Malattia all’estero: guida INPS con le istruzioni

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Malattia all'estero: le istruzioni dell'INPS su cosa fare in caso di assenza dal lavoro per malattia insorta in un paese estero o per spostarsi in un altro paese mentre si percepisce l'indennità.

Malattia all'estero: guida INPS con le istruzioni

Malattia all’estero: le istruzioni dell’INPS su cosa fare in caso di assenza dal lavoro per malattia insorta in un paese estero o per spostarsi in un altro paese mentre si percepisce l’indennità.

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale il 3 dicembre 2018 ha pubblicato una guida sulla certificazione di malattia per i lavoratori che soggiornano temporaneamente fuori dall’Italia e hanno diritto alla tutela previdenziale.

Malattia all’estero: le istruzioni nella guida INPS

Il documento chiarisce alcuni aspetti chiave della malattia all’estero e passa a rassegna i possibili casi:

  • malattia insorta in un paese estero appartenente all’Unione Europea;
  • malattia insorta in un paese extra UE che abbia stipulato accordi o convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con l’Italia;
  • malattia insorta in un paese extra UE che non abbia stipulato accordi o convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con l’Italia.

Come prima cosa l’INPS chiarisce che quando per un lavoratore si verifica un evento che causa malattia durante un soggiorno all’estero, ha diritto all’indennità. Resta il fatto che, per ricevere la prestazione, è necessaria una certificazione medica rilasciata nel rispetto della legislazione del paese in cui si trova il lavoratore.

La documentazione deve rispondere agli standard della normativa italiana e contenere i seguenti dati:

  • intestazione;
  • dati anagrafici del lavoratore;
  • prognosi;
  • diagnosi di incapacità al lavoro;
  • indirizzo di reperibilità;
  • data di redazione;
  • timbro e firma del medico.

Inoltre l’INPS ribadisce che, anche all’estero, vanno rispettate le fasce orarie di reperibilità per le visite mediche di controllo.

Guida INPS su certificazione di malattia all’estero
Scarica la guida INPS sulla certificazione di malattia per i lavoratori aventi diritto alla tutela previdenziale che soggiornano temporaneamente fuori dall’Italia.

Malattia all’estero: cosa fare in un Paese Ue

La guida analizza tutti i casi possibili partendo dall’Europa. Se il lavoratore si ammala in un Paese dell’Unione Europea, viene applicata la legislazione del Paese dove risiede l’Istituzione presso la quale è assicurato. L’INPS chiarisce la procedura da seguire:

  • rivolgersi al medico del Paese in cui si sta soggiornando per ottenere la certificazione dello stato di incapacità lavorativa;
  • trasmettere il certificato compilato in tutti i suoi dati entro due giorni dal rilascio alla sede INPS competente;
  • sempre entro due giorni inviare al datore di lavoro l’attestato della malattia privo dei dati relativi alla diagnosi.

Il certificato può essere anticipato via fax, PEC o email e consegnato al rientro in originale.

Se il medico a cui ci si rivolge non è abilitato o non è tenuto a rilasciare la certificazione di incapacità al lavoro, il lavoratore deve rivolgersi all’istituzione locale che accerterà la malattia e trasmetterà i dati secondo gli accordi comunitari.

Malattia all’estero: cosa fare in un Paese extraeuropeo

La stessa procedura va seguita per i paesi extraeuropei che hanno stipulato con l’Italia o con l’Ue accordi o convenzioni bilaterali di sicurezza sociale in cui si specifica che la certificazione di malattia rilasciata dall’istituzione locale competente è riconosciuta anche in Italia.

Diverso è il caso di malattia insorta in Paesi che non fanno parte della Unione europea o che non hanno stipulato con l’Italia accordi o convenzioni specifici che regolano la materia. Il requisito per ricevere l’indennità, infatti, è la legalizzazione del certificato.

Un certificato è legalizzato quando la rappresentanza diplomatica o consolare all’estero attesta che è valido ai fini certificativi secondo le disposizioni del Paese in cui è stato redatto.

Non è strettamente necessario, però, legalizzare il documento prima di rientrare in Italia, il lavoratore potrà regolarizzarlo anche in un momento successivo, purché ovviamente lo faccia entro i termini di prescrizione annuale.

Indennità di malattia e trasferimento all’estero

Il lavoratore che, durante l’assenza dal lavoro per malattia, si sposta all’estero in paesi UE e in paesi extraeuropei, per conservare l’indennità deve comunicarlo all’INPS che verifica eventuali rischi per la salute e autorizza lo spostamento.

Nei casi di trasferimento in Paesi extra Ue, l’INPS deve inoltre verificare la sussistenza di migliori cure e/o assistenza che il lavoratore potrà ricevere nel Paese estero e rilasciare conseguentemente l’autorizzazione.

L’Istituto non può vietare al paziente di trasferirsi ma può sospendere il diritto all’indennità per malattia, il trasferimento infatti potrebbe rientrare negli atti che pregiudicano il decorso della malattia.

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