Ritorno a scuola, ecco le linee guida per gli alunni 0-6 anni

Stefano Paterna - Scuola

Linee guida per gli alunni da 0 a 6 anni: come sarà il ritorno a scuola a settembre 2020? La Conferenza Unificata Stato-Regioni ha dato l'ok al documento per la ripresa delle attività nelle scuole dell'infanzia. Ecco cosa prevede e quali sono state le reazioni dei sindacati.

Ritorno a scuola, ecco le linee guida per gli alunni 0-6 anni

Ritorno a scuola, sono state approvate le linee guida per gli alunni 0-6 anni, un altro passo in avanti per la riapertura da settembre.

Il 31 luglio la Conferenza unificata Stato-Regioni ha dato il via libera al Documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia per la fascia 0-6 o meglio le cosiddette linee guida da attuarsi dopo la sospensione dovuta alla pandemia.

Al documento per il ritorno a scuola degli alunni più piccoli ha lavorato un tavolo intorno al quale si sono seduti il ministero dell’Istruzione, le regioni e l’Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, tenendo anche conto delle osservazioni avanzate da scuole paritarie, sindacati e mondo dell’associazionismo.

“Anche grazie al confronto con il Comitato tecnico scientifico - ha dichiarato in proposito il viceministro dell’Istruzione Anna Ascani - “che ci è stato accanto con grande disponibilità nella definizione degli indirizzi, abbiamo prodotto un documento che accompagnerà l’organizzazione in sicurezza del rientro di settembre per la fascia 0-6. Continueremo a impegnarci per garantire il benessere di ogni bambino e allo stesso tempo la salute di tutti”.

Ritorno a scuola, le misure specifiche per la fascia 0-6 anni

Ma vediamo nello specifico le misure previste dalle linee guida per la scuola dell’infanzia (alunni da 0 a 6 anni) in vista del ritorno in classe da settembre.

Innanzitutto il documento prevede la costituzione di gruppi/sezioni stabili che siano caratterizzati da docenti, educatori e collaboratori ben individuati, in modo da rendere agevoli le necessarie operazioni di contenimento in caso di contagio da Coronavirus e limitare le conseguenze sull’attività del resto della scuola.

Viene poi presa in considerazione anche una organizzazione degli spazi in aree strutturate diversamente secondo le esigenze delle diverse fasce di età dei bimbi, nel rispetto del principio di separazione dei diversi gruppi, con l’assegnazione del materiale ludico e didattico in modo esclusivo a ognuno di loro. In particolare dovrà essere posta attenzione all’impiego degli spazi esterni e in genere a tutti quelli disponibili che possono essere utilizzati per ospitare stabilmente i gruppi.

L’accoglienza dovrà essere organizzata preferibilmente all’esterno con punti di ingresso e uscita differenziati, un solo genitore con obbligo di mascherina che accompagni il bambino e un registro delle presenze dei visitatori. Tuttavia, non è prevista la misurazione della temperatura dei bambini, il che rende un po’ aleatorio l’obbligo di non recarsi a scuola con più di 37,5 gradi. Ovviamente per i bimbi con meno di 6 anni non c’è l’obbligo della mascherina.

Vi è, infine, un generico impegno da parte degli enti locali e del ministero “a verificare la possibilità di individuare ulteriori figure professionali” e ad assegnare unità di organico in aggiunta nei limiti delle risorse disponibili per garantire una ripresa in sicurezza delle attività didattiche della scuola dell’infanzia.

Linee guida per la scuola dell’infanzia, per la Cgil mancano troppe certezze

Nel quadro dell’insoddisfazione generale per le politiche adottate dal ministero dell’Istruzione per la ripresa della scuola fissata per il 14 settembre, anche nel caso delle linee guida per la scuola da 0 a 6 anni non sono mancate le critiche di parte sindacale.

In particolare, gli strali della Flc Cgil questa volta si sono appuntati sulla genericità degli impegni presi dal dicastero di Lucia Azzolina e da regioni ed enti locali in materia di investimenti sul personale aggiuntivo.

Per il sindacato di categoria della scuola segnala la contraddizione tra la necessità di assicurare l’accesso a scuola allo stesso numero di bambini con le stesse modalità (mensa e riposi) degli anni precedenti, ma a fronte di una emergenza sanitaria non conclusa che anche a detta del Comitato tecnico scientifico richiederebbe risorse aggiuntive certe per la pulizia dei locali e la riduzione dei numero dei bambini per ogni gruppo.

“Nel documento” - riporta un comunicato della Flc - “al contrario, si confermano i parametri previsti dalla normativa vigente pre-COVID per quanto riguarda gli spazi e non si fa alcun cenno alla ridefinizione del rapporto numerico tra educatori/insegnanti e bambini.
Il generico appello, contenuto nel documento, a mettere a disposizione risorse aggiuntive necessarie all’avvio in presenza dell’anno scolastico, non viene sostanziato, come occorrerebbe, attraverso la definizione di impegni concreti e vincolanti per tutti i soggetti responsabili, dal governo nazionale, agli Enti locali, ai gestori privati, ciascuno per le rispettive competenze”
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Insomma, il “nodo” delle risorse destinate alla scuola per la ripresa di settembre si fa sempre più stringente.

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