Cassa integrazione per il caldo: a chi spetta?

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

In caso di ondate di calore estreme è possibile chiedere la CIG. L'emendamento al DL ex-Ilva estende la possibilità anche al settore edile, lapideo e degli scavi. Novità anche per il settore agricolo

Cassa integrazione per il caldo: a chi spetta?

In arrivo nuove tutele per fronteggiare l’emergenza caldo.

Il decreto ex-Ilva in fase di conversione in legge al Senato prevede alcune novità in materia di cassa integrazione e sostegno al reddito.

Per le sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa nel periodo che va dal 1° luglio al 31 dicembre 2025, si introducono come gli anni passati delle agevolazioni specifiche per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in caso di eventi oggettivamente non evitabili come le ondate di calore, in particolare nei settori edile, lapideo e delle escavazioni.

Novità anche per il settore agricolo, con l’estensione degli ammortizzatori sociali in caso di intemperie.

Cassa integrazione per il caldo: a chi spetta?

Con la conversione in legge del DL ex-Ilva (n. 92/2025) sono in arrivo nuove tutele per lavoratori e lavoratrici: il nuovo articolo 10-bis, prevede in continuità con gli ultimi due anni, delle specifiche agevolazioni per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in caso di eventi oggettivamente non evitabili, come le ondate di calore.

Si tratta nello specifico della possibilità di accedere alla cassa integrazione ordinaria (CIGO) senza la necessità di versare il contributo addizionale e senza che i periodi fruiti siano calcolati nel limite massimo di utilizzo di 52 settimane nel biennio mobile. Per l’attuazione dell’intervento sono stanziati 10,5 milioni di euro.

Come previsto dal decreto, approvato dalla Commissione Industria del Senato, tale possibilità spetta anche alle imprese del settore edile, lapideo e delle escavazioni che riducono o interrompono l’attività lavorativa tra il 1° luglio e il 31 dicembre 2025.

La prestazione di integrazione salariale, ricordiamo, può essere riconosciuta quando le temperature superano i 35 °C, anche in riferimento alla temperatura percepita. A riepilogare le istruzioni operative per le aziende interessate a richiedere la CIGO per il caldo è stato l’INPS nel messaggio n. 2130/2025.

Come ricordato dall’Istituto le disposizioni valgono anche per quel che riguarda le attività al chiuso, nei casi in cui non è possibile beneficiare di sistemi di ventilazione o raffreddamento per circostanze imprevedibili e non imputabili al datore di lavoro oppure nei casi in cui l’utilizzo di tali sistemi non è compatibile con le lavorazioni svolte.

Le novità per il settore agricolo

Dal decreto ex-Ilva sono in arrivo anche delle specifiche tutele per il settore agricolo.

L’emendamento stanzia 22,5 milioni di euro per estendere, sempre per il periodo da luglio a dicembre, gli ammortizzatori sociali in agricoltura richiesti per fronteggiare le emergenze climatiche.

Nei casi di intemperie stagionali, infatti, è riconosciuta la specifica indennità (articolo 8 della legge n. 457/1992) agli operai agricoli a tempo indeterminato e agli operai a tempo determinato, anche in caso di riduzione dell’attività lavorativa pari alla metà dell’orario giornaliero contrattualmente previsto e a prescindere dal requisito delle giornate lavorative.

Tali integrazioni al reddito non vengono conteggiate ai fini del raggiungimento della durata massima di 90 giornate all’anno e sono equiparate a periodi di lavoro per quanto riguarda il calcolo delle prestazioni di disoccupazione agricola e ai fini del requisito delle 181 giornate di effettivo lavoro.

L’indennità sarà erogata direttamente dall’INPS e concessa dalla sede dell’Istituto territorialmente competente.

Per l’ufficialità delle misure si attende la conclusione dell’iter parlamentare del provvedimento e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Attivo il protocollo per l’emergenza caldo

Per fronteggiare l’emergenza caldo, il Governo e le Parti sociali hanno sottoscritto all’inizio del mese il nuovo protocollo per le emergenze climatiche, per l’adozione di misure di contenimento dei rischi lavorativi legate alle emergenze climatiche negli ambienti di lavoro.

Il documento non è vincolante per le imprese ma, come detto, si prefigge di gestire nel modo corretto l’emergenza caldo attraverso misure di prevenzione, organizzazione e protezione.

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