La riforma fiscale slitta ad agosto 2026. La Camera ha dato l'ok al decreto che rinvia i tempi per l'attuazione della legge delega. Dalla revisione dell'IVA al progetto flat tax su stipendi e affitti, servono risorse

Riforma fiscale prorogata ad agosto 2026. La Camera approva il disegno di legge che rinvia i termini per l’attuazione della delega n. 111/2023.
Il testo presentato dal Governo ha incassato il primo via libera il 16 luglio e passa ora al vaglio del Senato.
Si sono rivelati insufficienti i due anni di tempo previsti dalla legge delega per portare a compimento il progetto di revisione del Fisco.
È necessario reperire le risorse necessarie per attuare i tasselli più costosi della riforma, dall’IVA fino al progetto della flat tax per i dipendenti.
Riforma fiscale, attuazione prorogata ad agosto 2026. Il motivo? Servono risorse (che non ci sono)
Nel testo del disegno di legge approvato il 9 aprile e presentato alla Camera il 6 maggio, la richiesta di proroga dei termini per l’attuazione della riforma fiscale è motivata alla luce “della complessità e dell’estensione degli interventi previsti”.
Tempistiche aggiuntive, rispetto ai 24 mesi previsti dalla legge delega n. 111/2023 (in scadenza il 29 agosto 2025) che fissano a 36 mesi il termine di adozione dei decreti legislativi attuativi della riforma fiscale.
Slitta di conseguenza anche il tempo a disposizione per eventuali correttivi, che potranno essere approvati entro il 29 agosto 2028.
Una revisione complessiva delle tempistiche che si lega inevitabilmente anche alla necessità di reperire risorse utili per dare il via alle misure più costose previste dalla delega.
Dall’IVA alla flat tax per dipendenti e affitti commerciali, i punti più critici della riforma fiscale
Quali sono gli interventi rimasti al palo?
In primis la riforma dell’IVA. L’articolo 7 della legge delega 111/2023 prevede un restyling completo dell’imposta, a partire dalla ridefinizione dei presupposti, fino a un lavoro di razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote.
Un’opera complessa, chiamata ad analizzare il dedalo di voci e casistiche particolareggiate e, conseguentemente, valutare l’impatto in termini di gettito. Il tutto nel rispetto delle regole comunitarie, considerando la base normativa dettata dall’UE.
Alla riforma dell’IVA si affiancano ulteriori interventi rimasti fuori dalla prima parte di attuazione della delega fiscale.
Resta al palo il progetto flat tax per i dipendenti, che nel disegno previsto dall’articolo 5 della legge delega dovrà applicarsi agli straordinari (sopra una determinata soglia) così come alla tredicesima mensilità.
Lavori ancora fermi anche sul fronte dell’estensione della cedolare secca anche agli affitti commerciali, secondo il principio che chiede di estendere la tassazione flat alle locazioni di immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo, per i conduttori titolari di attività d’impresa, arte o professioni.
Non è certo un mistero che il lavoro più difficile riguarda quindi le misure, come quelle di cui sopra, che richiedono uno stanziamento economico. Già nell’estate dello scorso anno il Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, aveva evidenziato la necessità di mettersi al tavolo e fare la conta delle risorse effettive e di quelle teoricamente necessarie.
Allora si puntava sul successo del concordato preventivo biennale, ma il flop della prima edizione ha scombinato le carte. Fare i conti senza l’oste è stata una scelta pericolosa, e siamo quindi a una situazione di stallo.
Questo lo scenario alla base della proroga, necessaria per provare a chiudere il cerchio sulla riforma epocale, strutturale e organica promessa dalla Premier Meloni a marzo 2023. Un’ambizione ben lontana dalla realtà dei fatti, almeno allo stato attuale.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Riforma fiscale, proroga ad agosto 2026: più tempo per l’attuazione, servono risorse