Riforma voucher 2017, chi potrà utilizzare i buoni lavoro? Ecco cosa prevede il Testo Unico

Daniele Di Giovenale - Leggi e prassi

Riforma voucher 2017, chi potrà utilizzare i buoni lavoro secondo il Testo Unico? La proposta di legge è approdata in Commissione Lavoro e promette di rivoluzionare il lavoro accessorio.

Riforma voucher 2017, chi potrà utilizzare i buoni lavoro? Ecco cosa prevede il Testo Unico

Riforma voucher 2017, chi potrà utilizzare i buoni lavoro secondo il Testo Unico? La proposta di legge è infatti approdata in Commissione Lavoro e promette di rivoluzionare il lavoro accessorio. La politica sembra decisa ad accelerare l’iter della riforma anche per evitare lo scoglio del referendum promosso dalla Cgil.

Il Testo unico imporrà in caso di approvazione una decisa riforma alla regolamentazione sui voucher attualmente in vigore. La strada che si vuole intraprendere con la proposta di legge è quella di una via di mezzo tra la normativa attuale, che è stata oggetto di forti critiche, e una totale abrogazione della retribuzione mediante buoni lavoro.

Riforma voucher 2017, chi potrà utilizzare i buoni lavoro secondo il Teso unico?

La riforma dei voucher che è presentata alla Commissione della Camera prevede una stretta sia sui committenti, sia sulla tipologia di persone che possono essere retribuite mediante lavoro accessorio. Una maggiore delimitazione nell’utilizzo dei buoni lavoro era nell’aria dopo i dati che hanno visto schizzare verso l’alto le statistiche sul loro impiego e che ha portato la Cgil promuovere il referendum sui voucher previsto in primavera.

Il Testo Unico impone che siano solamente le seguenti categorie di datori di lavoro a poter erogare i contributi per mezzo di voucher:

  • famiglie o in generale committenti non imprenditori o professionisti. Vengono elencate nella riforma anche una serie di attività per le quali è riconosciuto il lavoro accessorio tra le quali: l’assistenza domiciliare, le supplenze, lavori di giardinaggio o pulizia, piccoli lavori di agricoltura.
  • aziende o professionisti che non abbiano nessun dipendente a nel loro attivo e indipendentemente dalla forma contrattuale.

La riforma dei voucher impone anche un serio limite al personale che potrebbe essere retribuito tramite buoni lavori da aziende o professionisti. In questo caso il testo unico individua le seguenti categorie di lavoratori:

  1. disoccupati,
  2. pensionati,
  3. giovani con meno di 25 anni solamente se iscritti regolarmente ad un Istituto scolastico o ad una Università,
  4. disabili,
  5. persone in comunità di recupero,
  6. lavoratori stranieri e con permesso di soggiorno che non provengano da alcun Paese dell’Unione Europea e che abbiano perso il proprio lavoro da meno di 6 mesi.

Per tutti gli altri casi, e quindi in primo luogo per le famiglie, la riforma dei voucher non prevede limitazioni particolari per il personale che può svolgere attività di lavoro accessorio. Sono quindi ammessi al retribuzione tramite buoni lavoro anche lavoratori già occupati.

Nel Testo unificato sono previsti dei vincoli ulteriori in caso di lavori agricoli o erogati a favore delle pubbliche amministrazioni.

Riforma voucher 2017: limiti e tetti massimi di retribuzione secondo il Testo Unico

La riforma dei voucher impone che il singolo lavoratore possa aver diritto ad un massimo di 5.000€ complessivi di pagamenti con buoni lavoro durante tutta la durata dell’anno: un taglio quindi sulla somma attualmente prevista dalla legge vigente che situa il tetto a 7.000€ percepiti tra gennaio a dicembre.

Va inoltre precisato che, come è già previsto dalla normativa, un lavoratore potrà ricevere ai sensi del nuovo Testo Unico sui buoni lavoro solo un massimo di 2.000€ per committente di retribuzione mediante voucher.

Per le imprese che fanno utilizzo di buoni lavoro sono previsti ulteriori limiti all’utilizzo dei voucher dalla riforma. In questo caso non si potranno superare i 3.000€ annui, ma tale vincolo è valido solo per le aziende senza alcun dipendente. Per le altre, come già detto, non sarà consentito in nessun caso l’assunzione di personale mediante lavoro accessorio.

Riforma voucher 2017: le sanzioni previste in caso di abuso

Le sanzioni introdotte dalla riforma sui voucher in caso di abuso vanno da un minimo di 600 a un massimo di 3.600€. Il caso potrebbe essere quello di un loro utilizzo con il fine di coprire rapporti di lavoro afferenti a tipologie ulteriori rispetto a quelle garantite dal lavoro accessorio.

Nel caso il rapporto di lavoro retribuito a voucher superi in termini “quantitativi e qualitativi” le restrizioni che gli sono proprie, il testo unico impone anche la sua trasformazione in un contratto di lavoro di carattere subordinato a tempo indeterminato. Questa previsione potrà essere applicata solo per attività funzionali a aziende o professionisti. Rimangono nella riforma anche le sanzioni tra i 400 e i 2.400€ per la mancata comunicazione della prestazione da parte del committente.

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