Fringe benefit 2024: limiti e novità

Tommaso Gavi - Irpef

Quali novità per i fringe benefit nel 2024? La Legge di Bilancio stabilisce nuovi limiti: 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti e 2.000 euro per i dipendenti con figli. Il punto sui lavori che possono accedere al bonus dipendenti in busta paga e alle regole da rispettare

Fringe benefit 2024: limiti e novità

La Legge di Bilancio 2024, in vigore dallo scorso 1° gennaio, ha previsto un intervento sulle buste paga dei lavoratori.

Sono diverse le misure che incideranno sulla busta paga dei lavoratori dipendenti. Tra queste le sui fringe benefit: il cd bonus dipendenti (formula impropria per definire questa fattispecie) arriverà fino a 2.000 euro nel 2024.

Il tetto massimo di non imponibilità delle misure di welfare aziendale passano a 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti e a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico.

Le misure si affiancano al taglio del cuneo contributivo e alle altre misure sulle busta paga dei lavoratori.

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Fringe benefit, cosa sono?

Cosa sono i fringe benefit, sui quali è intervenuta la Manovra?

Si tratta, generalmente, delle somme relative all’uso di beni e servizi che si affiancano alla retribuzione principale del lavoratore dipendente.

Sono quindi una retribuzione in natura, concessa dal datore di lavoro, che si concretizza anche direttamente in beni e servizi, aggiuntivi rispetto al salario.

Nel rispetto di determinati limiti individuati dalla normativa, i fringe benefit non concorrono a formare il reddito del lavoratore dipendente. Gli importi in busta paga entro il tetto massimo stabilito stabilito non sono “tassati”.

Lo strumento, quindi, da un lato avvantaggia il lavoratore dipendente, il quale riceverà l’intero importo previsto.

Ci sono tuttavia vantaggi anche per il datore di lavoro: le somme sono, infatti, interamente deducibili.

In estrema sintesi il datore di lavoro può portare gli importi in deduzione, ad eccezione di specifiche casistiche relative agli autoveicoli, ai servizi di mensa e di buoni pasto, alle abitazioni concesse ai dipendenti e i prestiti.

Negli ultimi casi citati si applicano i criteri stabiliti dall’articolo 51, comma 3 e 4 del dpr 917/1986, ovvero del TUIR.

Passiamo ora ai nuovi limiti stabiliti dalla Legge di Bilancio 2024 per l’anno in corso.

Fringe benefit 2024, cosa cambia per il bonus dipendenti: i limiti e le novità

Tra le novità portate dall’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2024 ci sono quelle che riguardano il cosiddetto “bonus dipendenti”.

Modifiche al tetto di detassazione della retribuzione in natura per beni e servizi aggiuntivi alla retribuzione in busta paga era già stato innalzato per il 2023 dal decreto Lavoro.

Per l’anno scorso il tetto massimo per escludere i fringe benefit dalla tassazione era doppio:

  • 258,23 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti;
  • 3.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

A partire dal 1° gennaio 2024 i limiti dei fringe benefit sono invece stati ridefiniti come segue:

  • 1.000 euro per la generalità dei lavoratori dipendenti;
  • 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

Da un lato è stata abbassata la soglia per i dipendenti con figli a carico. Dall’altra, però, è stata alzata quella per la generalità dei lavoratori dipendenti, che lo scorso anno potevano beneficiare della “versione base” dell’agevolazione.

Fringe benefit a 2000 euro: a chi spetta l’agevolazione

La Legge di Bilancio 2024 ha riproposto un innalzamento del tetto dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli, come già stabilito per il 2023 dall’articolo 40 della legge di conversione del decreto Lavoro.

Per lo scorso anno, in via transitoria, è stato previsto un tetto massimo più alto per gli importi erogati ai lavoratori dipendenti con figli a carico.

Il limite era stato innalzato dai 258,23 euro applicati in via ordinaria, in base a quanto previsto dall’articolo 51, comma 3 del TUIR, a 3.000 euro.

Lo stesso vale per quest’anno, ma l’importo massimo è, invece, di 2.000 euro.

Sebbene per quest’anno non siano ancora stati forniti chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, dovrebbero restare validi quelli della circolare numero 23 del 1° agosto scorso.

Per prima cosa occorre precisare che tra i figli a carico sono “compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati”.

I figli devono essere “a carico”, ovvero che abbiano un reddito:

  • non superiore a euro 2.840,51 euro;
  • non superiore a 4.000 euro per i figli fino a 24 anni di età.

La condizione deve essere verificata al 31 dicembre di ciascun anno. Se un unico figlio è a carico di entrambi i genitori, l’agevolazione spetta a entrambi in misura piena. Il limite complessivo può quindi arrivare a 4.000 euro per l’anno in corso.

La detrazione spetta a condizione che il figlio sia considerato fiscalmente a carico, anche nel caso in cui si decida di attribuire il 100 per cento della detrazione ad un unico genitore.

