Copyright e diritto d’autore: come si tutela sul web, punti di vista a confronto

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Copyright e diritto d'autore: come si tutela sul web. Collaborazione, bilanciamento e Intelligenza Artificiale: punti di vista a confronto durante la Settimana Amministrazione Aperta 2019.

Copyright e diritto d'autore: come si tutela sul web, punti di vista a confronto

Copyright e diritto d’autore: come si tutela sul web, punti di vista a confronto durante l’evento "Il ruolo del Dipartimento Informazione ed Editoria di fronte alle grandi sfide del diritto d’autore" organizzato il 15 marzo a Roma nell’ambito della Settimana Amministrazione Aperta 2019.

Dall’11 al 15 marzo 2019, 5 giornate dedicate a 5 temi chiave dell’editoria e dell’informazione. A chiudere la rassegna di eventi una mattinata dedicata al diritto d’autore, alla sua tutela e alla necessità di adottare soluzioni in linea con la convergenza tecnologica.

“La stessa massa di materiali prodotta dalla nascita dell’umanità fino al 2003 viene prodotta oggi in 10 minuti sul web”

Ha fatto notare Alessandra De Marco, Direttore Ufficio per l’informazione e la comunicazione istituzionale e per la tutela del diritto d’autore. In questo flusso costante di contenuti di qualità, più o meno alta, come bisogna tutelare il diritto d’autore?

Copyright e diritto d’autore: come si tutela sul web, punti di vista a confronto

A questa domanda si è provato a dare risposta durante il dibattito finale dell’evento "Il ruolo del Dipartimento Informazione ed Editoria di fronte alle grandi sfide del diritto d’autore" organizzato il 15 marzo presso il Dipartimento di Informazione ed Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Da un lato la produzione classica dei contenuti con i diritti che ne derivano rappresentati dal Responsabile Ricerca e Sviuppo dell’Associazione Italiana Editori, Piero Attanasio, dall’altra l’innovazione, l’apertura e l’accessibilità dei prodotti, editoriali e non, rappresentata da Enrico Bellini, Pubblic Policy Manager di Google.

A centro la dirigente De Marco, a rappresentare le istituzioni, che ha agito su due fronti: porre le questioni più calde sul tavolo della discussione e vestire i panni dell’arbitro.

La direttiva europea sul copyright è a un passo dall’approvazione, che si attende entro la fine della legislatura, ma quali strategie adotta, o è pronto ad adottare, per tutelare il diritto d’autore chi produce i contenuti e chi contribuisce alla sua diffusione?

Bilanciamento di diritti e collaborazione tra gli attori in campo sono le parole chiave per una tutela efficace secondo Enrico Bellini, Pubblic Policy Manager di Google. Una ricetta a cui manca un ingrediente per Piero Attanasio, che aggiunge la componente tecnologica: l’Intelligenza Artificiale.

L’approccio dell’Associazione Italia Editori richiama l’origine del diritto e la attualizza. Distingue corpus mysticum, l’idea pura, e corpus mechanicum, il veicolo per la trasmissione sostenendo che:

“Il digitale rende labile il veicolo o lo fa scomparire addirittura. Per questo il diritto d’autore nel digitale assume ancora più valore, resta l’idea stessa. Più si sta sui principi fondanti più si affronta meglio l’evoluzione tecnologica”.

Copyright e diritto d’autore tra bilanciamento, collaborazione e Intelligenza Aritificiale

In questa ottica non è una minaccia la tecnologia, ma un’opportunità per Piero Attanasio che si affiderebbe a un sistema di Intelligenza Artificiale per verificare i casi di violazione del copyright nel mare di contenuti che viaggiano sul web.

“Sicuramente le macchine non sono più intelligenti degli uomini, però ci sono delle modalità per intervenire. Ci immaginiamo i filtri settati su una soglia netta, ma possiamo anche dire alle macchine di avere due o più soglie:

  • è una copia;
  • non è una copia;
  • è un caso intermedio da far gestire all’uomo.

C’è un aumento dei costi, ma tecnicamente si può fare, in linea con gli utili che producono i colossi del web”.

Un discorso che non trova l’approvazione di Enrico Bellini, che rappresenta il colosso dei colossi, Google, e riporta la discussione su un piano umano.

“Una collaborazione tra chi detiene diritti dei contenuti e chi è detentore della piattaforma è fondamentale per la tutela, perché più si stringono le regole e più si può incorrere nella limitazione delle altre libertà”.

E sulla possibilità di affidare la tutela del copyright alla tecnologia afferma:

“Le macchine sono intelligenti e lo stanno diventando sempre di più, ma è complicato farle intervenire sulla violazione dei copyright perché servirebbero dei filtri pesantemente invasivi che porrebbero problemi sull’altro piatto della bilancia, la libertà di espressione”.

Il veto non è una questione di costi, sottolinea tra le righe Enrico Bellini, che afferma:

“Non è vero che online non esistano regole, i player le rispettano e investono risorse perché le operazioni siano in linea con il diritto d’autore, non soltanto su carta ma anche nella realtà”.

Investimenti necessari non solo per la tutela del singolo, ma anche per la salvaguardia dell’industria nel suo complesso, soprattutto in un paese come l’Italia. Come ha sottolineato la stessa Alessandra De Marco:

“L’industria creativa in Italia vale 47, 9 miliardi di euro. L’Italia è produttore di contenuti, parlare di diritto d’autore è rilevante perché l’industria è importante per l’economia. Noi produciamo molto, siamo un paese che deve pensare a difendere i contenuti che produce e garantire l’economia che ne deriva”.

Ma nonostante tutto per Piero Attanasio le sfide sono opportunità, e conclude:

“Si resiste rilanciando, c’è molto spazio, parlo soprattutto del mondo del libro e dei testi. Le start up devono produrre nuove rotture, non hanno speranza di avere successo se imitano le dinamiche dei colossi o delle piattaforme prosumer.”

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