Fondo Impresa Donna, l’alert della Corte dei Conti: il 40 per cento delle risorse spetta al Mezzogiorno

Rosy D’Elia - Incentivi alle imprese

Fondo Impresa Donna, il bilancio della Corte dei Conti sull'elaborazione delle domande: obiettivi numerici del PNRR raggiungibili, ma è fondamentale destinare il 40 per cento delle risorse al Mezzogiorno. Le raccomandazioni indirizzate al MISE nella delibera pubblicata il 4 ottobre 2022.

Fondo Impresa Donna, l'alert della Corte dei Conti: il 40 per cento delle risorse spetta al Mezzogiorno

Tra maggio e giugno 2022 sono stati attivati i canali di accesso al Fondo Impresa Donna: in poche ore di apertura degli sportelli, i progetti presentati sono stati circa 13.000. La Corte dei Conti ha fatto un primo bilancio della misura basandosi sulle domande attualmente in valutazione.

Gli obiettivi imposti dal PNRR, 700 imprese finanziate entro il prossimo giugno, non sembrano essere a repentaglio. Ma l’Ente ha riportato l’attenzione sulla necessità di riservare il 40 per cento delle risorse al Mezzogiorno, anche rafforzando la comunicazione.

Le raccomandazioni sono indirizzate al MISE, Ministero dello Sviluppo Economico, tenuto a monitorare l’operato di Invitalia a cui è affidata la gestione operativa della misura.

Fondo Impresa Donna, la Corte dei Conti mette in guardia: il 40 per cento delle risorse al Mezzogiorno

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si pone come obiettivo di aumentare, rispetto al 2021, l’occupazione femminile di quattro punti percentuali rispetto: la scadenza per raggiungerlo è fissata al 2026.

Nella strategia per incrementare la presenza delle donne sul mercato del lavoro rientra anche uno stanziamento di 400 milioni di euro per favorire l’imprenditoria femminile.

Una cifra importante è stata destinata al Fondo Impresa Donna che, grazie anche a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2021 che lo ha istituito, ha preso vita con circa 200 milioni di euro di dote.

Le domande per poter beneficiare di contributi a fondo perduto e finanziamenti sono state avviate tra maggio e giugno 2022 con due differenti finestre per la realizzazione di nuovi progetti e il consolidamento di quelle già avviate: gli sportelli sono stati chiusi in tempi record per il gran numero di istanze inviate.

In totale le imprenditrici e le libere professioniste, o aspiranti tali, hanno inviato in totale circa 13.000 domande.

Sulla base delle richieste inoltrate e sui progetti attualmente in valutazione, che sono 1.200, la Corte dei Conti con la delibera pubblicata il 5 ottobre 2022 ha fornito un primo bilancio del funzionamento del fondo.

Dal punto di vista numerico non sembrano esserci particolari criticità: l’obiettivo di 700 imprese femminili finanziate entro giugno 2023 è raggiungibile. Entro il 2026 il numero deve arrivare a 2.400. Particolare attenzione, però, deve essere prestata alla geografia dei progetti che riceveranno le risorse del Fondo Impresa Donna.

“Si invita comunque il Mise a monitorare costantemente l’operato di Invitalia, con particolare riferimento al rispetto dei principi trasversali previsti dal PNRR e, tra questi, dell’obiettivo di riduzione dei divari territoriali”.

Mette in guardia la Corte dei Conti.

Fondo Impresa Donna, l’alert della Corte dei Conti su obiettivi e risorse del PNRR

Alla base della segnalazione c’è una ripartizione ben definita delle risorse destinate al Fondo Impresa Donna: il 40 per cento delle somme stanziate con i fondi del PNRR devono essere indirizzate nei territori del Mezzogiorno. La regola vale anche per i 100 milioni messi in campo per Smart&Start e Nuove Imprese a tasso zero.

RisorseDestinazione
47 milioni di euro avvio di nuovi progetti di imprenditoria femminile
146,8 milioni di euro Sviluppo e consolidamento di imprese femminili già esistenti
Quote Destinazioni specifiche
40 per cento delle risorse PNRR Progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia
60 per cento delle risorse per nuovi interventi (8,2 milioni di euro) imprese femminili costituite in forma di impresa individuale o di lavoratrice autonoma
25 per cento della dotazione Piccole e medie imprese femminili

La direzione individuata dalla Corte dei Conti, però, va nel verso opposto. Si riscontra “una marcata disomogeneità territoriale a scapito delle zone meridionali del Paese (cui è destinato il 40% delle risorse complessive)”, si legge nel comunicato stampa che accompagna la delibera.

Questo divario fa emergere la necessità di adottare strategie di comunicazione efficaci per far conoscere gli strumenti messi a disposizione del Fondo Impresa Donna proprio nei territorio del Sud in cui il numero delle domande si è rivelato più basso e la necessità di intervenire è più alta.

“Definire quanto prima il piano delle attività di comunicazione sia con il soggetto
gestore (Invitalia) sia con il Dipartimento per le pari opportunità, al fine di garantire un utilizzo mirato ed efficace delle risorse a ciò dedicate, con particolare riferimento ad azioni strategiche in quei territori in cui sussiste la riserva di assegnazione delle risorse progettuali”
è una delle raccomandazioni che la Corte dei Conti invia al MISE.

Ma prima di tutto, ribadisce il documento diffuso il 4 ottobre, è necessario vigilare sul rispetto dei principi indicati dal PNRR, prima di tutto la riduzione del divario territoriale, e sulla qualità delle spese per cui si richiedono finanziamenti e contributi a fondo perduto che devono contribuire effettivamente al rilancio dell’imprenditoria femminile.

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