Imposte differite 2020: un esempio pratico

Cristina Cherubini - Bilancio e principi contabili

Le differenze temporanee derivanti dagli scostamenti tra il risultato civilistico del bilancio di una società e quello fiscale, possono assumere due nature diverse, configurandosi come imponibili negli esercizi futuri o deducibili negli esercizi futuri. L'imponibilità negli esercizi futuri genera le imposte differite: un caso pratico.

Imposte differite 2020: un esempio pratico

Le passività per imposte differite rappresentano gli ammontari delle imposte sul reddito dovute negli esercizi futuri riferibili alle differenze temporanee imponibili”.

Il punto cruciale della presente analisi risiede nella differente determinazione del risultato di bilancio, apprezzato con un valore diverso a seconda che sia calcolato applicando quanto previsto dalla disciplina civilistica o da quella fiscale, ed il compito quindi del redattore è quello di generare poste configurabili come fiscalità differita al fine di poter armonizzare tale risultanza.

Le imposte differite 2020 non sono altro che passività da accantonare nella specifica voce “fondo per imposte differite” al fine di poterle imputare a tassazione negli anni in cui esse risultano esigibili ai fini fiscali.

La determinazione delle imposte differite 2020: un esempio pratico

Le differenze temporanee imponibili negli esercizi successivi, cioè che si tradurranno in importi imponibili quando il valore contabile dell’attività o della passività sarà estinto o realizzato, in tutto o in parte, generano imposte differite” questo è ciò che viene specificato dall’OIC 25.

Al fine di poter comprendere a fondo la necessità contabile dell’esistenza di tali imposte differite, cercheremo di analizzare un caso pratico.

Esempio
Plusvalenze rateizzate relative a beni posseduti da più di tre anni, disciplinate dall’art.86 co. 4 Tuir.

Nell’esercizio 2019 viene realizzata una plusvalenza pari a 100.000 euro, la quale dovrà essere rateizzata in 5 anni:

  • da un punto di vista civilistico, imputeremo a conto economico nella voce nella voce A5 “altri ricavi e proventi” un importo pari a 100.000 euro, come quanto scritto in OIC 12.
  • da un punto di vista fiscale, saremo obbligati a tassare solo il 20% di tale importo, quindi 20.000 euro rinviando al futuro la tassazione dei restanti 80.000,00.

La necessità di stanziare imposte differite deriva, quindi, dal fatto che si avrà una riduzione del reddito imponibile attuale e l’incremento dei redditi imponibili futuri.

Le differenze temporanee imponibili generano imposte differite, ossia imposte che pur essendo di competenza dell’esercizio sono dovute in esercizi futuri.

Le imposte dovute nell’esercizio risultano inferiori alle imposte di competenza rilevate in bilancio e dunque la società iscrive una passività per imposte differite, per le imposte che saranno pagate negli esercizi successivi.

Si tratta di variazioni in diminuzione del risultato civilistico, determinate da ricavi conseguiti dall’impresa che non sono fiscalmente considerati per il calcolo del reddito imponibile (ricavi non imponibili) o costi non dedotti in precedenti esercizi (costi che hanno determinato variazioni in aumento in precedenti esercizi).

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