Targa estera, novità: divieto di circolazione

Redazione - Leggi e prassi

Targa estera: con il maxiemendamento al Decreto Sicurezza e Immigrazione si introduce il divieto di circolazione. Ma non per le vetture in leasing e noleggio estero.

Targa estera, novità: divieto di circolazione

Targa estera: con il maxiemendamento al Decreto Sicurezza e Immigrazione, approvato il 7 novembre al Senato con 163 sì e 59 no, si introduce il divieto di circolazione con auto immatricolate all’estero per chi è residente in Italia da oltre 60 giorni. Ma è possibile circolare con le vetture in leasing e a noleggio estero.

Come scrive Maurizio Caprino nell’articolo “Alt ai furbetti-residenti con auto targata all’estero”, pubblicato sull’edizione cartacea del Sole 24 ore dell’8 novembre 2018, l’approvazione dell’emendamento al Decreto del 4 ottobre del 2018 introduce modifiche agli articoli 93 e 132 del Codice della strada che regolano la circolazione di auto con targa estera.

Targa estera: stop alla circolazione, tranne che per leasing e noleggio

La questione non riguarda solo il migranti che acquistano un auto nel loro paese e la utilizzano in Italia ma anche gli italiani che scelgono di immatricolare all’estero le loro auto per evitare di pagare il bollo, la revisione, l’assicurazione con tariffe italiane ed eventuali multe. Di fatto, una scelta per abbattere i costi ed evadere il Fisco.

Non a caso, lo scorso 14 settembre il comandante regionale della Guardia di Finanza, generale Piero Burla, e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana hanno firmato un protocollo per un’azione congiunta finalizzata a contrastare la circolazione di veicoli con targa estera non in regola con il pagamento della tassa automobilistica.

Targa estera: si può circolare con leasing e noleggio

Nonostante le novità introdotte dall’approvazione dell’emendamento al Decreto Sicurezza, resta un vuoto nel contrasto al fenomeno: è possibile circolare con vetture in leasing o noleggio di operatori esteri. Avere sempre a bordo una dichiarazione della società intestataria del mezzo è l’unico requisito da rispettare per essere in regola.

Se è vero che l’approvazione del maxiemendamento mira a contrastare i furbetti della targa estera, come vengono definiti, altrettanto vero è che restano ancora nodi da sciogliere e che le modalità definite potrebbero generare delle polemiche. Da parte degli operatori di leasing e noleggio auto che pagano le tasse in Italia, ad esempio.

E infatti già nel luglio del 2012, ASSILEA, Associazione Italiana Leasing richiamava l’attenzione con un comunicato stampa e scriveva:

“Si sta diffondendo in alcune regioni italiane il falso leasing tedesco; una forma di acquisizione dell’auto, volta ad eludere le tasse e le norme nazionali, che non ha nulla a che vedere con il leasing finanziario tradizionale.

L’Associazione Italiana Leasing auspica un tempestivo intervento del legislatore e delle amministrazioni preposte (Agenzia delle Entrate, GDF, Banca d’Italia) per porre fine a tali operazioni illecite.”

Targa estera ed evasione bollo auto: le modifiche introdotte dal Decreto Sicurezza

Dopo 6 anni vengono introdotte delle misure di contrasto al fenomeno, ma resta la possibilità di aggirare il Fisco.

I nuovi commi inseriti nel Codice della Strada introducono il divieto di circolazione in Italia con un veicolo immatricolato all’estero per chi è residente in Italia da oltre 60 giorni. Mentre prima si poteva circolare con una targa estera per un anno.

Ma i veicoli in leasing o in noleggio, di operatori costituiti in un altro Stato Ue o See (Spazio economico europeo) e senza sede secondaria o effettiva in Italia, possono circolare liberamente. L’importante è che a bordo ci sia un documento di data certa firmato dall’intestatario del mezzo, in cui sia specificato il titolo e la durata della disponibilità del veicolo.

Lo stesso vale per le vetture date in comodato da un’impresa Ue o See ai suoi lavoratori o collaboratori.

Infine, il maxiemendamento al Decreto Sicurezza introduce nuove sanzioni sulla circolazione con targa estera:

  • per chi viola il divieto: una multa di almeno 712 euro, l’obbligo di tenere il mezzo deposito e immatricolarlo in Italia entro 180 giorni, scaduti i quali scatterà la confisca. O altrimenti, sempre dopo aver pagato la sanzione, si devono consegnare targhe e documenti alla Motorizzazione per poi chiedere il foglio di via e la targa provvisoria per portare il veicolo fuori Italia.
  • per chi ha un mezzo in comodato ma non ha a bordo il documento dell’intestatario: una multa di 250 euro e l’obbligo di esibirlo entro 30 giorni, per i quali è previsto un fermo amministrativo.

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