Come funzionano i controlli dell’INPS sui requisiti di accesso al bonus anziani? E come vengono gestiti gli importi arretrati? I chiarimenti nella circolare dell'Istituto

Dai controlli automatizzati sui requisiti di accesso alla prestazione alle verifiche sull’ISEE: l’INPS pubblica una nuova circolare operativa in merito al bonus anziani, la prestazione attiva dal 2025 e dedicata agli anziani non autosufficienti.
La procedura provvede in automatico alla verifica dei requisiti richiesti per poter beneficiare della prestazione, ma in alcuni casi la pratica passa direttamente alla sede dell’Istituto territorialmente competente.
Nel documento con i chiarimenti, l’Istituto si sofferma anche sulla gestione degli arretrati dell’assegno di assistenza fino a 850 euro mensili.
Bonus anziani: i controlli INPS sui requisiti per l’assegno
I controlli automatizzati sui requisiti di accesso alla prestazione
Nel messaggio n. 1401 pubblicato il 5 maggio 2025, l’INPS fornisce ulteriori chiarimenti in merito ai controlli effettuati sui potenziali beneficiari della nuova prestazione riconosciuta agli anziani non autosufficienti.
Si tratta della nuova prestazione universale concessa a sostegno delle spese contrattuali per l’assunzione di badanti e di quelle di cura e assistenza, introdotta dal decreto legislativo n. 29/2024 in attuazione di quanto disposto dalla legge delega n. 33/2023.
Consiste in un assegno mensile dal valore di 850 euro che verrà pagato ogni mese in presenza di specifici requisiti di età ed economici e comporta l’assorbimento dell’indennità di accompagnamento e delle prestazioni fornite dagli ATS.
Il nuovo bonus da 850 euro spetta agli anziani che risultano in possesso dei seguenti requisiti:
- almeno 80 anni d’età;
- un livello di bisogno assistenziale gravissimo, individuato dall’INPS;
- ISEE non superiore a 6.000 euro;
- sono titolari dell’indennità di accompagnamento oppure possiedono i requisiti per ottenerla.
Tali requisiti devono essere posseduti al momento della domanda e per tutta la durata del beneficio.
Subito dopo l’invio della domanda, sottolinea l’INPS, la procedura effettua automaticamente controlli su:
- valore dell’ISEE sociosanitario (non ristretto) non superiore a 6.000 euro;
- titolarità del diritto all’indennità di accompagnamento;
- composizione del nucleo familiare ai fini del riconoscimento del livello di bisogno assistenziale gravissimo;
- verifica della presenza di un verbale di disabilità relativo al familiare indicato nel questionario.
I controlli sull’ISEE
Per quanto riguarda l’ISEE sociosanitario ordinario (non ristretto), che non deve essere superiore a 6.000 euro, l’INPS precisa che in riferimento ai mesi di gennaio e febbraio è possibile utilizzare il valore 2024.
Nel caso in cui il controllo automatizzato rilevi la presenza di un ISEE superiore al limite oppure un’attestazione nello stato “difforme/con omissioni/non valido/ o assente”, la domanda viene inoltrata alla Struttura territorialmente competente dell’INPS per ulteriori accertamenti.
Se dal controllo viene confermato il mancato rispetto del requisiti, la Struttura INPS respinge la domanda con motivazione “ISEE socio-sanitario non superato”.
Al contrario, se viene dimostrato il possesso di un ISEE non superiore a 6.000 euro la Struttura INPS corregge manualmente e l’iter della domanda può proseguire.
I controlli sul pagamento dell’indennità di accompagnamento
Il controllo che riguarda il diritto all’indennità di accompagnamento viene invece effettuato sulla base delle informazioni a disposizione negli archivi dell’INPS.
