Attesa per la carta dedicata a te, ma senza il decreto attuativo tutto resta fermo. In totale ancora bloccati quasi 5 miliardi stanziati dall'ultima Legge di Bilancio

Anche quest’anno le famiglie aspettano di ricevere notizie sulla carta dedicata a te, il bonus spesa per chi non supera la soglia ISEE dei 15.000 euro.
Anche quest’anno l’attesa è lunga: per sbloccare l’erogazione dei fondi serve il canonico decreto attuativo, che dovrà stabilire tutti i dettagli per riconoscere la social card ai nuclei familiari beneficiari.
Da distribuire ci sono 500 milioni di euro, ma non sono gli unici fondi che restano in stand by dall’inizio dell’anno.
In totale le risorse legate a un provvedimento attuativo e che, di fatto, sono state stanziate, ma non si possono ancora utilizzare ammontano a 4,7 miliardi di euro per il triennio 2025-2027. I dati arrivano dal monitoraggio del Servizio per il controllo Parlamentare aggiornato a maggio.
Carta dedicata a te in stand by: si attende il decreto attuativo per sbloccare i fondi
Per chiudere il cantiere della Legge di Bilancio 2025, secondo i dati presenti nel portale del Dipartimento per il programma di Governo, servono 87 decreti attuativi: sono passati 5 mesi dall’approvazione e solo 23 provvedimenti sono stati firmati. Ma non stupisce, i lavori non sono ancora finiti neanche per la Manovra dell’anno scorso e dell’anno precedente ancora.
Si procede a rilento, ma i ritardi non solo rilevanti solo sulla carta: hanno effetti concreti perché bloccano la possibilità di accedere a determinate agevolazioni o di applicare regole che pure fanno già parte del sistema normativo.
Ma, in particolar modo quando ci sono fondi da erogare, non è tanto una questione di tenere fede a quanto promesso e approvato, che pure ha la sua rilevanza, quanto una questione concreta e tangibile per tutti i cittadini e le cittadine che ne hanno diritto.
È proprio il caso della carta dedicata a te: nonostante sia una misura di sostegno con due anni di vita alle spalle, senza il decreto attuativo nessuna famiglia potrà ricevere la social card.
Di conseguenza, senza il provvedimento il bonus spesa non esiste. Il primo anno le istruzioni per erogare i fondi sono arrivate ad aprile, l’anno scorso, invece, la macchina organizzativa è stata avviata a giugno. L’assenza del testo, quindi, non preoccupa: è in linea con i tempi lunghi degli altri anni, con i ritardi a cui si è ormai abituati.
Carta dedicata a te, ma non solo: ancora 5 miliardi fermi dalla Manovra
Ma, come la carta dedicata a te, la maggior parte delle misure non autoapplicative che prevedono uno stanziamento di fondi, in totale 63, dopo 5 mesi dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio restano ferme. È come aver guadagnato dei soldi che non si possono usare.
Tra gli stanziamenti che restano ancora intatti ci sono dotazioni utili per rendere concrete una serie di novità previste nel pacchetto famiglia, ad esempio:
- il fondo per il contrasto della povertà alimentare a scuola e quello per i morosi incolpevoli;
- l’esonero contributivo per le lavoratrici madri;
- il bonus elettrodomestici o, ancora, quello per le attività ricreative di ragazzi e ragazze.
Stando al monitoraggio della Camera di inizio maggio, restano da firmare 52 decreti attuativi con portafoglio. Dall’inizio dell’anno soltanto 1,7 miliardi sono stati sbloccati su un totale di 6,4 miliardi di euro.
Circa in un terzo dei casi non ci sono scadenze da rispettare, la norma non le ha previste. Ma anche quando ci sono restano semplicemente un dettaglio in più: 32 su 35 termini previsti non sono stati rispettati.
Decreti attuativi con stanziamento | 63 |
Adottati | 11 |
Non adottati | 52 (di cui 32 già scaduti) |
Dai bonus assunzione alla carta dedicata a te: la lentezza dei decreti attuativi
Il ritardo nell’attuazione delle misure non autoapplicative, che necessitano di un ulteriore passaggio burocratico dopo l’approvazione per diventare concrete, è un nodo che nessuno degli ultimi Governi è riuscito a sciogliere.
Lo scorso aprile il Dipartimento per il programma di Governo segnalava un record positivo raggiunto dall’Esecutivo guidato da Meloni: il tasso di adozione dei provvedimenti attuativi al 60,7 per cento, il più alto raggiunto durante la Legislatura, che ha portato ad avere “solo” 555 provvedimenti (al 31 marzo 2025).
Il dato oggettivamente positivo, però, non cancella una evidenza: i Ministeri e, in generale, gli enti chiamati dalle diverse norme a mettere a punto i decreti attuativi non rispettano le scadenze, anche quando queste vengono messe nero su bianco.
Un esempio? Entro il 5 settembre 2024 si sarebbero dovute stabilire le regole per applicare l’esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi a carico dei datori di lavoro privati per l’assunzione di giovani e donne. Con un effetto a cascata di ritardi, solo lo scorso 16 maggio 2025 l’INPS ha dato il via alle domande.
Annunciando le misure il 1° maggio 2024, la premier Giorgia Meloni parlava di impiego delle risorse stanziate in “tempi certi e veloci”.
Passare dalla teoria alla pratica dopo più di un anno vuol dire mantenere la parola data, ma anche non rendere concrete misure disegnate in un altro tempo, diluirne l’efficacia, escludere potenziali beneficiari.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Carta dedicata a te in stand by, ma non solo: quasi 5 miliardi della Manovra ancora fermi