Reddito di cittadinanza: ora è il momento dei centri per l’impiego

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

La vera sfida per i centri per l'impiego comincia adesso. I percettori del reddito di cittadinanza sono obbligati a fare formazione e a trovare lavoro in tempi brevi, ma per la maggior parte sono lontani dal mercato del lavoro. Il Programma GOL ha raggiunto l'obiettivo dei presi in carico, ora è necessario trovargli un'occupazione

Reddito di cittadinanza: ora è il momento dei centri per l'impiego

I centri per l’impiego torneranno a ricoprire un ruolo centrale, cioè quello di formare e trovare un lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza.

A partire dal prossimo anno, questi soggetti potranno ricevere il sussidio per massimo 8 mensilità e saranno obbligati a frequentare corsi di formazione professionale per 6 mesi.

L’obiettivo è quello del reinserimento lavorativo ma, come si legge nella nota ANPAL relativa al Programma GOL del 5 dicembre, per la maggior parte di loro ci sarà bisogno di percorso di riqualificazione complesso data la lontananza dal mercato del lavoro.

Dal 2024, poi il reddito di cittadinanza sarà abolito per far spazio a nuove misure di sostegno alla povertà e all’inclusione lavorativa.

Reddito di cittadinanza: ora è il momento dei centri per l’impiego

Dal 2023 i percettori del reddito di cittadinanza in grado di lavorare potranno beneficiare del sussidio per massimo 8 mensilità e saranno obbligati a seguire corsi di formazione professionale per 6 mesi per favorire il rientro nel mondo del lavoro.

La palla passa, quindi, nuovamente ai centri per l’impiego, cioè le strutture pubbliche che favoriscono l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e promuovono interventi di politica attiva.

Lo strumento principale è il Programma GOL (Garanzia Occupabilità dei lavoratori) che, come si legge nella nota di monitoraggio ANPAL del 5 dicembre, al 30 novembre 3022 ha superato l’obiettivo nazionale di 600.000 disoccupati presi in carico, per cui sarà individuato un percorso personalizzato per favorire l’inserimento lavorativo.

Di questi, circa il 21 per cento (più di 130.000) sono percettori del reddito di cittadinanza e per la maggior parte di loro si profila la necessità di un intervento più complesso e multidisciplinare attraverso un percorso di riqualificazione professionale, cosiddetto reskilling.

Questo percorso è dedicato ai lavoratori maggiormente distanti dal mercato del lavoro, che non hanno competenze adeguate ai fabbisogni più richiesti dalle aziende.

L’inserimento lavorativo dei beneficiari del reddito di cittadinanza, dunque, sarà la nuova sfida per i CPI, un’occasione di riscatto dopo i risultati deludenti degli ultimi anni, in particolar modo l’impiego dei navigator.

Come sottolinea lo stesso Commissario dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, Raffaele Tangorra:

“La prima sfida del programma GOL è stata raggiunta. Il percorso che abbiamo davanti è ancora più difficile. I semi ci sono, ma deve ancora germogliare la piena cooperazione tra il sistema pubblico e quello privato, così come l’integrazione tra le politiche attive del lavoro e quelle della formazione, per avvicinare sempre di più la domanda e l’offerta di lavoro. Per restare nella metafora calcistica, il primo Gol è stato segnato, ma la partita è ancora tutta da giocare.”

Vedremo, dunque, se i centri per l’impiego sapranno cogliere la sfida e trovare lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza: sussidio abolito dal 2024

Come previsto dal disegno della Legge di Bilancio 2023 la misura del reddito di cittadinanza sarà abolita a partire dal 1° gennaio 2024 per far posto ad una nuova riforma delle misure di sostegno alla povertà e inclusione lavorativa.

Per il prossimo anno il sussidio sarà riconosciuto per massimo 8 mensilità ad esclusione dei nuclei familiari in cui sono presenti persone con disabilità, minorenni o persone con più di sessant’anni di età.

Tutti gli altri saranno tenuti a frequentare un corso di formazione o riqualificazione professionale per 6 mesi. In caso di mancata frequenza scatterà la decadenza del beneficio.

L’altra novità per incentivare il reinserimento lavorativo riguarda il numero massimo di offerte congrue che i percettori del reddito possono rifiutare. Dal 2023 la revoca del beneficio scatta già al primo rifiuto. Sarà quindi necessario accettare la prima proposta lavorativa che viene presentata dal CPI.

Tutto, quindi, è nelle mani dei centri per l’impiego che dovranno formare adeguatamente i beneficiari del reddito. Resta da vedere, poi, quale sarà la sorte di queste persone dopo la formazione, se effettivamente riusciranno a trovare un lavoro o se si ritroveranno senza un impiego e senza sussidio una volta scaduti gli 8 mesi.

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