Apertura partita IVA per YouTuber, TikToker e Influencer in generale: quando è obbligatoria e in quali casi si può usare lo strumento della prestazione occasionale
Quella del content creator è una professione in continuo divenire: secondo il rapporto I-COM (Istituto per la competitività) 2024, in Italia si contano 82 influencer ogni 100.000 abitanti, terzo Paese in Europa, dopo Spagna e Regno Unito.
Più in generale, l’influencer marketing in Italia conta oltre 50.000 posti di lavoro, tra diretti e indiretti.
I ricavi medi annui di questo business raggiungono gli 84.028 euro. Per questo motivo è importante una corretta gestione fiscale dei guadagni.
I guadagni, come noto, possono derivare da diverse fonti: direttamente dalla piattaforma social, sponsorizzazioni, affiliate marketing, merchandising e altro ancora.
In Italia è possibile optare per diversi regimi contabili, a seconda della situazione economica e del volume d’affari ma non sempre è obbligatoria l’apertura della partita IVA, con la scelta del codice Ateco che ricordiamo da gennaio 2025 è 73.11.03.
La prestazione occasionale di creator e influencer, Youtuber e Tiktoker
L’apertura della partita IVA da parte di content creator e influencers è sempre obbligatoria.
Poi si potrà optare per il regime fiscale più adatto alla singola situazione.
Non esistono delle situazioni per cui la partita IVA non è necessaria se l’attività è svolta in maniera abituale, professionale, continua e organizzata.
E qui dobbiamo necessariamente sfatare un falso mito che corre spessissimo online: la soglia dei 5.000 euro!
Non è vero, infatti, che se si fattura/guadagna sotto questa soglia si può fare la prestazione occasione e non vi è l’obbligo di aprire partita iva.
Il limite dei 5.000 euro serve solo a delimitare l’obbligo o meno di iscrizione e versamento alla gestione separata INPS lavoratori autonomi e professionisti, nel senso che:
- chi guadagna sotto 5.000 euro non deve né iscriversi né pagare i contributi INPS;
- chi, invece, emette ricevute per un valore lordo superiore a 5.000 euro deve versare i contributi INPS.
Ma occorre che la prestazione non sia continuativa, mentre chi monetizza un account online TikTok, YouTube o simili per forza di cose svolge un’attività continuativa, anche se magari ha un altro lavoro da dipendente.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: La prestazione occasionale di creator, influencer, youtuber e tiktoker