Startup, i pro e contro degli incentivi del decreto Rilancio e i dati di giugno 2020

Tommaso Gavi - Incentivi alle imprese

Startup innovative, la legge di conversione del decreto Rilancio aumenta gli incentivi ma alcuni aspetti potrebbero frenare gli investitori. Nel complesso sono oltre 11.000 le startup in Italia, secondo i dati del report trimestrale MISE aggiornato al 30 giugno 2020.

Startup, i pro e contro degli incentivi del decreto Rilancio e i dati di giugno 2020

Startup, la legge di conversione del decreto Rilancio mostra pro e contro. Gli incentivi vengono aumentati ma potrebbero frenare gli investitori.

Le imprese in fase iniziale potrebbero pagare a caro prezzo l’emergenza Coronavirus.

I dati aggiornati al 30 giugno 2020, pubblicati dal MISE il 24 luglio scorso, mostrano uno scenario in crescita sia dal punto di vista numerico, sia per il fatturato.

Quasi tre startup innovative su quattro forniscono servizi alle imprese e la maggioranza si concentra nella Regione Lombardia.

Startup, i pro e contro degli incentivi del decreto rilancio e i dati di giugno 2020

Gli incentivi del decreto Rilancio hanno pro e contro rispetto al mondo delle startup.

La legge di conversione prevede incentivi ed aumenta la dotazione finanziaria: vengono aggiunti 100 milioni di euro al programma Smart & Start di Invitalia, 200 milioni di euro per il fondo di sostegno al venture capital del Ministero per lo sviluppo economico, 10 milioni in voucher per servizi, oltre alla detrazione fiscale al 50% per gli investimenti di persone fisiche nei confronti di startup e pmi innovative.

Tuttavia la legge di conversione non include le società veicolo di investimento negli incentivi. Possono essere oggetto dell’agevolazione solo investimenti diretti o effettuati tramite fondo.

Al momento per beneficiare degli incentivi è necessario detenere la quota dell’investimento per il periodo minimo di tre anni.

Tale periodo è piuttosto lungo se paragonato alla vita delle startup, che spesso chiudono i battenti in un periodo minore.

Di conseguenza tale lasso di tempo non favorisce i potenziali investimenti.

Startup innovative, i dati del rapporto trimestrale MISE aggiornati al 30 giugno 2020

Il 24 luglio 2020 il MISE ha diffuso il report di monitoraggio trimestrale dedicato ai trend demografici e alle performance economiche delle startup innovative.

I dati sono aggiornati al 30 giugno 2020 e sono frutto della collaborazione con InfoCamere, il supporto del sistema delle Camere di Commercio di Unioncamere.

Tra le principali informazioni del rapporto ci sono:

  • crescita della popolazione;
  • distribuzione territoriale;
  • forza lavoro;
  • fatturato;
  • investimenti e redditività.

Il numero delle startup è di 11.496, il 3,1% delle società di capitali di costituzione recente.

A livello territoriale più di un quarto si trova in Lombardia, il 27,3%. La provincia di Milano conta 2.254 startup, ovvero il 19,6% della popolazione.

Il Lazio supera le 1.000 unità e gran parte delle startup è concentrato a Roma: 1.178, ovvero il 10,2%.

A livello di forza lavoro i soci di capitale dell’azienda sono aumentati dell’1.2% e supera il numero di 53 mila.

Le imprese fondate da under 35 sono il 18% del totale.

Le imprese femminili risultano sotto rappresentate: sono il 13,2% contro il 21,7% del complesso delle società di capitali.

Il valore della produzione medio delle startup innovative è di poco inferiore ai 163 mila euro.

Gli investimenti e la redditività mostrano un’incidenza più elevata della media di società in perdita.

In termini percentuali si attesta al 51,8%, contro il 32,8% complessivo.

Tra le società in attivo si evidenziano valori positivi in termini di redditività, sia ROI, sia ROE.

Inoltre le startup innovative mostrano un’ulteriore peculiarità: un tasso di immobilizzazione circa 7 volte più elevato rispetto alle altre aziende comparabili.

Tale indicatore è uno di quelli che più efficacemente mostra la propensione agli investimenti delle aziende.

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