Bonus sicurezza, dalla videosorveglianza alle porte blindate: come funziona

Bonus fino al 50 per cento anche per le spese di sicurezza: come funziona la detrazione fiscale nel 2025 e quali sono le spese ammesse, dalla videosorveglianza alle porte blindate

Bonus sicurezza, dalla videosorveglianza alle porte blindate: come funziona

Il bonus sicurezza rientra, anche nel 2025, tra le agevolazioni riconosciute nell’ambito delle detrazioni per le ristrutturazioni.

Anche i lavori che puntano a prevenire il compimento di atti illeciti beneficiano dello sconto IRPEF del 50 per cento per le spese relative alla prima casa, riconosciuto entro il limite di 96.000 euro, che scende al 36 per cento per gli immobili diversi dall’abitazione principale.

La Legge di Bilancio 2025 ha modificato il valore dei bonus edilizi, ma non ne ha intaccato la struttura.

Le regole relative alle spese di sicurezza detraibili restano immutate, così come l’elenco dei costi che è possibile scontare. Tra questi, gli impianti di videosorveglianza e l’installazione di porte blindate.

Come funziona il bonus sicurezza nel 2025 per prima casa o altri immobili

Sono numerose e variegate le spese che rientrano nel bonus ristrutturazione. Oltre alla riqualificazione degli edifici e alla rimozione delle barriere architettoniche, tra i costi detraibili rientrano anche quelli finalizzati alla prevenzione del rischio di compimento di illeciti da parte di terzi.

Quando si parla di bonus sicurezza si fa quindi riferimento alla detrazione fiscale disciplinata dall’articolo 16-bis del TUIR, che al comma 1, lettera f include nel bonus IRPEF anche queste tipologie di spese.

Per capire come funziona è tuttavia bene partire dalle novità: dal 1° gennaio, per effetto delle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, il bonus IRPEF prevede due diverse aliquote, pari al 36 per cento e al 50 per cento.

Per gli interventi a partire dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2025 la detrazione è pari in generale al 36 per cento. Rimane al 50 per cento esclusivamente per i lavori realizzati sulle prime case, ossia in gergo tecnico sull’abitazione principale.

Immutato il tetto massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare ma è prevista un’ulteriore riduzione per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2026.

In questo caso sarà previsto un doppio binario:

  • detrazione al 36 per cento per gli interventi sulle prime case;
  • detrazione al 30 per cento per i lavori sugli altri immobili.

Regole che si applicano a tutte le spese rientranti nel bonus ristrutturazione, comprese quelle che migliorano la sicurezza del proprio immobile.

Bonus sicurezza, dalle porte blindate alla videosorveglianza: cosa ci rientra

Indicazioni di dettaglio sui costi rientranti nel bonus sicurezza sono contenute nella guida dell’Agenzia delle Entrate sulle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, nella quale si specifica in primo luogo che per atti illeciti si intendono quelli tali sul fronte penale, ossia furti, aggressioni o altri reati che comportano la “lesione di diritti giuridicamente protetti”.

A titolo di esempio, il bonus sicurezza 2025 potrà quindi essere usufruito per le seguenti spese:

  • rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate o recinzioni murarie degli edifici;
  • apposizione di grate sulle finestre o loro sostituzione;
  • porte blindate o rinforzate;
  • apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini;
  • installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti;
  • apposizione di saracinesche;
  • tapparelle metalliche con bloccaggi;
  • vetri antisfondamento;
  • casseforti a muro;
  • fotocamere o cineprese collegate con centri di vigilanza privati;
  • apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline.

Tali spese saranno detraibili dall’IRPEF nella misura del 50 per cento o del 36 per cento ed entro il limite di 96.000 euro, valore che in ogni caso dovrà essere considerato cumulativamente tenuto conto anche degli interventi di ristrutturazione edilizia propriamente intesi effettuati dal beneficiario.

Bonus sicurezza, per fotocamere e videosorveglianza detrazione parziale

Così come specificato dall’Agenzia delle Entrate, il bonus del 50 per cento per le spese volte ad incrementare la sicurezza degli edifici spetta esclusivamente in relazione agli interventi effettuati.

Un chiarimento importante considerando uno dei costi ammessi in detrazione, ossia l’installazione di fotocamere o in genere impianti di videosorveglianza collegati a centri di vigilanza privati.

Come più volte chiarito dall’Agenzia delle Entrate, nel bonus del 50 per cento fino alla soglia dei 96.000 euro non rientra il canone pagato all’istituto di vigilanza.

In tal caso sarà quindi necessario considerare separatamente i costi sostenuti e da sostenere, in relazione agli importi da corrispondere per i controlli da parte dei centri addetti e a quelli pagati per l’acquisto e l’installazione degli impianti.

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