Rottamazione e saldo e stralcio addio: con la riforma della riscossione dovrà calare il sipario sulla pace fiscale. A chiederlo è la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 66 depositata l'11 marzo 2022.

Rottamazione e saldo e stralcio delle cartelle addio con la riforma della riscossione.
La revisione delle procedure di gestione e recupero dei debiti iscritti a ruolo allontana l’ipotesi di nuove edizioni della pace fiscale, “contraria al valore costituzionale del dovere tributario”.
A precisarlo è la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 66 depositata l’11 marzo 2022.
La pronuncia, nel dichiarare l’illegittimità costituzionale della norma introdotta dal comma 815, articolo 1 della Legge di Bilancio 2020 relativa all’estensione retroattiva alle società private scorporate della procedura speciale di riscossione ed esclusione dai controlli, è l’occasione per evidenziare le criticità relative alle misure di condono fiscale, rottamazione delle cartelle e stralcio totale o parziale dei debiti.
Rottamazione e saldo e stralcio addio: con la riforma della riscossione stop alla pace fiscale
La Legge di Bilancio 2022 ha posto le basi per la riforma della riscossione, anticipando con i commi da 14 a 23 dell’articolo1 alcuni degli interventi previsti nell’ambito della riforma fiscale.
L’addio all’aggio di riscossione, la nuova governance del servizio affidata all’Agenzia delle Entrate e l’attività di vigilanza più serrata in materia di somme riscosse, crediti ancora da recuperare e quote divenute inesigibili, si pongono l’obiettivo di rendere più efficiente l’attività di recupero delle somme iscritte a ruolo.
Una priorità già posta in evidenza dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 120/2021, e sulla quale torna la pronuncia n. 66 dell’8 febbraio, depositata l’11 marzo 2022.
Come sopra anticipato, con la sentenza viene dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’estensione retroattiva, alle società private scorporate, della procedura speciale di riscossione ed esclusione dei controlli introdotta:
“con lo specifico intento di rispondere a particolari ed eccezionali esigenze riferibili solo ed esclusivamente agli agenti “pubblici” della riscossione e per i quali i termini per la presentazione delle comunicazioni di inesigibilità erano, al momento della sua entrata in vigore, ancora aperti, a differenza di quelli riferibili alle società private “scorporate”, che erano, invece, ormai scaduti.”
La stessa pronuncia dichiara inoltre inammissibili le questioni sollevate in merito allo stralcio dei debiti fino a 1.000 euro, introdotto dall’articolo 4 del decreto legge n. 119/2018 anche per i rapporti pendenti tra enti territoriali e società private scorporate.
Una misura che tuttavia è destinata a diventare un lontano ricordo.
Rottamazione e stralcio dei debiti, niente più deroghe al dovere tributario dopo la riforma della riscossione
La riforma della riscossione prevista dalla legge delega in materia fiscale, e inaugurata con le prime novità previste dalla Legge di Bilancio 2022, dovrà portare al venir meno di interventi di rottamazione o stralcio delle cartelle, contrari al valore costituzionale del dovere tributario e “tali da recare pregiudizio al sistema dei diritti civili e sociali tutelati dalla Costituzione”.
Sul concetto del dovere tributario la Corte Costituzionale si è espressa con la sentenza n. 288 del 2019, evidenziando che si tratta di un dovere inderogabile di solidarietà, sia considerando che il prelievo fiscale è essenziale per la vita dello Stato, sia alla luce del fatto che concorre al finanziamento del sistema dei diritti costituzionali, quali la tutela della salute, e dei diritti civili.
Il nesso tra diritti costituzionali, diritti civili e dovere tributario viene tuttavia messo in crisi da misure che alterano il rapporto tributario.
Tra queste vi sono gli interventi di condono fiscale, e non sono da meno quelli rientranti nel progetto della pace fiscale quali la rottamazione delle cartelle e lo stralcio dei debiti.
Venute meno le ragioni che in passato hanno portato ai gravi accumuli di crediti di difficile esigibilità, dovranno venir meno anche le misure straordinarie di cancellazione dei debiti accumulati dai contribuenti.
La riforma della riscossione dovrà quindi inaugurare una stagione nuova del rapporto tra contribuenti e Fisco.
- Corte Costituzionale - pronuncia numero 66/2022
- Scarica il testo integrale della sentenza n. 66 dell’8 febbraio 2022, depositata l’11 marzo.
Tra riforme e prospettive future, resta il nodo dell’emergenza post Covid
La linea della Corte Costituzionale è chiara, ed è indubbiamente destinata a condizionare future scelte legislative in materia di riscossione.
Il primo banco di prova è rappresentato dalle numerose proposte emendative presentate in Senato, nel corso dell’iter per la conversione in legge del decreto Sostegni ter, volte a riaprire i termini per la rottamazione ter e il saldo e stralcio delle cartelle ed estendere la pace fiscale anche ai debiti del periodo 2018-2020.
A riportarlo è il Sole24Ore, ed è lampante che tra le priorità di parte delle forze politiche in campo, sia di maggioranza che di opposizione, vi sia l’introduzione di un “salvagente” per i contribuenti colpiti dalle conseguenze economiche della crisi legata alla pandemia da Covid-19.
In ballo c’è poi il destino dei tanti contribuenti decaduti dalla rottamazione ter delle cartelle e dal saldo e stralcio dopo la maxi scadenza del 14 dicembre scorso, termine ultimo per saldare tutte le rate accumulate nel 2020 e nel 2021.
Secondo i dati forniti dal MEF, alla data del 1° gennaio 2022 il 43 per cento del totale dei contribuenti con piani di pagamento in essere hanno perso i benefici della definizione agevolata.
L’impatto è rilevante anche per lo Stato, che dovrà rinunciare ad un gettito pari a 2,45 miliardi di euro per il 2022 e il 2023, fermo restando il riavvio delle azioni di recupero coattivo da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Numeri importanti, che fanno ora i conti con il monito della Corte Costituzionale.
La riforma della riscossione dovrà portare ad un cambio di passo, ma bisognerà inevitabilmente fare i conti con gli strascichi dell’emergenza, prima sanitaria e poi sociale ed economica, causata dalla pandemia.
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