Partita IVA, De Bertoldi (FdI): caos regime forfettario e “razzismo fiscale” nella LdB 2020

Rosy D’Elia - Imposte

Convegno ANC: al centro della Legge di Bilancio 2020, incertezza sul regime forfettario e “razzismo fiscale” a danno delle partite IVA. Ad affermarlo è Andrea De Bertoldi. Resta il dubbio sul debutto dei nuovi limiti, 2020 o 2021? Dal governo messaggi contrastanti.

Razzismo fiscale e incertezza sul regime forfettario danneggiano le partite IVA. Le novità della legge di bilancio 2020 sono un freno per alcune categorie di contribuenti: ad affermarlo è Andrea De Bertoldi, Fratelli di Italia, tra i relatori del convegno “L’impatto delle novità fiscali sul paese e sulla professione”, organizzato a Roma il 23 gennaio dall’Associazione Nazionale Commercialisti.

“Non c’è nulla per il mondo produttivo e soprattutto non è solamente un freno perché non ci sono agevolazioni fiscali, ma soprattutto perché il caos continua a regnare sovrano, l’Italia è un paese che ha bisogno di norme chiare, di semplificazioni e di riduzione fiscale, nulla di tutto questo è stato fatto da questo governo”.

La Manovra 2020 riduce il carico delle imposte per i lavoratori dipendenti, ma dimentica gli autonomi, introduce nuovi limiti per l’accesso alla tassazione agevolata, ma non chiarisce i tempi di applicazione. Su questi punti cade l’accento.

Il debutto del regime forfettario, nella sua veste rivisitata ancora una volta, resta avvolto in una nube di incertezza: 2020 o 2021? Discordanti anche le risposte da parte dei rappresentanti del governo durante la mattinata di lavori.

Convegno ANC, De Bertoldi: “razzismo fiscale” e caos regime forfettario a danno delle le partite IVA

La Manovra 2020 ha trascurato le partite IVA. Al tavolo dei relatori, così come ai microfoni di Informazione Fiscale, il senatore Andrea De Bertoldi durante il convegno organizzato da ANC non perde occasione per sottolinearlo con forza.

E usa un termine forte: “razzismo fiscale”, mi sono permesso di usare questo termine, una parte di lavoratori autonomi e partite IVA sono considerati indegni di agevolazioni fiscali e questo è un’iniquità da una parte e un controsenso economico dall’altra parte”.

Secondo il senatore il taglio del cuneo fiscale, che è comunque positivo, porta a una discriminazione:

“Non riguarda tutti i cittadini italiani e non riguarda i cittadini italiani che più di altri meriterebbero un sopporto in questo senso, cioè coloro che devono produrre reddito, lavoro, coloro che rischiano in proprio per far crescere l’economia nazionale”.

Stando allo scambio di battute tra Andrea De Bertoldi e la sottosegretaria al Ministero dell’Economia e delle Finanze Maria Cecilia Guerra, sul palco del convegno, per ora sembra che da parte del governo non ci sia l’intenzione di intervenire a sostegno delle partite IVA.

Caos regime forfettario a danno delle partite IVA: nuovi limiti dal 2020 o dal 2021? Risposte discordanti

D’altronde, va affrontato un problema per volta: il primo, che richiede una risposta imminente, riguarda la necessità di fare chiarezza sulla data di debutto dei nuovi limiti per l’accesso al regime forfettario, introdotti dall’ultima Legge di Bilancio.

Dipendenti e pensionati che hanno percepito redditi superiori a 30.000 euro nell’anno precedente e titolari di partita IVA che hanno sostenuto spese per compensi a dipendenti e collaboratori superiori a 20.000 euro non potranno accedere alla tassazione agevolata già dal 2020 o a partire dal 2021? Non c’è ancora una risposta univoca.

E anche da fronti diversi del governo arrivano messaggi contrastanti. Maria Cecilia Guerra, durante la tavola rotonda guidata dall’Associazione Nazionale Commercialisti, ha affermato:

“Il nuovo regime forfettario è entrato in vigore nel 2020 non ci sono dubbi, non si tratta di un adempimento e non rientra nello Statuto dei Contribuenti”.

Mentre Carla Ruocco, Presidente della VI Commissione Finanze della Camera, intervistata da Money.it al termine del confronto sulle novità della Manovra 2020, ha dichiarato che i limiti entreranno in vigore nel 2021.

In attesa di chiarimenti, i dubbi persistono. Non senza conseguenze, afferma Andrea De Bertoldi:

“L’impatto è, al solito, un impatto di incertezza, quello che caratterizza purtroppo il nostro sistema fiscale, cioè per l’ennesima volta si mettono i contribuenti nella situazione di non sapere in che regime si debbono trovare.

In sostanza non solo abbiamo ridotto quelle poche facilitazioni che c’erano nel regime forfettario, per coloro che hanno un reddito fino a 65.000 euro, ponendogli dei paletti ulteriori, ma li abbiamo anche posti in una condizione di certezza ulteriore perché fino a marzo loro non sanno esattamente quali sono esattamente i loro redditi di lavoro dipendente e quindi non sanno se hanno superato la soglia dei 30.000 euro”.

Il ritardo nella definizione chiara dei tempi di applicazione del nuovo regime forfettario ha delle conseguenze importanti, conclude il senatore:

“I contribuenti rischiano in pochi giorni di dover impiantare una contabilità, di dover avere un percorso fiscale, che impatta sui loro bilanci, assolutamente diverso rispetto a quello che sapevano di avere fino all’altro ieri, quindi c’è incertezza da parte di uno stato che non sa dare risposte chiare e serene ai proprio cittadini”.

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