Sciopero nazionale della scuola il 30 maggio contro il Decreto PNRR 2

Stefano Paterna - Scuola

Scuola, sciopero nazionale il 30 maggio 2022. I sindacati contestano i contenti del Decreto PNRR 2 che prevede un lungo percorso abilitante per chi intende avviarsi alla docenza, oltre che la mancata stabilizzazione dei precari. Tra le richieste anche l'immediato avvio della trattativa per il rinnovo del contratto scaduto da tre anni. In prospettiva, le organizzazioni di categoria non escludono l'astensione dal lavoro anche per gli scrutini scolastici.

Sciopero nazionale della scuola il 30 maggio contro il Decreto PNRR 2

Sciopero nazionale della scuola fissato per il prossimo 30 maggio.

Tutti i sindacati di categoria sono sul piede di guerra per i provvedimenti riguardanti il mondo dell’istruzione contenuti nel Decreto legge 36 del 30 aprile 2022, cosiddetto PNRR 2.

Fallito il tentativo di conciliazione il 9 maggio, al centro della contestazione dei sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, ci sono le nuove procedure di reclutamento del personale docente che prevedono un lungo percorso abilitante, inclusi una formazione universitaria per il conseguimento di 60 crediti, un concorso nazionale e un periodo di prova di un anno con valutazione conclusiva, la mancanza di risorse finanziare adeguate e la mancanza di un processo di stabilizzazione del numeroso precariato scolastico.

Ma quello che innanzitutto ha scatenato l’ostilità del fronte sindacale è l’invasione di campo che il Governo avrebbe operato con il Decreto PNRR 2 nel settore di competenza della contrattazione tra le parti.

Ma vediamo con ordine i motivi alla base dello sciopero della scuola.

Sciopero nazionale della scuola il 30 maggio 2022: i perché della contestazione al Decreto PNRR 2

Il Decreto legge PNRR 2 agli articoli 44-45-46-47 si occupa del mondo della scuola, prevedendo interventi sul reclutamento e la formazione del personale docente, con importanti ricadute sul pano delle assunzioni e della stabilizzazione dei precari che due anni fa si potevano calcolare in circa 200.000.

In pratica, chi vorrà insegnare a partire dallo scorso 1° maggio, data di entrata in vigore del decreto, dovrà affrontare un percorso universitario abilitante per acquisire 60 crediti formativi da effettuarsi durante il processo di conseguimento della laurea o anche successivamente. Inoltre, l’aspirante docente dovrà anche svolgere un periodo di tirocinio presso una scuola.

Ma non finisce qui perché conseguita l’abilitazione bisognerà affrontare un concorso nazionale che verrà bandito con cadenza annuale, dopodiché il docente verrà sottoposto a un periodo di prova della durata di un anno con una valutazione conclusiva.

E per chi ha già avuto esperienze di insegnamento?

In questo caso, se si hanno almeno tre anni di docenza alle spalle ci sarà l’accesso diretto al concorso, ma gli eventuali vincitori dovranno comunque in seguito acquisire 30 crediti universitari e superare la prova di abilitazione per poter divenire docenti di ruolo.

Invece, chi non hai i tre anni di docenza, dovranno acquisire i primi 30 crediti, incluso il periodo di tirocinio per partecipare al concorso, superato eventualmente il quale li aspetteranno gli altri 30 crediti e la prova di abilitazione.

Insomma, un percorso a ostacoli non indifferente.

Molte le novità anche sulla formazione continua dei docenti di ruolo, con l’istituzione di corsi volontari di tre anni con valutazione finale che potranno portare i migliori partecipanti a ricevere un incentivo salariale una tantum.

Decreto PNRR 2, le critiche dei sindacati sulle procedure di reclutamento nella scuola

Le organizzazioni sindacali contestano quanto previsto dal Decreto PNRR 2 soprattutto perché a loro giudizio invaderebbe competenze che spettano alla libera contrattazione tra le parti sociali, come la formazione e il salario.

Ovviamente nella piattaforma di rivendicazione sulla quale viene indetto lo sciopero del prossimo 30 maggio c’è anche il punto dolente della richiesta di un immediato avvio della trattativa per il rinnovo del contratto della scuola scaduto da tre anni, oltre che l’attribuzione della formazione dei docenti alle competenze dell’autonomia scolastica, la riduzione delle “classi-pollaio”, l’agevolazione dell’assunzione dei precari con almeno tre anni di servizio, la previsione di un organico straordinario per fronteggiare la perdurante emergenza Covid, il potenziamento degli Ata, specificamente collaboratori scolastici, assistenti tecnici e amministrativi e il bando di un concorso per dirigenti scolastici.

Significativo, da questo punto di vista, il commento del segretario della Uil scuola Pino Turi:

La riforma del reclutamento, la formazione e le risorse contrattuali insufficienti ci confermano ancora una volta che la comunità educante è sotto attacco e l’attacco viene dalla politica”.

Ma il 30 maggio minaccia di non essere l’ultima tappa del percorso di protesta dei sindacati contro il Decreto PNRR 2 perché nel testo di indizione della giornata di astensione dal lavoro c’è anche la non esclusione dello sciopero degli scrutini con ricadute sulle famiglie degli alunni facilmente comprensibili.

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