Quali sono i paesi che rientrano nella Black List 2023? A fornire la risposta è l'elenco comunitario che ha sostituito la lista dell'Agenzia delle Entrate. Aggiornato periodicamente, rappresenta un punto di riferimento unico per individuare i Paradisi Fiscali secondo l'Unione Europea

Quali paesi rientrano nella black list 2023? Una panoramica completa è contenuta nella lista comunitaria, che ha sostituito il vecchio elenco dell’Agenzia delle Entrate diventando il riferimento unico all’interno dell’Unione Europea.
Gli Stati a fiscalità privilegiata vengono individuati dal Consiglio Europeo che fornisce un aggiornamento periodico dei dati: l’ultimo risale al 4 ottobre 2022 e che quindi risulta valido anche per il 2023, fino a una nuova revisione.
Ci sono da sempre molti dubbi sul tema della Black List, per sciogliere la “nuvola di fumo” vale, quindi, la pena fare delle precisazioni che riguardano l’Italia.
Nel panorama normativo interno è stato abolito l’obbligo di comunicazione per le operazioni con i paesi inseriti nella lista nera a partire dal 2017.
Pur non essendo più previsto uno specifico adempimento per i titolari di partita IVA che operano con operatori ivi residenti o domiciliati l’elenco dell’Agenzia delle Entrate resta formalmente in vigore.
L’elenco dei Paesi Black List aggiornato conta attualmente 12 Stati: dopo essersi ristretto notevolmente rispetto agli anni passati arrivando a 9 Paesi, l’ultimo aggiornamento ha portato all’ingresso nell’elenco di tre nuovi Stati.
Di seguito vedremo punto per punto i Paesi presenti nell’elenco Black List dell’Agenzia delle Entrate, aggiornato in base ai decreti ministeriali che trattano le regole e gli adempimenti per chi opera con operatori residenti in Paesi a fiscalità agevolata.
Per prima cosa è bene capire cos’è l’elenco Black List 2023.
La Black List dell’Agenzia delle Entrate è l’elenco degli Stati che hanno adottato regimi fiscali agevolati che prevedono tasse molto basse e che in parallelo non hanno aderito al sistema di scambio dei dati fiscali con le altre Nazioni. Comunemente questi Paesi sono chiamati Paradisi Fiscali.
L’elenco dei Paesi Black List viene costantemente aggiornato. Secondo l’ultimo intervento del Consiglio Europeo del 4 ottobre 2022, sono dodici le giurisdizioni non cooperative a fini fiscali:
- Samoa americane;
- Figi;
- Guam;
- Palau;
- Panama;
- Samoa;
- Trinidad e Tobago;
- Isole Vergini degli Stati Uniti;
- Vanuatu;
- Bahamas;
- Anguilla;
- Isole di Turks e Caicos.
Le ultime tre sono state aggiunte proprio nell’ultimo aggiornamento.
Ma a cosa serve la Black List?
Fino al 2016 per le operazioni effettuate con aziende situate in uno dei Paesi inclusi nell’elenco Black List era necessario inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
Questo obbligo è stato abolito a partire dal 2017 con l’articolo 4, comma 4 del decreto legge del 22/10/2016 n. 193.
La disciplina fiscale dei Paesi Black List è stata negli anni oggetto di diversi interventi e a seguito delle novità introdotte dalla Legge di Stabilità del 2015 e del 2016 e del decreto internazionalizzazione l’elenco ha perso ogni validità ai fini della deducibilità dei costi derivanti dalle transazioni con i Paesi considerati Paradisi Fiscali.
Anche i Paesi che sono compresi all’interno dell’elenco Black List dell’Agenzia delle Entrate sono soggetti a normale tassazione. Se quindi l’ultima versione aggiornata della Black List rimane formalmente in vigore, di fatto ne sono state annullati tutti i suoi effetti.
La Black List di rango europeo è stata approvata nel 2017 e mira a superare la frammentazione dei vari elenchi nazionali. La nuova classifica dei Paesi etichettabili come paradisi fiscali è stata predisposta sulla base di tre criteri: trasparenza fiscale, tassazione equilibrata e applicazione delle norme dell’Ocse sul trasferimento dei profitti da un paese all’altro.
Di seguito l’elenco completo dei Paesi Black List 2023 dell’Agenzia delle Entrate aggiornato dall’UE.