Se la procedura accerta che l’indennità è effettivamente in pagamento il controllo è positivo e l’istanza procede. Al contrario, la domanda viene posta in evidenza alla Struttura INPS territorialmente competente, la quale provvede a verificare l’eventuale presenza delle condizioni per il pagamento dell’indennità di accompagnamento.
Nel caso in cui questo ulteriore controllo dia esito positivo la domanda viene aggiornata manualmente.
In caso di esito negativo (quindi il richiedente non è titolare dell’indennità né possiede i requisiti per ottenerla) la richiesta della prestazione viene respinta con motivazione “Non risulta titolare dell’indennità di accompagnamento”.
I controlli sulla composizione del nucleo familiare e la verifica della presenza di persone con disabilità
Per quanto riguarda infine i controlli sulla composizione del nucleo familiare e la verifica della presenza di persone con disabilità, l’INPS specifica che la procedura automatica verifica le dichiarazioni riportate nel questionario inserito e le confronta con quanto presente nell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e negli archivi dell’Istituto.
In entrambi i casi, se il controllo dà esito negativo è compito della Struttura INPS territorialmente competente effettuare altri accertamenti.
Se viene confermato quanto dichiarato in fase di presentazione della domanda l’esito con la relativa motivazione viene inserito dalla Struttura.
In caso contrario, viene adeguato il punteggio attribuito nella valutazione del livello di bisogno assistenziale gravissimo e successivamente la domanda viene messa a disposizione del Centro medico legale per la valutazione di competenza.
La gestione degli arretrati
Come precisato nel decreto attuativo della misura e dall’INPS nei precedenti messaggio con le istruzioni, la prestazione viene erogata mensilmente a partire dal primo giorno del mese di presentazione della domanda ed è composta da:
- una quota fissa pari all’indennità di accompagnamento, che viene erogata secondo le modalità già in uso;
- una quota integrativa definita “assegno di assistenza”, per un importo fino a 850 euro mensili, che viene erogata tramite uno specifico pagamento predisposto dalla procedura automatizzata tramite la piattaforma “Prestazione Universale”.
Come anticipato, la quota integrativa è finalizzata a sostenere il costo del lavoro di cura e assistenza, svolto dai lavoratori domestici, oppure per l’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza.
Con il provvedimento di liquidazione vengono comunicati al richiedente:
- la decorrenza della prestazione;
- l’importo della rata relativa all’assegno di assistenza;
- l’importo degli eventuali arretrati spettanti, relativi al periodo dal mese di decorrenza della prestazione al mese precedente dell’inizio dei pagamenti correnti.
- L’INPS precisa che il rilascio di tale funzionalità è in corso di implementazione e sarà comunicato con un apposito messaggio.
Dato che la normativa prevede l’obbligo di rendicontazione della spesa sostenuta, ai fini del pagamento degli arretrati è necessario inviare all’INPS la documentazione a dimostrazione della spesa sostenuta.
I documenti vanno trasmessi entro 30 giorni dall’accoglimento della domanda.
Ai fini della rendicontazione è necessario allegare la seguente documentazione:
- per i rapporti di lavoro domestico, oltre al contratto sottoscritto dalle parti, deve essere allegata la copia delle buste paga quietanzate relative al periodo di riferimento degli arretrati;
- nel caso di acquisti di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza, devono essere allegate le copie delle relative fatture elettroniche debitamente quietanzate o comprensive della ricevuta di pagamento.
Queste due modalità di spesa sono alternative tra loro e non possono essere utilizzate contemporaneamente nello stesso mese.
In ogni caso, per poter allegare la documentazione per la rendicontazione della spesa bisogna selezionare la domanda di Prestazione Universale, accedere alla sezione “Variazioni e integrazioni” ed entrare nella pagina di modifica relativa agli allegati.
Qui è possibile selezionare la tipologia di documento da allegare secondo le modalità ivi indicate. L’INPS comunicherà l’attivazione di tale funzione in un successivo messaggio.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus anziani: i controlli INPS sui requisiti per l’assegno