Ingresso in Italia più facile per chi arriva dal continente americano. I discendenti di italiani possono entrare nel Paese per motivi di lavoro al di fuori delle quote fissate dal decreto Flussi
Ingressi fuori quota per i parenti degli italiani emigrati all’estero e in particolare nelle Americhe.
Queste specifiche categorie di lavoratori e lavoratrici, infatti, possono entrare in Italia per motivi di lavoro al di fuori di quanto previsto dal decreto Flussi.
Il nuovo decreto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale individua i criteri e gli Stati beneficiari della deroga alla programmazione prevista dai vari decreti flussi.
Quali sono i Paesi individuati e le procedure da seguire?
Flussi: chi può entrare fuori dalle quote programmate per motivi di lavoro?
Arriva l’apertura all’ingresso di cittadini e cittadine straniere per motivi di lavoro: i parenti degli italiani emigrati potranno arrivare in Italia per lavorare senza dover tenere conto della programmazione prevista dal decreto Flussi.
A prevedere la novità è il nuovo decreto del MAECI (il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) del 17 novembre pubblicato in Gazzetta Ufficiale, in attuazione di quanto stabilito dal “decreto Cittadinanza”, il n. 36/2025.
Si tratta in particolare della disposizione prevista dall’articolo 1-bis, che va a modificare direttamente il Testo Unico sull’immigrazione (Dlgs n. 286/1998). Questa consente l’ingresso in Italia e il soggiorno nel Paese per motivi di lavoro subordinato, al di fuori delle quote, agli stranieri:
- residenti all’estero;
- discendenti di cittadini italiani;
- in possesso della cittadinanza di uno Stato di destinazione di rilevanti flussi di emigrazione italiana individuati da un apposito decreto.
In sostanza, i discendenti degli emigrati italiani in alcuni specifici Paesi potranno fare il loro ingresso in Italia per motivi di lavoro al di fuori delle quote fissate triennalmente dal decreto Flussi.
Tali Paesi sono stati individuati dal decreto MAECI pubblicato il 24 novembre. Quali sono, dunque, i Paesi individuati?
A poter fare il loro ingresso in Italia sono i cittadini di:
- Argentina;
- Brasile;
- Stati Uniti d’America;
- Australia;
- Canada;
- Venezuela;
- Uruguay.
Come specificato nel provvedimento, la scelta è ricaduta su tali Paesi poiché, nell’ambito di tutti quelli al di fuori del continente europeo, sono quelli in cui risiedono (al 31 dicembre 2024) più di 100.000 cittadini italiani iscritti all’AIRE, l’anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero: Argentina (989.901), Brasile (682.300), Stati Uniti d’America (241.056), Australia (166.848), Canada (148.251), Venezuela (116.396) e Uruguay (115.658).
Le procedure da seguire
La norma non prevede alcun tipo di limitazione generazionale: la deroga per l’ingresso in Italia è aperta a tutti i discendenti di cittadini e cittadine italiane con cittadinanza di uno dei Paesi elencati.
Quali sono, quindi, le procedure di ingresso da seguire?
Come detto, l’ingresso è slegato dal meccanismo delle quote previsto dal decreto Flussi ma la procedura è la stessa. Va seguita la disciplina individuata all’articolo 22 del Testo Unico, relativa al lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato.
Si dovrà quindi passare dallo sportello unico per l’immigrazione: il datore di lavoro, previa verifica di indisponibilità di un lavoratore presente sul territorio nazionale presso il CPI di riferimento, dovrà richiedere il nulla osta al lavoro.
Il datore di lavoro è tenuto a confermare la richiesta di nulla osta al lavoro allo sportello unico per l’immigrazione entro 7 giorni dalla comunicazione di avvenuta conclusione degli accertamenti. Il contratto di soggiorno deve essere firmato entro 8 giorni dalla data di ingresso del lavoratore straniero nel territorio nazionale.
Entrambi i termini dovrebbero passare a 15 giorni se le novità inserite durante l’iter di conversione in legge del decreto n. 146/2025 saranno confermate. Il testo ha ricevuto oggi anche il via libera da parte del Senato.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Flussi: chi può entrare per motivi di lavoro fuori dalle quote programmate?