Finanziamenti a tasso zero per le donne che subiscono violenza di genere: come funziona il Microcredito

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Le donne che hanno subito violenza di genere possono richiedere finanziamenti a tasso zero: lo prevede il progetto del Microcredito di Libertà, non solo per le attività imprenditoriali, ma anche per le spese di vita quotidiana. La domanda deve essere inoltrata tramite il Centro Antiviolenza o la Casa Rifugio

Finanziamenti a tasso zero per le donne che subiscono violenza di genere: come funziona il Microcredito

La violenza di genere è anche economica per almeno una donna su tre tutelata dai Centri Antiviolenza. Sono questi i dati forniti da Di.Re.

Con il Microcredito di Libertà chi riceve assistenza dai CAV o è ospite di una casa rifugio può chiedere finanziamenti a tasso zero non solo per avviare attività imprenditoriali, ma anche per sostenere spese di vita quotidiana legate alla casa, all’istruzione dei figli e delle figlie, ai trasporti.

La domanda di accesso ai fondi può essere presentata dai Centri Antiviolenza e dalle Case Rifugio all’Ente Nazionale per il Microcredito entro il 10 novembre 2024 o fino ad esaurimento fondi: 3 milioni di euro messi a disposizione dal Dipartimento per le Pari
Opportunità.

Finanziamenti a tasso zero per le donne che hanno subito violenza di genere: come funziona il Microcredito

La riduzione del potere economico delle donne, che si manifesta ad esempio con una dipendenza finanziaria o con l’imposizione di impegni e rischi economici, è una delle diverse espressioni della violenza di genere, che fonda le sue basi proprio su uno squilibrio di potere.

Secondo i dati di Di.Re, Donne in Rete Contro la Violenza relativi al 2022, il 32,2 per cento delle donne ha subito anche questo tipo di violenza.

Il progetto gestito dall’Ente Nazionale per il Microcredito permette di richiedere finanziamenti a tasso zero per affrontare eventuali difficoltà economiche o per avviare attività imprenditoriali.

Nel primo caso è possibile ottenere fino a 10.000 euro da impiegare per i costi legati alla vita quotidiana:

  • spese mediche;
  • istruzione scolastica e formazione personale o dei figli e delle figlie;
  • ricerca di una nuova casa o di sistemazione della propria abitazione;
  • servizi di trasporto.

Nel secondo caso è possibile accedere fino a un importo massimo di 50.000 euro per avviare o sviluppare iniziative imprenditoriali, le somme possono essere utilizzate per diversi scopi:

  • acquisto di beni o servizi connessi all’attività e alla vendita;
  • retribuzioni di nuovo personale;
  • corsi di formazione aziendale.

Si prevede, inoltre, anche un supporto per lo sviluppo e la gestione dell’attività imprenditoriale: dalle questioni legali alle strategie di mercato.

E, in linea generale, il progetto del Microcredito di Libertà prevede anche corsi gratuiti di formazione all’educazione finanziaria e all’autoimprenditorialità.

Finanziamenti a tasso zero per le donne che hanno subito violenza di genere: i requisiti

I finanziamenti a tasso zero possono essere richiesti da tutte le donne residenti in Italia che sono assistite dai Centri Antiviolenza o sono ospiti nelle Case Rifugio: la domanda di accesso, infatti, deve arrivare all’Ente Nazionale per il Microcredito proprio dalle strutture.

Qualora non si fosse ancora chiesta assistenza ad un CAV, si potrà contattare tramite il sito dedicato oppure chiamando il “1522” , Numero nazionale Antiviolenza e Stalking, servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri- Dipartimento per le pari Opportunità, gratuito da linea fissa e mobile attivo tutti i giorni 24 ore su 24.

Si legge nella scheda tecnica del Microcredito di Libertà.

L’unica condizione per accedere al sostegno economico per affrontare le spese di vita quotidiana è “una temporanea e di vulnerabilità economica o sociale che impedisca di far fronte alle correnti necessità personali e familiari”.

Dal punto di vista pratico uno stato di disoccupazione, una riduzione imprevista del reddito, una sospensione o riduzione dell’orario di lavoro, un aumento delle spese. L’accesso al Microcredito è compatibile anche con altri aiuti, come ad esempio la NASPI o altre misure di sostegno.

Per i finanziamenti legati ad attività imprenditoriali già avviate, invece, è necessario rispettare i seguenti requisiti:

  • essere lavoratrici autonome o libere professioniste, titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con massimo 5 dipendenti;
  • stesso discorso vale per le imprese individuali;
  • nel caso di società di persone, società tra professionisti, s.r.l. semplificate e società cooperative, associazioni, anche neocostituite, essere titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con massimo 10 dipendenti.

Per ricevere gli aiuti le imprese già esistenti devono aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la richiesta di finanziamento o dall’inizio dell’attività, un attivo patrimoniale di massimo 300.000 euro, ricavi lordi fino a 200.000 euro e livello di indebitamento non superiore a 100.000 euro.

Le donne che richiedono i finanziamenti restituiscono gli importi ricevuti tramite rate mensili senza interessi: il periodo massimo per il Microcredito sociale è pari a cinque anni, mentre per le attività imprenditoriali si arriva a sette anni.

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