Elenco Paesi Black List 2023 Agenzia delle Entrate: la lista completa e aggiornata
L’ultimo aggiornamento all’elenco completo dei Paesi che appartengono alla Black List è contenuto nella circolare 39 del 26 settembre 2016 dell’Agenzia delle Entrate, nella quale sono contenuti i Paesi considerati come Paradisi Fiscali.
Il tema è stato oggetto di diversi chiarimenti da parte dell’Amministrazione Finanziaria e da ultimo, con il principio di diritto n. 16 del 29 maggio 2019, l’Agenzia delle Entrate ha inoltre fornito importanti indicazioni per le imprese su come individuare i Paesi Black List.
I Paesi che sono annoverati all’interno dell’elenco Black List dell’Agenzia delle Entrate, e che quindi erano soggetti a dichiarazione indipendentemente dal tipo di società o soggetto con la quale si era effettuata l’operazione, sono i seguenti:
“Andorra, Bahamas, Barbados, Barbuda, Brunei, Gibuti, Grenada, Guatemala, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Vergini statunitensi, Kiribati, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Maldive, Nauru, Niue, Nuova Caledonia, Oman, Polinesia francese, Saint Kitts e Nevis, Salomone, Samoa, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Sant’Elena, Sark, Seychelles, Tonga, Tuvalu, Vanuatu”
La lista dei Paradisi Fiscali non è stata aggiornata dall’Agenzia delle Entrate e oggi per poter individuare i Paesi Black List per per il 2023 bisogna far riferimento all’elenco approvato dall’UE.
Elenco Paesi Black List 2023
Secondo la normativa italiana, ricadono all’interno dell’elenco della Black list anche altri Paesi, per i quali sono però salvi alcuni settori o attività specifiche.
Tali sono le nazioni che sono comprese all’interno dell’articolo 2 del DM del 23 gennaio 2002.
Sono solo due i Paesi che rientrano all’interno di questa classificazione:
- Bahrein, ma sono escluse le società che svolgono nel Paese attività di esplorazione, estrazione e raffinazione nel settore petrolifero;
- Monaco, con esclusione delle società che realizzano almeno il 25 per cento del fatturato fuori dal Principato;
A determinare l’elenco completo dei Paesi che rientrano all’interno della Black List concorrono anche delle attività o delle società particolari che hanno sede in alcune nazioni ben definite.
Rientrano in questa ulteriore classificazione una serie di Paesi (12 in tutto) che sono ricompresi all’interno dell’articolo 3 del già citato Decreto Ministeriale.
In questa sezione dell’elenco completo della Black List dell’Agenzia delle Entrate rientrano anche quelle attività o quei soggetti che nei Paesi elencati usufruiscono di regimi fiscali agevolati analoghi a quelli sotto osservazione. Ecco l’elenco completo aggiornato dei Paesi che vi rientrano con le relative attività:
- Angola, con riferimento alle società petrolifere che hanno ottenuto l’esenzione dall’Oil Income Tax, alle società che godono di esenzioni o riduzioni d’imposta in settori fondamentali dell’economia angolana e per gli investimenti previsti dal Foreign Investment Code;
- Antigua, con riferimento alle international business companies, esercenti le loro attività al di fuori del territorio di Antigua, quali quelle di cui all’International Business Corporation Act, n. 28 del 1982 e successive modifiche e integrazioni, nonché con riferimento alle società che producono prodotti autorizzati, quali quelli di cui alla locale legge n. 18 del 1975 e successive modifiche e integrazioni;
- Dominica, con riferimento alle international companies esercenti l’attività all’estero;
- Ecuador, con riferimento alle società operanti nelle Free Trade Zones che beneficiano dell’esenzione dalle imposte sui redditi;
- Giamaica, con riferimento alle società di produzione per l’esportazione che usufruiscono dei benefici fiscali dell’Export Industry Encourage Act e alle società localizzate nei territori individuati dal Jamaica Export Free Zone Act;
- Kenia, con riferimento alle società insediate nelle Export Processing Zones;
- Panama, con riferimento alle società i cui proventi affluiscono da fonti estere, secondo la legislazione di Panama, alle società situate nella Colon Free Zone e alle società operanti nelle Export Processing Zones;
- Portorico, con riferimento alle società esercenti attività bancarie ed alle società previste dal Puerto Rico Tax Incentives Act del 1988 o dal Puerto Rico Tourist Development Act del 1993;
- Svizzera, con riferimento alle società non soggette alle imposte cantonali e municipali, quali le società holding, ausiliarie e “di domicilio”;
- Uruguay, con riferimento alle società esercenti attività bancarie e alle holding che esercitano esclusivamente attività off-shore.
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