Contante, flat tax e reddito di cittadinanza: le misure da rivedere secondo la Banca d’Italia

Tommaso Gavi - Fisco

Nell'analisi della Banca d'Italia diversi aspetti a cui prestare attenzione. Dal limite al contante a flat tax e regime forfettario, passando per il reddito di cittadinanza: i punti critici presentati nell'audizione del 5 dicembre 2022 presso le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato

Contante, flat tax e reddito di cittadinanza: le misure da rivedere secondo la Banca d'Italia

Tra le misure inserite nel Disegno di Legge di Bilancio 2023 che mostrano criticità, secondo la Banca d’Italia, ci sono l’innalzamento al limite del contante, la flat tax e il reddito di cittadinanza.

Diversi punti di debolezza relativi ad alcune misure sono sintetizzati nell’audizione presso le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

Nel testo pubblicato il 5 dicembre 2022 vengono messi in evidenza i rischi di evasione e quelli legati alla progressività fiscale e all’equità.

L’eliminazione di alcune mensilità del reddito di cittadinanza per l’anno 2023, invece, potrebbe colpire nuclei familiari con persone difficilmente in grado di inserirsi nel mondo del lavoro.

I limiti dell’innalzamento del tetto del contante

Nell’audizione presso le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, la Banca d’Italia mette in evidenza i punti di debolezza delle misure inserite nel Disegno di Legge Bilancio 2023.

Alcune delle misure mostrano limiti, tra queste: l’innalzamento del tetto del contante, la flat tax incrementale, l’estensione del regime forfettario e le modifiche al reddito di cittadinanza.

Il testo dell’audizione preliminare all’esame della manovra economica per il triennio 2023-2025, spiegato dal capo servizio struttura economica della Banca d’Italia Fabrizio Balassone, riassume i principali nodi da sciogliere.

Sugli interventi in materia di strumenti di pagamento vengono evidenziati i limiti dell’innalzamento del tetto del contante, al fine di agevolarne l’utilizzo.

Nel documento viene presentata la situazione a livello europeo.

“A livello europeo, mentre in alcuni paesi (tra i quali la Germania) non è prevista alcuna soglia massima per l’ammontare delle transazioni in contanti, in altri sono previsti tetti inferiori a quello indicato nel disegno di legge (500 euro in Grecia, 1.000 in Francia e in Spagna, 3.000 in Belgio).”

Il cambio di direzione sull’utilizzo del contante, che di conseguenza sfavorisce l’utilizzo di pagamenti tracciati, può invece favorire evasione:

“Come già ricordato in passato, i limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione. In particolare, negli ultimi anni sono emersi studi – anche condotti nel nostro Istituto su dati italiani – che suggeriscono che soglie più alte favoriscono l’economia sommersa; c’è inoltre evidenza che l’uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l’evasione fiscale.”

Vengono inoltre messi in evidenza i costi legati alla sicurezza, quali ad esempio quelli connessi con furti, trasporto di valori e assicurazione.

Banca d’Italia - Testo dell’audizione del 5 dicembre presso le commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato
Audizione preliminare all’esame della manovra economica per il triennio 2023-2025.

I punti di debolezza della flat tax e dell’estensione del regime forfettario

Nella relazione vengono messi in evidenza punti di debolezza anche in merito all’ampliamento del regime forfettario.

I principali rischi, in questo caso, sono la progressività fiscale e l’equità tra lavoratori.

La Banca d’Italia spiega quanto di seguito riportato:

“L’ampliamento della platea dei contribuenti che accedono al regime forfetario restringe ulteriormente l’ambito di applicazione della progressività nel nostro sistema di imposizione personale sui redditi, che come noto è garantita dall’Irpef. Come già evidenziato dalla Banca d’Italia, la sussistenza di regimi fiscali eccessivamente differenziati tra differenti tipologie di lavoratori pone anche un rilevante tema di equità orizzontale, con il rischio di trattare in modo ingiustificatamente dissimile individui con la stessa capacità contributiva.”

Un nodo centrale è, dunque, quello della progressività del sistema di tassazione. Inoltre possono verificarsi disparità nel trattamento economico di alcune tipologie di lavoratori con la medesima capacità contributiva.

I contribuenti assoggettati a tassazione soggetta a progressività sarebbero inoltre penalizzati anche per effetto dell’inflazione.

Tra le misure prese in esame c’è anche la flat tax incrementale, in grado di attutire le differenze di trattamento tra lavoratori autonomi e imprenditori subito sotto o sopra la soglia del regime forfettario.

Tuttavia, come spiegato nel testo dell’audizione:

“difficilmente potrà eliminare l’eccessiva concentrazione dei fatturati dichiarati su valori appena inferiori alla soglia.”

Per scoraggiare l’evasione e l’elusione occorrerebbe una riforma organica del sistema fiscale, nell’ottica della semplificazione e dell’equità.

La riforma fiscale, tuttavia, ha subito una battuta d’arresto già prima della nomina del nuovo Governo.

Le possibili conseguenze della riduzione del reddito di cittadinanza

Oltre alle misure di natura fiscale, vengono segnalate possibili conseguenze negative anche per la riduzione delle mensilità del reddito di cittadinanza previste per il 2023.

Nel testo dell’audizione si legge quanto di seguito riportato:

“L’introduzione del reddito di cittadinanza ha rappresentato una tappa significativa nell’ammodernamento del nostro sistema di welfare: una forma di reddito minimo a sostegno delle famiglie più bisognose è presente in tutti i paesi dell’area dell’euro e in molti di essi presenta carattere di universalità, come il reddito di cittadinanza.”

Lo strumento viene quindi valutato in modo positivo per quel che riguarda la possibilità di garantire un reddito minimo ai nuclei familiari più poveri.

Inoltre allo strumento viene riconosciuto il merito di aver aver sostenuto i nuclei familiari con redditi più bassi prima nel periodo del Covid e poi nello scenario caratterizzato dalla crescita dell’inflazione.

Il reddito di cittadinanza “non è privo di aspetti critici”, come chiarisce ancora la Banca d’Italia.

La riforma dello strumento dovrebbe concentrarsi sulla componente finalizzata a sostenere le situazioni di bisogno, prestando attenzione ai casi in cui le competenze dei lavoratori sono obsolete e gli stessi difficilmente possono essere inseriti all’interno del mercato del lavoro.

Alcuni rischi sono collegati alla cancellazione di alcune mensilità per il prossimo anno:

“La riduzione delle mensilità di sussidio prevista per il 2023, destinata a nuclei individuati in base all’età e alle condizioni di salute, potrebbe riguardare anche nuclei familiari difficilmente in grado di trovare una fonte di reddito alternativa sul mercato del lavoro, per di più in un contesto di rallentamento dell’economia e con un costo della vita in significativo aumento (l’importo dell’assegno, peraltro, non è indicizzato all’evoluzione dell’inflazione).”

Particolare attenzione dovrà essere prestata anche agli aspetti legati agli obblighi formativi per la riqualificazione professionale. Dovrà essere prevista un’offerta adeguata soprattutto nelle parti meno sviluppate del Paese.

Nell’ultimo mese utile per la conclusione dell’iter della Legge di Bilancio 2023, si dovrà attendere l’esito delle tappe parlamentari per sapere se le misure citate saranno oggetto di modifiche rispetto al testo del DDL Bilancio.

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