Riforma fiscale globale: che cos’è la minimum tax oggetto dell’accordo UE

Rosy D’Elia - Fisco

Dopo le difficoltà della scorsa estate, l'UE trova l'accordo sulla minimum tax che rientra nella riforma fiscale globale: a livello europeo gli Stati membri dovranno recepire la direttiva entro il 2023. Che cos'è e come funziona la tassazione minima prevista per le multinazionali

Riforma fiscale globale: che cos'è la minimum tax oggetto dell'accordo UE

In Europa si compie un passo avanti verso l’attuazione della riforma fiscale globale con l’adozione della direttiva per l’introduzione della minimum tax: l’accordo è stato raggiunto dal Consiglio UE il 12 dicembre 2022 dopo che la scorsa estate i lavori si erano conclusi con una fumata nera a causa delle perplessità dell’Ungheria.

Entro la fine del 2023 gli Stati membri dovranno recepire le nuove regole sulla tassazione minima che prevede l’applicazione di un’aliquota pari ad almeno il 15 per cento sugli utili delle multinazionali.

Riforma fiscale globale, arriva la direttiva UE: che cos’è la minimum tax

Per comprendere cos’è la minimum tax che prende forma a livello europeo vale la pena fare un passo indietro e soffermarsi su come e perché nasce.

La novità rientra nella riforma fiscale globale sostenuta da 137 paesi del Mondo che rappresentano circa il 90 per cento del PIL complessivo: ne fanno parte tutti i membri dell’OCSE e del G20, tranne Kenya, Nigeria, Pakistan e Sri Lanka.

Due sono i pilastri su cui si fonda la revisione del sistema fiscale internazionale:

  • un nuovo sistema dei diritti di imposizione delle maggiori imprese multinazionali alle giurisdizioni in cui sono realizzati gli utili: le grandi aziende saranno chiamate a pagare le imposte nei Paesi in cui operano e non solo dove hanno la sede legale, prenderà forma tramite una convenzione multilaterale e riguarderà le aziende con un fatturato sopra i 20 miliardi di euro e una redditività superiore al 10 per cento prima dell’applicazione delle imposte;
  • l’introduzione di una tassazione minima effettiva pari ad almeno il 15 per cento per i grandi gruppi multinazionali con fatturato globale superiore a 750 milioni di euro e finalizzata a “ridurre le possibilità di erosione della base imponibile e di trasferimento degli utili”.
OCSE - Statement on a Two-Pillar Solution to Address the Tax Challenges Arising from the Digitalisation of the Economy
Statement on a Two-Pillar Solution to Address the Tax Challenges Arising from the Digitalisation of the Economy - documento aggiornato all’8 ottobre 2021

Per l’attuazione della riforma fiscale globale si parte proprio da questo secondo pilastro e l’UE ha fatto i suoi primi passi avanti con l’adozione unanime della direttiva per rendere concreta la novità negli Stati membri.

“Sono molto lieto di annunciare che abbiamo convenuto oggi di adottare la direttiva sulla proposta relativa al secondo pilastro. Il nostro messaggio è chiaro: i gruppi di imprese, multinazionali o nazionali, di maggiori dimensioni dovranno pagare a livello mondiale un’imposta sulle società che non potrà essere inferiore al 15 per cento”.

Nel comunicato stampa diffuso dal Consiglio Europeo il 12 dicembre 2022 la soddisfazione di Zbyněk Stanjura, Ministro delle Finanze della Repubblica Ceca.

Il prossimo passo sarà quello di avviare la procedura scritta.

Riforma fiscale globale: che cos’è la minimum tax e quali vantaggi comporta

L’accordo UE per l’introduzione della minimum tax che rientra nella riforma fiscale globale è stato raggiunto dopo mesi di lavoro: il 22 dicembre 2021 la Commissione ha formulato una proposta di direttiva per rendere concreto il secondo pilastro tenendo conto del diritto dell’UE.

La scorsa estate, a un passo dal via libera, non era stata raggiunta l’unanimità: Polonia e Ungheria avevano espresso la loro perplessità.

Con l’intesa raggiunta il 12 dicembre 2022, si va verso un’applicazione concreta della tassazione minima globale che gli Stati membri dovranno introdurre nelle legislazioni nazionali entro la fine del 2023.

Che cos’è la tassazione minima globale in sintesi? Lo spiega la stessa Commissione UE.

“L’utile dei grandi gruppi multinazionali e nazionali o delle grandi imprese con un fatturato annuo complessivo pari ad almeno 750 milioni di euro sarà assoggettato a un’aliquota d’imposta che non potrà essere inferiore al 15 per cento”.

A spiegare invece qual è il guadagno che deriva dalle novità è l’OCSE: in particolare si stimano maggiori entrate fiscali pari a 150 miliardi di dollari all’anno con la tassazione minima globale e una riassegnazione di oltre 125 miliardi di dollari di profitti al territorio in cui sono stati prodotti con un vantaggio soprattutto per le economie dei paesi in via di sviluppo.

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