Reddito di cittadinanza e gratuito patrocinio per la separazione: non si considera l’importo totale

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Reddito di cittadinanza e gratuito patrocinio per la separazione: per verificare se si rispetta il limite reddituale per poter beneficiare dell'assistenza legale, si considera solo la quota che spetta al singolo coniuge. E non l'importo totale. Lo chiarisce l'Agenzia delle Entrate nella risposta all'interpello numero 31 del 19 gennaio 2022.

Reddito di cittadinanza e gratuito patrocinio per la separazione: non si considera l'importo totale

Reddito di cittadinanza e gratuito patrocinio per la separazione: per verificare se si rispetta il limite reddituale previsto per l’accesso all’assistenza legale, si considera solo la quota che spetta al singolo coniuge e non l’intero importo. Se il nucleo familiare è composta da due persone, ad esempio, ha un suo peso solo il 50 per cento del RdC.

Lo chiarisce l’Agenzia delle Entrate con la risposta all’interpello numero 31 del 19 gennaio 2022 che aggiunge nuovi dettagli ai chiarimenti già forniti sul tema.

Con un intervento dello scorso aprile, infatti, aveva specificato che anche il reddito di cittadinanza è rilevante per l’ammissione al gratuito patrocinio. Si aggiunge, ora, un tassello in più sulle modalità di calcolo.

Reddito di cittadinanza e gratuito patrocinio per la separazione: non si considera l’importo totale per calcolare il limite

Come di consueto, il punto di partenza per arrivare alla regola generale riguarda un caso pratico.

Protagonista è una donna che ha intenzione di chiedere la separazione dal marito usufruendo del gratuito patrocinio riservato a chi ha un reddito imponibile ai fini IRPEF non superiore a 11.746,68 euro.

Non possiede beni immobili o mobili, è disoccupata e beneficia del reddito di cittadinanza.

Dal momento che, in caso di giudizio di separazione, per verificare il rispetto dei requisiti di accesso all’assistenza legale non si tiene conto dei redditi del coniuge, si rivolge all’Agenzia delle Entrate per conoscere l’importo corretto da considerare.

La misura di sostegno, infatti, non è destinata ai singoli cittadini ma ai nuclei familiari e quindi i due coniugi ricevono un unico pagamento mensile che viene accreditato sulla carta intestata al marito.

Con la risposta all’interpello numero 31 del 19 gennaio 2022, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che assume peso e rilevanza solo la quota riferibile alla persona interessata:

“Nel caso rappresentato, il reddito di cittadinanza è stato riconosciuto in favore del nucleo familiare di cui fa parte anche l’Istante che dichiara di beneficiare del predetto reddito attraverso la carta intestata al coniuge. Pertanto, ai fini della
ammissione al patrocinio gratuito, nella determinazione del reddito personale andrebbe considerato anche il predetto reddito per la quota del 50 per cento, nel presupposto che nel nucleo familiare, oltre ai due coniugi, non ci siano altri componenti maggiorenni”
.

Reddito di cittadinanza e gratuito patrocinio per la separazione: la verifica del limite per l’accesso

I chiarimenti si basano su quanto stabilito dall’articolo 76 del DPR n. 115 del 2002 che stabilisce le condizioni per beneficiare del gratuito patrocinio.

In particolare, il documento si sofferma su alcuni aspetti rilevanti:

  • il limite di reddito per accedere all’assistenza legale è pari a 11.746,68 euro;
  • la soglia viene incrementata di euro 1.032,91 per ognuno dei familiari conviventi;
  • si tiene conto del solo reddito personale “quando sono oggetto della causa diritti della personalità, ovvero nei processi in cui gli interessi del richiedente sono in conflitto con quelli degli altri componenti il nucleo familiare con lui conviventi”.

Quest’ultima regola riguarda anche l’eventuale richiesta di gratuito patrocinio per i procedimenti di separazione, come nel caso analizzato. Ne deriva che il reddito non deve essere cumulato con quello del coniuge convivente.

Sulla base di queste indicazioni, è necessario verificare il rispetto della soglia degli 11.746,68 euro prevista dalla normativa considerando anche tutti redditi che per legge sono esenti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) o che sono soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta, ovvero ad imposta sostitutiva.

Tra questi rientra anche il reddito di cittadinanza: in caso di separazione il valore da includere nel calcolo, però, non è pari al totale dell’assegno erogato al nucleo familiare, ma solo alla singola quota, pari al 50 per cento se la famiglia è composta da due persone.

Tutti i dettagli nel testo integrale della risposta all’interpello numero 31 del 2022.

Agenzia delle Entrate - Risposta all’interpello numero 31 del 19 gennaio 2022
Rilevanza del reddito di cittadinanza per l’ammissione al gratuito patrocinio ai sensi dell’articolo 76 del d.P.R. 30 maggio 2002, n. 115.

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