nominale medio per occupato, il cui incremento del 21,7 per cento è avvenuto a un ritmo inferiore.
A trainare il dato sono soprattutto gli iscritti alla Cassa Dottori Commercialisti, con un reddito medio di 88.366 euro. Più contenuta la media della Cassa Ragionieri, ferma a 60.943 euro.
L’incremento dei redditi riguarda l’intero territorio, ma con una sorpresa, il Sud cresce più del Nord del (10,9 per cento contro un aumento del 9,2 per cento), contribuendo a ridurre (seppur lentamente) il divario storico.
Commercialisti: da affrontare il calo dei praticanti
Al netto delle tendenze positive, ci sono anche dati che non possono essere tralasciati.
Nonostante un aumento del 5 per cento delle nuove iscrizioni (1.958 nel 2024 contro 1.864 nel 2023), il numero totale degli iscritti all’Albo risulta in calo, con una diminuzione di 472 unità. A fine 2024, gli iscritti totali sono 119.952.
Le motivazioni sono in gran parte anagrafiche, aumentano le cancellazioni legate all’età, mentre la crescita dei nuovi ingressi, che riguarda soprattutto la Sezione B, dedicata agli Esperti Contabili, non è sufficiente a compensare la Sezione A dedicata ai Dottori Commercialisti.
Il dato si inserisce “nella tendenza generale negativa che coinvolge l’intero mondo delle libere professioni”, dice de Nuccio sottolineando, anzi, la resilienza dei commercialisti.
Ma il calo, di 668 unità in un anno, riguarda anche i praticanti che registrano una diminuzione del 5,7 per cento a livello nazionale. Il totale si ferma a 11.039 iscritti al Registro. Un segnale d’allarme per il futuro della professione.
“Il fattore resilienza non ci proteggerà ancora per molto. Il cambiamento è urgente se non vogliamo rischiare una deriva professionale che danneggerebbe tutti. Per questo, stiamo puntando molto su una riforma dell’ordinamento professionale che fa leva proprio sui giovani con l’obiettivo di rendere la professione di Commercialista più attraente e propulsiva”.
Conclude de Nuccio.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Commercialisti: redditi in crescita, ma l’Albo si restringe