Lo stralcio delle cartelle sotto i 1.000 euro potrebbe avere effetti negativi sulla pensione. L'avviso arriva dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, tramite l'informativa n. 31 del 7 marzo. In particolare, per alcuni lavoratori autonomi, l'eventuale annullamento dei debiti contributivi cancellerebbe anche il relativo accredito previdenziale, allontanando così la pensione
Alcune categorie di lavoratori autonomi devono prestare particolare attenzione all’annullamento automatico dei debiti sotto i 1.000 euro previsto dalla Legge di Bilancio 2023.
Tra questi, infatti, rientrano anche quelli relativi al pagamento della contribuzione.
Nello specifico, gli artigiani e i commercianti, i lavoratori autonomi in agricoltura e gli iscritti alla Gestione separata che non hanno pagato rate di contributi, una volta intervenuto lo stralcio, perderebbero il relativo accredito alla posizione assicurativa.
In sostanza, oltre ai debiti sarebbero eliminati anche i relativi periodi di contribuzione ai fini della pensione. Una cosa non da poco soprattutto per i lavoratori autonomi agricoli, per i quali il mancato pagamento di una sola rata della contribuzione dovuta per una annualità comporta il mancato accredito dell’intero anno contributivo.
A diffondere la notizia è il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili che rilancia l’avviso dell’INPS attraverso l’informativa n. 31 del 7 marzo 2023.
INPS e CNDCEC sottolineano la possibilità di effettuare il pagamento della contribuzione dovuta almeno fino al 31 marzo 2023 per evitare la cancellazione dei periodi contributivi.
Stralcio delle cartelle sotto i 1.000 euro: attenzione ai possibili effetti sulla pensione
Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) attraverso l’informativa n. 31 del 7 marzo 2023 diffonde un urgente avviso della Direzione Centrale Entrate dell’INPS relativo allo stralcio delle cartelle sotto i 1.000 euro.
Si tratta delle misure di tregua fiscale introdotte dalla Legge di Bilancio 2023, che prevede, a partire dal 31 marzo, l’annullamento automatico dei singoli debiti affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 e di importo residuo fino a 1.000 euro.
In quanto automatico, i cittadini e le cittadine interessate non devono presentare alcuna richiesta per beneficiare dell’intervento.
L’INPS e il CNDCEC mettono in luce, però, un aspetto molto importante che riguarda alcune categorie di lavoratori autonomi, si tratta in particolare di:
- artigiani e commercianti;
- lavoratori autonomi in agricoltura;
- lavoratori iscritti alla Gestione separata (parasubordinati e liberi professionisti).
Nel caso in cui i lavoratori appartenenti a queste categorie non abbiano versato rate di contributi nei periodi interessati dalla sanatoria, in seguito all’annullamento automatico del debito, cioè a partire dal 1° aprile, si vedrebbero cancellato anche il relativo accredito contributivo.
Tra i debiti oggetto di stralcio, infatti, rientra anche il pagamento della contribuzione e per questi lavoratori, per cui non si applica il principio di automaticità delle prestazioni (articolo 2116 c.c.), la posizione assicurativa viene alimentata in proporzione all’effettivo versamento della contribuzione.
Secondo tale principio, che si applica invece ai lavoratori dipendenti, le prestazioni legate alla contribuzione, in primis la pensione, spettano anche se il datore di lavoro non ha effettivamente versato i relativi contributi.
L’annullamento dei debiti, quindi, produrrebbe anche la cancellazione del relativo periodo contributivo, che non essendo stato acquisito non potrà contribuire ad alimentare la posizione assicurativa del lavoratore, con importanti effetti sulla pensione.
Stralcio delle cartelle sotto i 1.000 euro: possibile pagare la contribuzione dovuta entro il 31 marzo
Come sottolineato nel documento, il rischio maggiore in questo senso lo corrono i lavoratori autonomi agricoli, per i quali il mancato pagamento di una sola rata della contribuzione dovuta per una annualità comporta il mancato accredito dell’intero anno contributivo, anche in presenza del pagamento delle altre rate.
I lavoratori agricoli, dunque, rischiano di vedersi annullati interi anni di contribuzione, compromettendo la propria posizione previdenziale.
“Si ricorda che per quanto riguarda la Gestione separata committenti gli importi stralciati ricomprendono anche l’eventuale somma a carico (1/3) del lavoratore collaboratore.”
La soluzione a questo eventuale problema, prospettata dall’INPS e dal CNDCEC, è quella di procedere al pagamento della contribuzione dovuta prima che intervenga l’annullamento automatico, cioè prima del 31 marzo 2023.
Come previsto dal comma 222 della Legge di Bilancio 2023, infatti, nell’attesa che intervenga lo stralcio automatico, il pagamento degli importi dovuti effettuato entro il 31 marzo sarà acquisito a titolo definitivo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Stralcio delle cartelle sotto i 1.000 euro: attenzione ai possibili effetti sulla pensione