Regioni in zona rossa, arancione, gialla: situazione in evoluzione anche per aiuti e proroghe?

Rosy D’Elia - Imposte

Regioni in zona rossa, arancione, gialla: situazione in evoluzione continua anche per aiuti, proroghe e sospensioni di versamenti disposte dai diversi Decreti Ristori? Come funziona l'accesso alle misure in caso di passaggio a un livello di rischio inferiore o superiore? Mancano delle linee guida certe, restano solo indizi.

Regioni in zona rossa, arancione, gialla: situazione in evoluzione anche per aiuti e proroghe?

Regioni in zona rossa, arancione, gialla: la situazione è in continua evoluzione, ma qual è l’impatto di questi continui cambiamenti su aiuti, proroghe e sospensioni di versamenti stabilite dai diversi Decreti Ristori? Come funziona l’accesso alle misure in caso di passaggio a un livello di rischio inferiore o superiore?

Difficile dare una risposta certa perché mancano delle univoche linee guida, resta soltanto la possibilità di orientarsi sulla base di alcuni indizi.

La strategia per fronteggiare le conseguenze economiche di questa nuova fase di restrizioni autunnali è tutta nella serie di Decreti Ristori, inaugurati con il DL numero 137 del 2020. E si basa su un duplice scopo: supportare le attività e i territori costretti a rallentare o a fermarsi.

La logica fila, ma bisogna considerare che nell’ultimo mese sono stati adottati 4 provvedimenti economici emergenziali con aiuti e proroghe strettamente connesse al territorio di appartenenza e 7 Ordinanze del Ministero della Salute che hanno modificato l’estensione della zona gialla, arancione e rossa.

Regioni in zona rossa, arancione, gialla: situazione in evoluzione anche per aiuti e proroghe?

Il primo dei Decreti Ristori ha messo in campo un’azione di supporto per settori, in maniera speculare al DPCM del 24 ottobre 2020 che ha imposto una chiusura o una riduzione per alcune attività.

Con il DPCM del 3 novembre 2020, che ha classificato le regioni per livello di rischio, l’Italia è stata divisa in zona gialla, arancione, rossa. E i fattori determinanti per stabilire l’accesso alle misure di sostegno sono diventate due:

  • settore di appartenenza;
  • classificazione della regione di riferimento.

Su questa doppia logica si sono basati i Decreti Ristori dal bis in poi: sospensione dei versamenti e riscrittura del calendario fiscale con regole che cambiano in base alla zona di appartenenza, accesso libero o vietato ai contributi a fondo perduto in base all’attività e alla classificazione delle regioni, e così via.

Ma l’Italia nel corso del mese di novembre ha cambiato colore più volte. Con la prima Ordinanza del 4 novembre 2020 sono state inserite nella zona rossa solo tre regioni, Lombardia, Piemonte e Calabria, ma in due settimane la situazione si è ribaltata: solo 4 regioni, Lazio, Sardegna, Veneto, Molise, e la provincia di Trento restavano in zona gialla.

Secondo l’ultimo aggiornamento, invece, la situazione si è ribaltata ancora una volta e il rischio resta massimo in 4 regioni e una provincia:

  • Abruzzo;
  • Provincia di Bolzano;
  • Campania;
  • Toscana;
  • Valle d’Aosta.

Sicuramente supportare imprese e famiglie in maniera proporzionale alle restrizioni imposte nel territorio di riferimento è un principio giusto, ma al meccanismo messo in moto dai diversi Decreti Ristori manca l’ingranaggio che lega le misure emergenziali alle Ordinanze del Ministero della Salute, o forse solo il libretto di istruzioni.

L’unica certezza è che non ci sono delle regole univoche per stabilire come definire la platea di destinatari di proroghe, contributi a fondo perduto, sospensioni in caso di passaggi a una diversa zona di rischio.

Regioni in zona rossa, arancione, gialla: dai contributi a fondo perduto alle proroghe, gli aiuti per territorio

L’indizio di un approccio inclusivo è contenuto nel Decreto Ristori bis e ter. Il DL numero 149 del 9 novembre 2020, infatti, ha istituto un Fondo per estendere una serie di misure, dal bonus affitto ai contributi a fondo perduto, a nuovi soggetti “in conseguenza delle eventuali successive ordinanze del Ministero della salute”.

E il DL numero 154 del 2020, considerando l’espansione della zona rossa, ha stanziato ulteriori 1,45 miliardi per assicurare una serie di misure legate al livello di rischio del territorio di appartenenza:

  • contributi a fondo perduto;
  • bonus affitto;
  • cancellazione della seconda rata IMU;
  • proroga secondo acconto per i soggetti che applicano gli ISA disposto dall’articolo 98 del DL Agosto;
  • sospensione dei versamenti IVA, delle ritenute alla fonte e delle addizionali regionali e comunali in scadenza il 16 novembre 2020;
  • contributi INPS in scadenza il 16 novembre 2020;
  • congedo straordinario per i genitori in caso di sospensione della didattica in presenza delle scuole secondarie di primo grado;
  • bonus baby sitter.

Nel frattempo per orientarsi tra le regole da seguire è possibile prendere in esame anche un esempio più operativo che riguarda la sospensione dei contributi INPS di novembre 2020 con proroga della scadenza al 16 marzo 2021.

Con la circolare numero 129 del 2020, l’Istituto aveva imposto una linea rigida sull’accesso: ammessi ai beneficiare della misura solo i datori di lavoro presenti in Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano.

Una nuova classificazione delle regioni non avrebbe avuto alcun impatto. Ma così non è stato.

Come chiarito nel messaggio numero 4361 del 20 novembre 2020, in seguito all’Ordinanza del 13 novembre 2020 che ha incluso, a un passo della scadenza oggetto di proroga, Campania e Toscana nella zona rossa, anche i datori di lavoro delle due regioni sono state ammesse a beneficiare della sospensione dei contributi INPS.

E allora qual è la regola da seguire? Verificare la classificazione della regione a ridosso della scadenza prorogata, ad esempio? O basta solo essere passati dalla zona rossa per beneficiare del pacchetto di aiuti?

Senza una bussola, senza regole certe, uguali per tutti e per tutte le misure, però, risulta molto difficile verificare se si ha diritto o meno alle proroghe, alle agevolazioni, alle sospensioni.

E anche le ultime novità del Decreto Ristori quater rispondono alla logica di misure differenziate per classificazione di rischio del territorio.

Gli interventi sul calendario fiscale sono diversi, dalla cancellazione del saldo IMU alla proroga del secondo acconto dell’imposte sui redditi al 30 aprile 2021, ma tra requisiti dimensionali, calo di fatturato e colore della zona di riferimento, che può cambiare da un giorno all’altro, orientarsi diventa un rompicapo.

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