Controlli fiscali sulle discoteche

Gianfranco Antico - Dichiarazione dei redditi

Come funzionano i controlli fiscali sulle discoteche?

Controlli fiscali sulle discoteche

La circolare n. 3/2001 si occupa, nello specifico, dell’attività di intrattenimento e spettacolo offerta dalle discoteche, sale da ballo e night club, proposta con l’ausilio di musica dal vivo o di musica riprodotta e con l’erogazione di servizi ausiliari come il bar e il ristorante, sottolineando che ai fini del controllo è essenziale tenere conto delle modalità di ingresso adottate.

L’attività tende a concentrarsi nell’orario serale e notturno; alcune discoteche offrono il servizio anche nella fascia pomeridiana, dedicata agli adolescenti (pomeriggi giovani).

In quest’ultimo caso sono praticati prezzi differenziati.

I diversi percorsi di controllo indiretto utilizzabili

L’evasione, in questa particolare attività, si concentra essenzialmente, oltre che nella mancata emissione dei biglietti d’ingresso, nella mancata contabilizzazione dei corrispettivi scaturenti dai servizi accessori offerti, con particolare riguardo alle consumazioni e alle somministrazioni di alimenti.

In linea di massima i corrispettivi di una discoteca derivano:

  • dalla vendita di titoli d’ingresso;
  • dalle consumazioni al bar e al ristorante;
  • dal parcheggio (a gestione diretta);
  • dal guardaroba;
  • dalla prenotazione ai tavoli.

Se spesso la prima consumazione può risultare compresa nel titolo di accesso, per quelle successive deve essere emesso un ulteriore certificazione fiscale, indicante la quantità e qualità dei beni venduti o dei servizi prestati.

Il controllo dei corrispettivi del bar e del ristorante dovrebbe essere effettuato secondo la metodologia specifica del settore. Fondamentale a questo fine è la ricostruzione del numero delle consumazioni vendute e dei pasti serviti, determinabile sulla base dei consumi risultanti dal controllo di magazzino e dagli acquisti effettuati.

Lo stesso documento di prassi n. 3/2001 rileva, però, che “la verifica del numero delle somministrazioni è resa particolarmente difficile dalla frequente inattendibilità del dato relativo agli acquisti”.

Spesso, infatti, per tali attività vi è la tendenza a non contabilizzare le fatture di acquisto ovvero ad approvvigionarsi presso supermercati e/o rivenditori al dettaglio.

L’inventario del magazzino potrà permettere di riscontrare se tutte le giacenze sono coperte da fatture di acquisto e, in caso di divergenza, valutare l’attendibilità delle scritture contabili.

Tutti questi indizi possono portare a ritenere sottostimati i consumi risultanti dalla contabilità e quindi inidonei a costituire la base di una ricostruzione indiretta del giro d’affari.

La stessa considerazione può essere estesa ai costi di mano d’opera registrati ai fini fiscali e previdenziali, giacché troppo spesso il personale è retribuito “in nero”.

Il controllo dei ricavi muoverà dai dati e dalle notizie acquisiti nel corso delle operazioni di verifica, sia di carattere contabile che extracontabile.

I redattori della metodologia di controllo puntualizzano che:

“il numero delle presenze risultante dai riepiloghi giornalieri e mensili nonché dai titoli di accesso emessi, seppure suscettibile di rettifica, può essere considerato solo un punto di partenza per il controllo (tenuto conto anche della vigilanza esercitata dalla SIAE), attesa l’applicazione del regime forfetario.”

Tale dato va, quindi, posto a confronto:

  • con il totale delle somministrazioni del bar, desumibile dal numero degli scontrini rilasciati, tenendo sempre presente che la prima consumazione può essere compresa nel prezzo d’ingresso;
  • con il numero delle prestazioni rese dal servizio guardaroba e dal parcheggio, ove sussistenti.

In altri termini, i suddetti rapporti dovrebbero avere un carattere di stabilità e non presentare irragionevoli differenze con quelli riscontrati all’atto dell’accesso.

Inoltre, il confronto tra il numero delle prestazioni relative alle varie tipologie di servizi resi, effettuato per singoli periodi, consente di verificare la coerenza dei dati e la loro reciproca affidabilità.

Un confronto tra i prezzi indicati sugli scontrini e i prezzi medi rilevati direttamente dal listino può essere utile per scoprire eventuali tendenze alla sottocontabilizzazione dei corrispettivi.

Si pensi, ad esempio, alla mancanza di scontrini superiori a un determinato ammontare qualora il bar disponga di bottiglie di champagne o altre bevande costose (soprattutto in caso di effettuazione del servizio al tavolo).

Un altro procedimento di controllo è legato alla verifica della distribuzione dei ricavi nel corso dell’anno, al fine di constatarne l’attendibilità relativamente a singoli periodi considerati. Potrebbero così rilevarsi, al di fuori di attività stagionale, inspiegabili picchi di attività ovvero “tempi morti” che sono indice di una ricostruzione a posteriori della contabilità.

