Imposte differite e anticipate: definizione

Cristina Cherubini - Bilancio e principi contabili

Qual è la definizione di imposte differite e anticipate? L'onere fiscale di una società si suddivide in due grandi categorie, definibili correnti e differite, in quanto la diversa determinazione del risultato civilistico rispetto a quello fiscale decreta uno scarto differenziale che impone una diversa trattazione in sede di effettiva tassazione e relativa imputazione temporale.

Imposte differite e anticipate: definizione

L’ammontare complessivo delle imposte sul reddito di competenza dell’esercizio è costituito dalle imposte correnti e dalle imposte differite e anticipate” così definisce l’onere fiscale complessivo di una società l’OIC 25, e da tale assunto è facile comprendere come per onere fiscale differito si intenda parlare di imposte differite e anticipate, che di seguito andremo ad analizzare.

La determinazione e la contestuale imputazione delle imposte anticipate e differite, si rende necessaria al fine dell’armonizzazione del risultato imponibile derivante dalla contabilità della società considerata.

La redazione del bilancio di una società richiede il rispetto di prestabilite regole civilistiche, non sempre in linea con le valutazioni richieste dalla disciplina fiscale in ordine alla determinazione del risultato imponibile a tassazione. Le differenze che si formano a seguito delle due distinte valutazioni sopra richiamate possono essere suddivise in due macro aree:

  • Differenze permanenti: per le differenze definibili permanenti non è richiesto alcun tipo di adempimento, non hanno una prospettiva futura di riporto negli esercizi successivi, esse hanno effetti nell’anno in cui si verificano, non richiedono quindi nessun tipo di aggiustamento contabile.
  • Differenze temporanee: le differenze invece definibili come “temporanee” il discorso è più ampio, esse si distinguono infatti in “differite” o “anticipate” e richiedono adempimenti ad hoc con effetti sugli esercizi futuri.

A loro volta le differenze temporanee si dividono in :

  1. Differenze temporanee deducibili negli esercizi successivi: imposte anticipate;
  2. Differenze temporanee imponibili negli esercizi successivi: imposte differite.

Qual è la definizione di imposte anticipate?

Le attività per imposte anticipate rappresentano gli ammontari delle imposte sul reddito recuperabili negli esercizi futuri riferibili alle differenze temporanee deducibili o al riporto a nuovo di perdite fiscali” questa è la definizione che l’OIC 25 scrive per le imposte anticipate.

Al fine di poter analizzare in modo approfondito qual è la funzione delle imposte anticipate e il momento esatto dal quale esse derivano, è importante sottolineare che la fiscalità differita nasce in conseguenza della differente determinazione del reddito civilistico rispetto a quello fiscale, e che le eventuali differenze tra imposte di competenza ed imposte effettivamente versate, se di natura temporanea determinano imposte differite o anticipate.

Tendenzialmente è facile intuire di che natura siano le differenze temporanee, in quanto se l’ammontare del risultato civilistico risulta minore rispetto al risultato fiscale, siamo in presenza di fiscalità differita in particolare di imposte anticipate, deducibili cioè negli esercizi successivi.

Le differenze temporanee deducibili generano imposte anticipate, ossia imposte dovute nell’esercizio in corso superiori alle imposte di competenza rilevate in bilancio. La società iscrive, pertanto, un’attività per imposte anticipate per le minori imposte che saranno pagate negli esercizi successivi”, riporta l’OIC 25, spiegando quindi che le imposte anticipate sono di competenza futura ed esigibili però nell’esercizio, per questo deducibili negli esercizi successivi.

La contabilizzazione delle imposte anticipate deve avvenire con segno negativo alla voce 20 del conto economico, rimuovendole così dalle imposte sul reddito ed imputandole a credito nello stato patrimoniale nell’apposita voce CII 5-ter imposte anticipate.

Le imposte anticipate possono derivare da:

  • componenti negativi di reddito deducibili ai fini fiscali in esercizi successivi a quello in cui vengono imputati al conto economico civilistico;
  • componenti positivi di reddito tassabili in esercizi precedenti a quelli in cui vengono imputati al conto economico civilistico.

Le imposte differite: definizione

Le imposte differite, fanno sempre parte delle differenze temporanee, che abbiamo analizzato fin ad ora ma al contrario delle imposte anticipate esse sono imponibili in futuro e non deducibili negli esercizi successivi.

“Le differenze temporanee che, nella determinazione del reddito imponibile di esercizi successivi, si tradurranno in importi imponibili quando il valore contabile dell’attività o della passività sarà estinto o realizzato, in tutto o in parte sono definibili imposte differite”, questa è la definizione data dall’OIC 25, per quanto attiene allo loro contabilizzazione, vanno iscritte alla voce 20 del conto economico, e contestualmente accantonato l’importo al Fondo per imposte anche differite, alla voce B2 del passivo dello Stato Patrimoniale.

Le imposte differite sono di competenza dell’esercizio ma imponibili ed esigibili negli esercizi successivi, sono inoltre facilmente riscontrabili nel caso in cui il risultato civilistico risulti maggiore del risultato fiscale.

"Le differenze temporanee imponibili generano imposte differite, ossia imposte che pur essendo di competenza dell’esercizio sono dovute in esercizi futuri. Infatti, le imposte dovute nell’esercizio risultano inferiori alle imposte di competenza rilevate in bilancio e dunque la società iscrive una passività per imposte differite, per le imposte che saranno pagate negli esercizi successivi”.

Le imposte differite derivano da operazioni che hanno effetto sul conto economico, attinenti a:

  • componenti positivi di reddito tassabili in esercizi successivi a quello in cui vengono imputati al conto economico;
  • componenti negativi di reddito deducibili fiscalmente in esercizi precedenti a quello in cui verranno imputati al conto economico;
  • rivalutazione di attività senza il riconoscimento ai fini fiscali del maggior valore iscritto.

“Le passività per imposte differite rappresentano gli ammontari delle imposte sul reddito dovute negli esercizi futuri riferibili alle differenze temporanee imponibili.”

Il calcolo e l’imputazione della fiscalità differita è strettamente funzionale alla rilevazione corretta dell’importo soggetto a tassazione e delle somme invece che hanno influenza, sia essa positiva o negativa, sugli oneri fiscali futuri.

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