In relazione all’anno 2023, l’Agenzia delle Entrate precisava inoltre che tra gli importi da escludere dalla tassazione potevano rientrare anche i pagamenti “delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale”.

Le stesse regole valgono anche per l’anno in corso.

Il bonus fino a 3.000 euro può essere concesso anche in relazione alle spese delle bollette di acqua, luce e gas.

Possono rientrare nell’agevolazione anche le spese per il contratto di locazione della prima casa o per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa.

Fringe benefit: quali spese rientrano nel bonus dipendenti e come richiedere l’agevolazione

Quali spese possono rientrare nel tetto dei fringe benefit?

L’importo, che potrà consistere direttamente in beni e servizi, o in erogazione in denaro, potrà includere le spese per le bollette di acqua, luce e gas,.

Nello specifico possono rientrare tra gli importi:

  • le utenze domestiche del servizio idrico integrato;
  • le utenze dell’energia elettrica e del gas naturale;
  • le spese per il contratto di locazione della prima casa;
  • le spese per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa.

Si dovrebbero applicare le stesse regole già indicate dai chiarimenti forniti con la circolare numero 23 del 1° agosto 2023 dell’Agenzia delle Entrate.

Le somme sono inoltre deducibili per i datori di lavoro, l’intervento si aggiunge quindi alle misure che prevedono vantaggi anche per le nuove assunzioni.

In merito alla condizione di figlio a carico, si ricorda che deve essere verificata l’ultimo giorno dell’anno.

Come richiedere l’agevolazione in busta paga? Per ottenere i fringe benefit fino a 2.000 euro il lavoratore dovrà presentare all’azienda una dichiarazione relativa al rispetto dei requisiti del figlio.

In tale dichiarazione, che è necessaria per l’applicazione dell’agevolazione, dovrà essere inserito il codice fiscale del figlio o dei figli a carico.

In merito alle modalità non sono stabilite regole specifiche, lavoratore e azienda potranno concordarle in libertà.

È tuttavia necessario che la dichiarazione venga prodotta per la conservazione ai fini di eventuali controlli.

Se vengono a mancare i presupposti per il riconoscimento del beneficio, anche ex post, il lavoratore dovrà comunicarlo al proprio datore di lavoro, il quale recupererà le somme dagli stipendi successivi.

Per l’attuazione dell’agevolazione, l’Agenzia delle Entrate precisa che l’agevolazione da parte dei datori di lavoro è subordinata all’informativa alle rappresentanze sindacali unitarie, laddove presenti.

L’adempimento potrà essere anche successivo all’attribuzione delle somme a patto che venga rispettata la scadenza del periodo d’imposta in corso.

Fringe benefit: dalle auto aziendali ai buoni pasto

Quali sono i vari tipi di fringe benefit che possono essere riconosciuti dal datore di lavoro al lavoratore?

Tra questi rientrano quelli per le auto aziendali, le cui regole sono stati modificate profondamente dalla Legge di Bilancio 2020.

Si deve innanzitutto tenere in considerazione la data di stipula del contratto:

  • fino al 30 giugno 2020;
  • dal 1° luglio 2020.

Nel primo caso, se l’auto è concessa in uso promiscuo dal datore di lavoro al lavoratore, il reddito di lavoro dipendente è pari al 30 per cento dell’importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale di 15 mila Km.

Tale importo è calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio, che si ricava dalle Tabelle ACI che vengono elaborate anno per anno (esclusi gli importi per l’utilizzo dell’auto a fini personali da parte del dipendente).

Per i contratti stipulati dal 1° luglio 2023, l’auto concessa in uso promiscuo dal datore di lavoro al lavoratore, con valori di emissione di anidride carbonica non superiori a grammi 60 per chilometro (g/km di CO2), il reddito di lavoro dipendente è pari al 25 per cento dell’importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale di 15 mila Km, calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio ricavabile dalle Tabelle ACI.

A seconda dei valori di emissione di CO2 del veicolo, la percentuale è aumentata secondo quanto riportato nella tabella riassuntiva.

Aliquota di calcolo del compenso in natura Valori di emissione di CO2 da parte del veicolo
25 per cento Minori o uguali a 60 g/km
30 per cento Maggiori di 60 g/km e minori di 160 g/km
50 per cento Maggiori di 160 g/km e minori di 190 g/km
60 per cento Maggiori di 190 g/km

Un’altra tipologia di fringe benefit che può essere riconosciuta ai dipendenti sono i buoni pasto.

Nello specifico le somme non concorrono alla formazione del reddito:

  • se l’importo giornaliero non supera i 4 euro;
  • se l’importo non supera gli 8 euro, nel caso in cui tali buoni siano in forma elettronica.

Tra le altre tipologie di fringe benefit meritano di essere citati:

  • i fabbricati concessi al dipendente;
  • i beni e servizi ceduti gratuitamente al dipendente;
  • le polizze sanitarie;
  • i prestiti concessi al dipendente.

Per tali importi sono previste regole specifiche.

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