La valutazione della congruità dei corrispettivi contabilizzati e l’eventuale ricostruzione del giro d’affari può avere maggiore valenza probatoria, se operata con riferimento ai ricavi relativi ad ogni singola tipologia di servizio prestato.

I modi di evasione dei titoli di ingresso

I modi di evasione dei titoli di ingresso sono comunque tantissimi.

Si va dal rilascio di biglietti ridotti anziché interi, alla mancata contabilizzazione dei corrispettivi corrisposti per gruppi di persone, direttamente o attraverso promotori che prenotano il locale per feste di compleanno, serate aziendali, ecc., con relativo rilascio di biglietti omaggio.

L’anomala incidenza dei biglietti omaggio sul totale degli ingressi, può essere sintomatica della mancata annotazione dei corrispettivi.

Una consistenza di cassa, rilevata all’atto dell’accesso, superiore al totale degli importi registrati può essere considerata indizio di omessa contabilizzazione dei corrispettivi.

Ulteriore indizio – da riscontro – è rappresentato dai ricavi da parcheggio. Nel rilevare che abitualmente tale attività è appaltata a terzi, l’esame incrociato tra presenze nella discoteca e documenti fiscali emessi per il parcheggio, servirà a stabilire l’attendibilità dei ricavi contabilizzati per tale servizio.

Inoltre, nel periodo invernale e per locali di un certo prestigio, è presumibile ipotizzare l’uguaglianza tra il numero dei biglietti d’ingresso ceduti e la quantità di prestazioni di guardaroba eseguite.

Per discoteche meno importanti sarà bene tener conto di una piccola percentuale di clienti che preferisce non utilizzare il guardaroba.

Nel periodo estivo il servizio sarà ovviamente limitato e rivolto prevalentemente al pubblico femminile, per la custodia delle borse.

Ipotesi di ricostruzione di ricavi

Proviamo ad ipotizzare una ricostruzione di ricavi.

I verificatori, sulla base degli accessi mirati effettuati in tre giorni diversi – dalle ore 21.00 alle ore 3.00 –, per acquisire notizie e dati necessari all’indagine fiscale, possono aver rilevato:

  • il listino dei prezzi praticati per la vendita di prodotti alcolici e analcolici;
  • il personale;
  • gli incassi conseguiti nei giorni degli accessi;
  • la quantità di bevanda corrispondente ad una consumazione;
  • la quantità di prodotto (sciroppo, succo, alcool) miscelata con acqua per ottenere la bevanda da mescere;
  • eventuali bevande servite gratuitamente alla clientela.

Sulla base di quanto indicato nella specifica metodologia di controllo, i verificatori, dopo aver adempiuto alle formalità di rito, procedono, inoltre, a:

  • rilevare il numero dei titoli di accesso rilasciati;
  • rilevare il numero dei clienti presenti nel locale da confrontare col numero dei titoli di accesso rilasciati;
  • rilevare tutto il personale che opera nel locale (barman, camerieri, cuochi e addetti alla cucina, presentatori, disc-jockey, ballerini, addetti alla sicurezza, P.R., ecc.), con l’indicazione dei dati anagrafici, delle mansioni svolte e delle date di inizio dell’attività;
  • controllare il parcheggio della discoteca, provvedendo al conteggio delle automobili, delle moto e motorini in sosta, da confrontare con il numero delle presenze e dei titoli di accesso rilasciati per l’ingresso al locale nonché, con il numero dei documenti fiscali rilasciati per il servizio di parcheggio;
  • contare i capi depositati in guardaroba, da confrontare con il numero complessivo di titoli di accesso rilasciati;
  • reperire ed acquisire agli atti della verifica eventuale documentazione extracontabile, che può avere rilevanza ai fini del controllo (agende, appunti, corrispondenza, brogliacci, ecc.);
  • inventariare i prodotti utilizzati per il bar e/o per il ristorante ed acquisire i relativi listini dei prezzi;
  • rilevare gli impianti e le attrezzature utilizzate per l’esercizio dell’attività (impianti di diffusione audio e impianti luci, ecc.);
  • analizzare la quantità e la composizione delle attrezzature informatiche presenti (ad esempio, Personal Computer, reti locali, particolari periferiche, ecc.);
  • controllare la cassa;
  • individuare le ultime operazioni effettuate, ed in particolare gli ultimi documenti fiscali emessi.

Successivamente, i verificatori guardano con particolare attenzione:

  • il numero delle presenze;
  • gli incassi delle bevande;
  • i quantitativi di merce da bar acquistata.

Alla luce di ciò, i verificatori, possono effettuare un controllo indiretto attraverso i quantitativi di merce acquistata, distinguendo le bevande alcoliche dalle analcoliche, atteso fra l’altro che, con riferimento alle consumazioni successive alla prima (che è compresa nel biglietto), dal listino prezzi esposto al pubblico è stato rilevato che una consumazione analcolica costa 15 euro e una analcolica costa 10 euro.

In pratica, partendo, per esempio, dagli acquisti di prodotti analcolici, e tenuto conto delle quantità necessarie per ciascuna consumazione, si può provvedere a determinare le diverse tipologie di consumazioni, e soprattutto il numero delle consumazioni.

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